UN FUTURO SENZA AVVENIRE (Napoli, 17 maggio)

Venerdì 17 Maggio, a Napoli presso la Falegnameria Autonoma Libertaria, presentazione del libro UN FUTURO SENZA AVVENIRE (Nautilus, 2024)

Il programma cibernetico si sta realizzando: un pilota automatico governa umani, animali e cose, organizza e controlla società e cellule. Il futuro – onnipresente – trionfa a colpi di informatica e nanobiotecnologie, robotica e astronautica.

Eppure, mentre la nostra specie si avvia coercitivamente verso il trans/postumano, si insinua il dubbio – quasi una certezza – che non ci sia un avvenire.

Il sistema o il caos, queste le due vie che ci sono date dall’evoluzione attuale. A meno di imboccarne una terza; ma è un sentiero così umile da sfuggire alla vista, benché inizi ai nostri piedi. La via della libertà è da inventare, e la scopriremo solo facendo il primo passo. (Bernard Charbonneau)

Falegnameria Autonoma Libertaria, Via Tommaso Senise 10 (NAPOLI)

Venerdì 17 maggio dalle ore 19

Episodio 5.23

Episodio 5.23

L’artista, il militante e il postumano

“L’affare Sloterdijk” ha avuto il merito di ricordare che il legame tra l’idea del postumano e la filosofia postmoderna non si riduce a un prefisso e come abbiamo visto i tratti di questa figura filosofica sono stati tracciati dallo stesso Lyotard, per quanto la sua posizione sia sempre stata ambigua. (“Sulla possibilità di pensare senza corpo”, L’inumano. Divagazioni sul tempo) Ciò che dovrebbe sorprendere in questa filiazione è che un pensiero che si richiama al relativismo e al nomadismo identitario sia tutt’uno con il progetto di controllo e rimodellamento biotecnologico dell’essere umano. Nato sulla scia del paradigma cibernetico, il pensiero postmoderno non poteva invece che portare a «questa uscita di nascosto dalla specie umana». (Louise Vandelac, “Menace sur l’espèce humaine… ou démocratiser le génie génétique”, in Futuribles, 2001) Per quanto debole possa apparire, in effetti il soggetto postumano si presenta come il creatore di un’identità multipla modificabile all’infinito. Nella sua lotta contro l’unicità del corpo, l’ingegneria genetica prosegue in tal senso questa logica di creazione identitaria. Su questo punto è illuminante l’analisi di Jeremy Rifkin, che già alla fine degli anni Novanta notava in Il secolo biotech come le tecniche di ricombinazione del DNA fossero gli strumenti dell’“artista” postmoderno.

Lo dimostra nei fatti l’arte transgenica, ultimo avatar della scena artistica contemporanea. Indice di questa perfetta corrispondenza tra cultura postmoderna e logica tecnoscientifica è l’ormai celebre coniglio verde fosforescente dell’artista Eduardo Kac creato con l’aiuto di un’equipe dell’Istituto nazionale di ricerca agronomica (INRA) francese. GFP Bunny, conosciuto anche come Alba, è stato presentato ad Avignone nel 2000: se esposto ai raggi UV, irradia una peculiare fluorescenza verde dovuta a una proteina ricavata da una medusa, che è stata immessa nel DNA dell’embrione del mammifero. Anni dopo ha creato Edunia, inserendo il proprio DNA in una petunia, al fine di creare una pianta ibrida, metà fiore e metà uomo, e nel 2011 è stato celebrato con una mostra personale presso il PAV (Parco di Arte Vivente) di Torino. Kac, cosiddetto artista interdisciplinare interessato ai mezzi di comunicazione, ha lavorato anche con frattali, impianti RFID, realtà virtuale, robot, ologrammi, satelliti e astronauti, sintetizzando nella propria opera la fascinazione postumana per le tecnologie. Dalla merda d’artista all’artista di merda, si potrebbe dire, sebbene le feci animali contengano sostanze nutritive e fertilizzanti di cui sono privi i cadaveri viventi cibernetici.

Nell’era dell’abbattimento delle frontiere, l’artista e l’ingegnere si fondono per realizzare il grande progetto di rimodellamento del vivente. Mai ci si sarebbe potuti avvicinare di più all’ideale nietzschiano di fare della vita un’opera d’arte. A chi osa ancora criticare i vantaggi di un’operazione simile, soprattutto quando riguarda il corpo umano, i suoi ideatori s’affrettano a rispondere che il progresso è ineluttabile. Al ritmo con cui avanzano le cose, non sorprenderebbe vedere a breve gli ingegneri del vivente appellarsi alla libertà d’espressione per legittimare il loro agire. Potranno allora contare sull’appoggio dei militanti del cyborg e della moltitudine.

 

 

Sommario 5.23

 

Riferimenti 5.23

  • Tied & Tickled Trio, Radio Sun 1 + Observing Systems + Motorik (Observing Systems, 2003)
  • Steven Soderbergh, Contagion (2011)
  • MEM & J, Non C’è Coviddi (Remix) (2020)
  • Guy Lefranc, Knock ovvero il trionfo della medicina (1951)
  • Pippo Franco, Io sono fragile (Bededè!, 1975)
  • Machina Amniotica, East Jinx live! (28/10/2017 – Ex-Manifattura Tabacchi, Cagliari)
  • Pineal Gland Zirbeldruese, Intro (Ant-hology, 1998)
  • Moby, Sick in the System (Natural Blues, 2000)
  • Master Musicians of Bukkake, A Mist of Illnesses (Totem One, 2009)
  • Bauhaus, Exquisite Corpse (The Sky’s Gone Out, 1982)
  • The Calico Wall, I’m a Living Sickness (1967)
  • Cuby + Blizzards, Because of Illness (Because of Illness, 1969)
  • MGZ, Ho visto cose (Cambio vita, 1995)
  • Matteo Markus Bok, Non ci avrai (Covid 19) (2020)
  • Sophie Barthes, The Pod Generation (Figli dell’intelligenza artificiale) 2023
  • Bill Frisell, In Deep (Quartet, 1996)
  • Sophie Barthes, The Pod Generation (Figli dell’intelligenza artificiale) 2023
  • Jozef Van Wissem & Jim Jarmusch, Etimasia + Etimasia (Reprise) (The Mystery of Heaven, 2012)
  • Sophie Barthes, The Pod Generation (Figli dell’intelligenza artificiale) 2023

Episodio 5.22

Episodio 5.22

La cyberscienza alla prova del corpo

Entusiasta per le promesse del progetto “Genoma Umano”, il biologo molecolare e premio Nobel Walter Gilbert dichiarava, nel 1990, che presto sarà possibile registrare il contenuto di un essere umano su un CD e portarselo in giro in tasca. Come non scorgere in queste proposte l’eco di Wiener che, cinquant’anni prima, sosteneva che era teoricamente possibile la trasmissione telegrafica di un essere umano, anche se restava tecnicamente irrealizzabile? (Norbert Wiener aveva già espresso quest’idea in Cibernetica e società e l’ha ripresa in God & Golem Inc., pag. 41: «Questa è un’idea con la quale mi sono già divertito in precedenza: che è concettualmente possibile spedire un essere umano su una linea telegrafica.») La riduzione dell’umano a una serie di informazioni complesse, ecco la principale conseguenza dell’influenza del modello informatico sulle scienze della vita. Che dire allora del carattere altamente utopico di una simile idea difesa dal guru di una setta religiosa che sogna «di scaricare in un computer la personalità e la memoria di un essere umano.» (Raël, Sì alla clonazione umana. La vita eterna grazie alla scienza, Nova diffusion, p. 29) Se ci si fida dei progressi mirabolanti della bio-informatica e dell’ingegneria genetica, il minimo che si possa dire è che l’utopia procede a grandi passi.

Nata all’inizio degli anni Settanta, l’ingegneria genetica costituisce il versante operativo dei presupposti teorici della biologia molecolare. Si tratta di una serie di prodezze tecniche che permettono la manipolazione e la ricombinazione del DNA, e la maggior parte di queste tecniche sono state importate direttamente dalla fisica alla biologia. Come indica il suo nome, l’ingegneria genetica persegue obiettivi pragmatici di trasformazione, miglioramento e correzione del corredo genetico degli individui e delle specie. Ridotti a puri processi informatici, gli esseri come le cose devono perciò sottostare a una potenza combinatoria che tende ad abolire concretamente le barriere tra le specie. Gli OGM occupano un posto privilegiato in questa ingegneria del vivente in cui certi ricercatori già s’impegnano a produrre HGM, ovvero umani geneticamente modificati. Inutile elencare tutte le ricadute prevedibili di questa industrializzazione del vivente per vedere che siamo letteralmente di fronte alla incarnazione delle metafore cibernetiche. Per rendere conto della vastità del fenomeno, la storica Evelyn Fox Keller ha coniato l’espressione cyberscience che permette di cogliere il doppio movimento di annullamento delle frontiere tra vivente e macchina. In effetti, allorché la biologia molecolare si mette a studiare il vivente al di là di questioni legate all’organismo o alla corporeità, l’informatica, la robotica e le scienze cognitive tentano dal canto loro di riprodurre artificialmente degli organismi viventi. A tal proposito Jacques Testart constata, in Au bazar du vivant, che nei laboratori dell’ingegneria genetica oggi ci sono più computer che ricercatori. Detto altrimenti, la sorte del vivente è ormai in mano alle macchine. (Jacques Testart e Christian Godin, La vita in vendita. Biologia, medicina, bioetica e il potere del mercato [2001], 2004)

Con la sua volontà dichiarata di modificare, migliorare e allungare la vita, la cyberscienza è frutto di un vero e proprio imbroglio epistemologico e simbolico. In questa indifferenziazione tra gli esseri e le cose, ciò che si dimentica è il fondamento corporeo inalienabile di qualunque forma di vita terrestre. Il riduzionismo informatico equivale a negare che gli esseri viventi sono innanzitutto e soprattutto delle unità sintetiche, indivisibili e non scomponibili in segmenti codificati, e che è in quanto esseri sintetici che stanno al mondo e si integrano al loro ambiente. Dalla pianta più piccola all’essere umano, la modalità di esistenza delle specie viventi dipende totalmente dalla loro forma corporea, come dimostrato da biologi come Adolphe Portmann (La Forme animale, 1961). Peccato che questa visione sintetica non vada d’accordo con il riduzionismo della complessità.

La cyberscienza porta a non concepire più il corpo come supporto di ogni vita, di ogni individualità umana. In quest’ottica la logica combinatoria propria dell’ingegneria genetica appare com’è realmente, vale a dire l’unione tra un pensiero da ingegneri e una volontà di rimodellare il corpo umano e il vivente nel suo insieme. Che si tratti d’ingegneria genetica, controllo farmaceutico delle emozioni, chirurgia estetica, protetica oppure delle nuove tecnologie di riproduzione, la tendenza postmoderna è di comportarsi con il proprio corpo come un artista-ingegnere. (David Le Breton L’Adieu au corps, 1999) Tale accanimento nel controllo e nel miglioramento del corpo può essere considerato il segno della sua scomparsa in quanto supporto simbolico dell’individualità, cosa a cui i sostenitori del postumano sembrano adattarsi perfettamente.

 

 

Sommario 5.22

  • Introduzione
  • Carta Academica – IL PORTAFOGLIO DIGITALE (Mediapart, 16/12/2023) – TESTO
  • La Nave Dei Folli presenta: FUTURO ONNIPRESENTE – Spunti di riflessione su limiti e possibilità della resistenza all’avvenire cibernetico nell’epoca del totalitarismo scientista  (dicembre 2023) – UNDICESIMA PARTE Puntate complete

 

Riferimenti 5.22

  • Robot AgXeed B.V.
  • Libra, Transfert – Hypnos – Transfert II + Transfert III + Transfert IV – Tema di Marco II (Ripresa) (Shock, 1977)
  • Il Veneto Imbruttito & Radiosboro feat. Dellino Farmer, El trattorista (2018)
  • Ibliss, Drops + High Life (Supernova, 1972)
  • Public Image Ltd., Go Back (Flowers Of Romance, 1981)
  • The Lounge Lizards, Tarantella (Voice of Chunk, 1988)
  • Blaine L. Reininger & Mikel Rouse, The Eloquent Dissenter (Made to Measure 3 & 6 – Broken Consort – Colorado Suite & a Walk in the Woods, 1985)
  • The Residents, Possessions (Commercial Album, 1980)
  • Peter Principle, Pandemonium – Spring (Sedimental Journey, 1985)
  • Devo, Freedom of Choice (Music from Adventures of the Smart Patrol, 1996)
  • Toto Zingaro, Villaggio Globale (Il fazzoletto di Robert Johnson, 2010)
  • Massive Attack, Future Proof (100th Window, 2003)
  • King Crimson, Starless (Red, 1974)

Episodio 5.21

Episodio 5.21

Dal batterio al computer

Sebbene l’informazione contenuta nella molecola di DNA corrisponda più a un’istruzione che comanda la sintesi delle proteine che alla definizione tecnica e formale che ne dà la cibernetica, quest’ultima continua a esercitare negli anni Sessanta un’attrazione metaforica sulla biologia molecolare. Per convincersene, basta consultare importanti opere di divulgazione come La logica del vivente di François Jacob e Il caso e la necessità di Jacques Monod, entrambi del 1970, dove abbondano i riferimenti metaforici alla cibernetica. Scopritori dell’RNA messaggero ed entrambi premi Nobel nel 1965, questi due ricercatori hanno contribuito alla diffusione presso un largo pubblico di una concezione fisico-chimica del vivente. Leggendo questi due autori, si capisce più concretamente fino a quale punto l’influenza della cibernetica sia stata decisiva nell’elaborazione teorica della biologia molecolare.

Intitolata “Il programma”, l’introduzione de La logica del vivente ci proietta immediatamente nell’universo metaforico della cibernetica e dell’informatica. Scrivendo fin dalla prima pagina che «L’eredità oggi viene descritta in termini di informazione, di messaggi, di codici», (La logica del vivente. Storia dell’ereditarietà, Einaudi, Torino 1971, p. 9) François Jacob riafferma i postulati di base della biologia molecolare. Con l’idea di un programma genetico che comanda l’organizzazione del vivente, spinge ancor più lontano i principi del Dogma centrale, esposti da Crick nel 1957, che postulano la linearità dell’informazione genetica e negano qualsiasi influenza dell’ambiente esterno sui geni. Di conseguenza il programma genetico organizza e controlla lo sviluppo degli esseri viventi proprio come il programma informatico comanda le operazioni effettuate da un computer. Tutt’altro che fortuita, questa analogia tra programma genetico e programma informatico è alla base del modello teorico sviluppato da François Jacob.

Ispirandosi direttamente ai lavori di Wiener, sostiene che «fra mondo vivente e mondo delle cose inanimate vi è una differenza non di natura, ma di complessità», (p. 327-328) e che dal punto di vista dei processi molecolari, il vivente non si distingue in nulla dagli altri fenomeni fisici. (p. 349) L’eredità è assimilata a una serie di algoritmi che ordinano l’assemblaggio fisico-chimico degli organismi. Riprendendo quasi integralmente le idee di Wiener, Jacob finisce per definire gli organismi in termini di “messaggi”. Introducendo il concetto di integrone, la sua idea di vivente si colloca in un quadro cibernetico molto più ampio dove tutto è concepito in funzione di un modello di complessità integrata, dal sistema politico fino al batterio. L’abbattimento delle frontiere tra vivente e non vivente proprie della cibernetica traspaiono nel celebre passaggio di La logica del vivente: «Nei laboratori, oggi, non si interroga più la vita». (p. 350)

Questo riduzionismo lo si ritrova in Jacques Monod, quando sostiene che «dal batterio all’uomo, l’apparato chimico è essenzialmente identico come struttura e funzionamento». (Il caso e la necessità. Saggio sulla filosofia naturale della biologia contemporanea, Mondadori, Milano 1970, p. 104) Come il suo collega, anche lui abbonda nei riferimenti metaforici alla cibernetica. Gli esseri viventi sono concepiti come «macchine chimiche», e «come una macchina, ogni organismo rappresenta un’unità coerente e integrata.  È ovvio che la coerenza funzionale di una macchina chimica tanto complessa, e per di più autonoma, esige l’intervento di un sistema cibernetico che controlli in più punti la sua attività». (p. 53) Il capitolo 4 addirittura si intitola “La cibernetica microscopica”. Stabilita questa influenza teorica, si capiscono ancor meglio i legami tra il paradigma informatico e l’odierna ingegneria del vivente, e Jacob è stato uno dei primi a intuire che i metodi di selezione genetica adoperati per gli animali potevano esserlo anche per gli esseri umani. «Forse un giorno si potrà intervenire sull’esecuzione del programma genetico, cioè sulla sua struttura, per correggere certi difetti e inserire alcune aggiunte. Forse si riuscirà anche a produrre, a volontà e nel numero di esemplari desiderato, la copia esatta di un individuo: un uomo politico, un artista, una reginetta di bellezza, un atleta. Nulla vieta d’applicare fin d’oggi agli esseri umani i procedimenti selettivi utilizzati per i cavalli da corsa, i topi da laboratorio o le vacche lattifere». (La logica del vivente, p. 375)

 

 

Sommario 5.21

  • Introduzione
  • RoBee, il primo robot umanoide a lavorare in una fabbrica (TG1, 12/3/2023)
  • La Nave Dei Folli presenta: FUTURO ONNIPRESENTE – Spunti di riflessione su limiti e possibilità della resistenza all’avvenire cibernetico nell’epoca del totalitarismo scientista  (dicembre 2023) – DECIMA PARTE Puntate complete
  • Giuseppe Longo, Il post-umano (Mimesis Festival, ottobre 2014)

 

Riferimenti 5.21

  • Enormous, She’s A Man + Everybody Out (Attentionsbahn, 2008)
  • Doris Norton, A.D.A. Converter (Personal Computer, 1984)
  • Lou X, Vittime e complotti (La Realtà, la Lealtà e lo Scontro, 1998)
  • La Piramide di Sangue, Complotti a Tebe (Tebe, 2012)
  • Chrome, All Data Lost (Alien, 1977)
  • Tuxedomoon, Tritone (Musica Diablo) (Half-Mute, 1980)
  • Era / Yuri Ogawa, L’Amour Est Un Oiseau Rebelle (Carmen) (Ocarina Dream Opera, 2000)
  • Chrome, Slip It To The Android (Alien, 1977)
  • The Residents, Hitler Was A Vegetarian (The Third Reich ’n Roll, 1975)
  • Killing Joke, I Am The Virus (Pylon, 2015)
  • Les Chevals, Chewalkyrie (Konkman, 2007)

Episodio 5.20

Episodio 5.20

Decodificare il “Libro della vita”

In Who Wrote the Book of Life? la storica americana Lily Kay mostra come il concetto di codice genetico sia il prolungamento della metafora occidentale del “Grande Libro della Natura”. Erede della cultura biblica, la scienza newtoniana concepisce la matematica come un linguaggio universale che basterebbe decifrare per comprendere e padroneggiare l’ordine naturale. Dunque, introducendo il termine di codice per rappresentare il mondo fisico-chimico della trasmissione dell’eredità, i fondatori della biologia moderna in un certo senso perpetuano la metafisica del “Libro”, con la differenza che ora si tratta di decodificare quello della Vita.

Con la famosa scoperta di Watson e Crick nel 1953 il modello informatico entra ufficialmente nel campo della biologia. Il concetto d’informazione genetica proposto dai due ricercatori è preso direttamente dalla cibernetica e da Shannon, anche se in modo teoricamente assai vago; questa importazione concettuale, oltre ad accentuare l’erosione delle frontiere tra vivente e non vivente, contribuisce a estendere al vivente la logica del controllo cibernetico. Secondo Kay, nel periodo del dopoguerra il codice genetico diventa il centro metaforico di comando e controllo degli esseri viventi, e l’idea di un codice di trasmissione dell’informazione genetica non è estranea al contesto politico militare in cui nasce. Ricordiamo che un numero importante di tecnici e ricercatori sono stati mobilitati durante la guerra per mettere a punto sistemi in grado di decifrare i codici di comunicazione del nemico. Il legame tra questa logica di difesa militare e il modello informatico adottato da Watson e Crick, appare in modo ancor più chiaro nell’importante contributo del fisico americano di origine russa George Gamow allo sviluppo della biologia molecolare.

Affascinato dalla scoperta di Watson e Crick, nel 1954 Gamow tenta di decifrare il codice genetico. Partendo dal postulato che esiste un preciso codice di corrispondenza tra i nucleotidi e gli amminoacidi, «si getta sul codice genetico come si trattasse di attaccare un codice nemico.» (Irène Jami, “Le parfum militaire du code génétique”, n° speciale La science et la guerre di La Recherche, 2002, p. 99) Nonostante lo scacco effettivo di Gamow, parecchi storici hanno sottolineato l’importanza dei suoi lavori di decrittaggio matematico nell’elaborazione concettuale del codice genetico. Riportando il concetto di codice genetico a un linguaggio che può essere decifrato, Gamow ha contribuito a far penetrare la logica del controllo militare nel cuore del vivente, non a caso ha effettuato le sue ricerche adoperando il computer del noto centro di ricerca nucleare di Los Alamos.

Questi primi tentativi di decrittaggio del codice genetico sono il preludio al progetto “Genoma Umano” e alla bio-informatica. Introducendo concetti come quello di programma genetico o di cibernetica microscopica, negli anni Sessanta François Jacob e Jacques Monod apriranno ancor più la strada a questa fusione concreta tra scienze della vita e informatica.

 

 

Sommario 5.20

  • Introduzione
  • Figli dell’intelligenza artificiale (2023)
  • BiotexCom, pubblicità
  • Vittoria Brambilla (biotecnologa ricercatrice del Dipartimento di Scienze Agrarie e ambientali dell’Università degli Studi di Milano) – Le piante Tea non sono Ogm
  • La Nave Dei Folli presenta: FUTURO ONNIPRESENTE – Spunti di riflessione su limiti e possibilità della resistenza all’avvenire cibernetico nell’epoca del totalitarismo scientista  (dicembre 2023) – NONA PARTE Puntate complete
  • Figli dell’intelligenza artificiale (2023)
  • Giuseppe Longo, Il post-umano (Mimesis Festival, ottobre 2014)
  • Figli dell’intelligenza artificiale (2023)

 

Riferimenti 5.20

  • Captain Beefheart & The Magic Band, One Red Rose That I Mean + Japan in a Dishpan + Peon (Lick My Decals Off, Baby, 1970)
  • Sophie Barthes, The Pod Generation (Figli dell’intelligenza artificiale) 2023
  • Omar Faruk Tekbilek, Omar’s Chocco (Kodomo Remix) (Rare Elemens, 2009)
  • Matteo Del Puppo & l’ADM, Spirito Agricolo (2020)
  • John Lennon and Plastic Ono Band, Give Peace A Chance (Imagine, 1969)
  • Machina Amniotica, East Jinx (Live Ex-Manifattura Tabacchi – Cagliari, 28/10/2017)
  • Kausay, Pacha Mama (Vuelve, 1999)
  • Sheila Chandra, Shanti, Shanti, Shanti (Roots And Wings, 1990)
  • Killing Joke, Into The Unknown (Pylon, 2015)
  • Technophobia, Anti-Human Terror / Pandemic Fear (Anti-Human Terror, 2023)
  • SPOT: Il commercio equo e solidale + Amo essere biologico + Libertà è poter scegliere biologico
  • Les Chevals, Sans Escale + Valse Macabre (Konkman, 2007)

Episodio 5.19

Episodio 5.19

L’entropia, il codice e la vita

Scritto durante la guerra nel 1943, What is life? di Erwin Schrödinger segna l’ingresso definitivo della fisica sul terreno della biologia. Considerato uno dei testi fondatori della biologia molecolare, questo saggio invita, nella forma come nel contenuto, a un avvicinamento interdisciplinare tra biologi e fisici. L’analisi testuale e retorica di quest’opera mostra che la sua importante risonanza storica è dovuta, in gran parte, alle strategie discorsive adoperate da Schrödinger per conciliare questi due ambiti disciplinari. Eminenti premi Nobel, come Francis Crick e François Jacob, hanno confessato come la lettura di questo saggio sia all’origine della loro conversione alla biologia molecolare. Malgrado l’aspetto sintetico, impreciso e speculativo di quest’opera, il modello meccanicista del vivente che propone getta le basi concettuali del paradigma informatico in biologia.

È proprio in questo testo che il concetto di codice genetico è adoperato per la prima volta. Anche se la definizione data da Schrödinger rimane assai vaga, l’idea di un codice di trasmissione dell’eredità sarà al centro del nuovo paradigma. Per lui, gli esseri viventi sono paragonabili a orologi il cui funzionamento sarebbe mosso da atomi e molecole che interagiscono in un modo determinato. Pone il suo studio dell’eredità nel quadro teorico della termodinamica: ciò che lo affascina nel vivente non è l’origine o il fenomeno della nascita, ma il potere di resistere per un certo tempo alla morte, di sfuggire all’entropia. Un organismo vivente si definisce per la sua capacità di nutrirsi di entropia negativa. Tuttavia è il codice di trasmissione del materiale genetico che rende possibile la sua organizzazione e il suo mantenimento. La nozione di codice rimanda alla struttura delle fibre cromosomiche che comandano lo sviluppo e la sopravvivenza dell’organismo. Il termine comandare è qui adoperato in modo del tutto appropriato perché Schrödinger propone un modello determinista del ruolo di questo codice nell’organizzazione del vivente.

Ponendo lo studio della trasmissione dell’eredità sul terreno della termodinamica, Schrödinger si avvicina in maniera quasi profetica al modello teorico della cibernetica. La differenza è che per Wiener l’informazione diventerà il principio neghentropico per eccellenza, al di là del concetto stesso di vita. Prendendo il modello di codice genetico per descrivere la trasmissione dell’eredità, Schrödinger apre la strada a una concezione puramente informatica degli esseri viventi. Sarà solamente agli inizi degli anni Cinquanta – con la scoperta della doppia struttura a elica del DNA da parte di Watson e Crick, e con le teorie di Shannon e Wiener già ampiamente diffuse e discusse all’interno della comunità scientifica – che questo modello sarà ufficialmente integrato alla biologia molecolare.

 

 

Sommario 5.19

  • Introduzione
  • Giuseppe Longo, Il post-umano (Mimesis Festival, ottobre 2014)
  • La Nave Dei Folli presenta: FUTURO ONNIPRESENTE – Spunti di riflessione su limiti e possibilità della resistenza all’avvenire cibernetico nell’epoca del totalitarismo scientista  (dicembre 2023) – OTTAVA PARTE Puntate complete
  •  Jeff Hoffman – L’inquisizione arcobaleno condanna Shakespeare al rogo (Casa del Sole TV, 29/3/2024)

 

Riferimenti 5.19

  • Andrea Staid, Umani e non umani. Oltre la frontiera delle specie (Dialoghi di Pistoia, 27/5/2023)
  • Calexico, Banderilla + Sonic Wind (Instrumental Mix) (Even My Sure Things Fall Through, 2001)
  • Les Chevals, Alcapulko + Playtime (Konkman, 2007)
  • Urmila Devi Goenka, Shiva Manas Puja (Sacred Chants Of Shiva – From The Banks Of The Ganges, 1997)
  • Sadhguru Italiano, Smetti di lamentarti della tecnologia (2024)
  • Machina Amniotica, East Jinx (Live Ex-Manifattura Tabacchi – Cagliari, 28/10/2017)
  • Come comunicare le tue esigenze all’universo – 5 Potenti Storie Zen (2023)
  • Namaste, Shiva Shambho (Magical Healing Mantras, 1999)
  • Cabaret Voltaire, Heaven And Hell (Mix- Up, 1979)
  • Maneesh de Moor, Drops of Light (Sadhana, 2021)
  • Kastor, Rituals of Purification (Optimistic Chill Out Beats: Tracks for Improving Bonds, Effectiveness & Happiness, 2019)
  • Aka, Dataism (electronic glitch) (Dataism, 2019)
  • Kali, Darkness (50 Goa Trance Anthems, 2015)
  • Ref Wayne, Ibogain (Voice of the Shamans, Vol. 1, 2020)
  • Sound of Light, Ayahuasca Marinheira (2019)
  • Depress, Monaural (透明少女/ Fruits Etranges, 2007)
  • Eduardo Antonello, The Plague’s Dance (2021)

Episodio 5.18

Episodio 5.18

Dalla fisica alla biologia molecolare

Coniata nel 1938 dal matematico e fisico Warren Weaver, l’espressione biologia molecolare certifica la volontà di trasporre il rigore teorico e metodologico dalla fisica alle scienze della vita. A partire dalla fine degli anni trenta Weaver, direttore della divisione di scienze naturali della Fondazione Rockfeller, adotta una politica di finanziamenti che mira a incoraggiare lo studio fisico-chimico del vivente. Come ricorda lo storico Michel Morange, i finanziamenti allora concessi puntano a permettere a laboratori di fisica e chimica di dedicarsi alla biologia e, inversamente, a dei biologi di prendere in prestito dalla fisica strumenti e metodi. (Michel Morange, Histoire de la biologie moléculaire, 1994) Queste politiche di finanziamento della ricerca incoraggiarono la colonizzazione delle scienze della vita da parte della fisica ancor prima che il campo della biologia molecolare fosse delimitato ufficialmente, ma sarà soltanto con la fine della guerra che l’apporto della fisica allo studio del vivente acquisterà il suo pieno significato.

Diversi fattori sociologici possono spiegare l’entusiasmo dei fisici per lo studio del vivente alla fine degli anni Quaranta. Da un lato, i notevoli avanzamenti della fisica nucleare spinsero alcuni ricercatori a voler esplorare nuovi orizzonti scientifici; dall’altra, rivolgendosi alle scienze della vita, alcuni fisici cercarono di trasformare la potenza distruttrice liberata dalla bomba A in una potenza creatrice. Come la cibernetica e il suo progetto di “macchina intelligente”, anche la biologia molecolare può essere vista come una volontà di riscatto da parte dei fisici per la “colpa” nucleare. Sul piano istituzionale, il legame tra fisica atomica e biologia molecolare è dimostrato dal fatto che, negli anni Cinquanta, il 53% dei fondi di finanziamento della ricerca in biologia e in medicina venivano dal Dipartimento della Difesa e dalla Atomic Energy Commission.

Non serve scavare nei dettagli delle logiche del finanziamento pubblico e privato per capire quanto la biologia molecolare e l’ingegneria genetica siano basate sulla volontà politico-militare di estendere la potenza di controllo della fisica all’ambito del vivente. Indipendentemente dalle virtù politiche, mediche o sanitarie delle ricerche finanziate, nei fatti si tratta di aumentare la capacità di controllo tecnoscientifico. Nel contesto del dopoguerra, la questione fondamentale del controllo e della gestione della scienza rende centrale il ruolo della cibernetica, che da un lato mette al centro del suo progetto i concetti di comunicazione e di controllo, dall’altro rende effettivo il passaggio dalla fisica alla biologia annullando qualunque distinzione tra vivente e non vivente. Questo importante cambio di paradigma nelle scienze della vita era stato preannunciato dal fisico e premio Nobel Erwin Schrödinger già nel 1944, ancor prima della nascita della cibernetica.

 

 

Sommario 5.18

  • Introduzione
  • Figli dell’intelligenza artificiale (2023)
  • La Nave Dei Folli presenta: FUTURO ONNIPRESENTE – Spunti di riflessione su limiti e possibilità della resistenza all’avvenire cibernetico nell’epoca del totalitarismo scientista  (dicembre 2023) – SETTIMA PARTE Puntate complete
  • BiotexCom, pubblicità
  • Giuseppe Longo, Il post-umano (Mimesis Festival, ottobre 2014)
  • Figli dell’intelligenza artificiale
  • BiotexCom e la guerra

 

Riferimenti 5.18

  • L’uovo di Colombo, Visione Della Morte (L’uovo di Colombo, 1973)
  • Sophie Barthes, The Pod Generation (Figli dell’intelligenza artificiale) 2023
  • Rocco, Complottista (2021)
  • Machina Amniotica, East Jinx (Live Ex-Manifattura Tabacchi – Cagliari, 28/10/2017)
  • QAnon diventa globale  (Euronews, 2020)
  • Slaker, Global Cospiracy (Modern Visions 2 – Urban Dstortion, 2021)
  • Komytea, Conspiracy (Conspiracy / Pentagon / Thriller, 2011)
  • Coda & Coy, Conspiracy (Lifers / Conspiracy (QAnon & 5G Tinfoil Mix), 2020)
  • Psycho Realm, Conspiracy Theories (A War Story – Book 1, 1999)
  • Sir Oliver Skardy & Fahrenheit 451, Mr. Bim Bum Bam (Alambic Cospiracy Dub Version) (Piragna, 2010)
  • Green Pass, a Milano migliaia in piazza con Robert Kennedy Jr (Youtube, 2021)
  • Ensign, The May Cospiracy (The Price of Progression, 2000)
  • Cypress Hill, Ultra Violet Dreams (Cypress Hill Instrumentals, 2003)
  • Les Chevals, Two Bigornots + Ex Aequo (Konkman, 2007)
  • Grace Slick, All The Machines (Software, 1984)

UNA CORSA SENZA FINE

Domenica 7 aprile, chiacchierata a partire dai testi “Un futuro senza avvenire” (Nautilus, 2024) e “Manifesto degli Scimpanzé del futuro” (Istrixistrix/Malamente, 2023).
A Torino, alla Barca occupata, via Avondo 20, ore 15.

Episodio 5.17

Episodio 5.17

IL POSTUMANO, ultimo anello dell’evoluzione?

Il corpo della biologia moderna, come la molecola del DNA – e anche come l’azienda o il corpo politico moderno – è diventato una semplice aggiunta alla rete d’informazione, ora macchina, ora messaggio, sempre pronti a scambiarsi l’uno con l’altra. (Evelyn Fox Keller, Vita, scienza & cyberscienza, p. 48)

Una volta che ci siamo resi conto dei nostri corpi e dei nostri cervelli postumani, se ci osserviamo per quello che siamo, e cioè delle scimmie e dei cyborg, allora, occorre esplorare la “vis viva”, le potenze creative che ci abitano e abitano tutta la natura e che attualizzano le nostre potenzialità. Questo è l’umanesimo che viene dopo la morte dell’uomo: quello che Foucault definiva «le travail de soi sur soi», l’interminabile progetto costituente di creare e ricreare noi stessi insieme al nostro mondo. (Michael Hardt e Antonio Negri, Impero, pp. 125-126)

 

Divenuto un soggetto degno dei dibattiti filosofici più eruditi, la questione del postumano tende a farci dimenticare le atrocità commesse nella storia recente in nome dell’Uomo nuovo. Anche se sarebbe fuorviante lasciar sottintendere che il discorso sul postumano possa essere un nuovo avatar del nazismo o dello stalinismo e, in senso ancor più ampio, di una qualunque ideologia politica, tuttavia è d’obbligo constatare come esso si radichi in un’utopia tecnoscientifica di cui è ancora difficile scorgerne appieno la portata. Certo, il postumano – proprio come il suo cugino cyborg – è una creatura metaforica, ma la metafora prende oramai corpo nei laboratori dell’ingegneria genetica. Per convincersene basta gettare uno sguardo alle cronache scientifiche che occupano la stampa quotidiana che, dai robot umanizzati agli esseri viventi informatizzati, dalle protesi elettroniche all’umano transgenico, dagli xenotrapianti alla clonazione, pressoché ogni giorno pescano dal lotto di sperimentazioni portate avanti dai Frankenstein della tecnoscienza.

Per nulla confinato nell’immaginario della fantascienza, il postumano bussa alle porte del nostro mondo transfrontaliero dove reale e virtuale si confondono. Come si è arrivati a questo punto? Attraverso la stessa strada che ci ha portato a ridurre la soggettività a un linguaggio, a un codice e a una differenza combinatoria. L’odierna convergenza delle nuove tecnologie informatiche e biotecnologiche corrisponde infatti a una sola e unica rivoluzione paradigmatica, che è in gran parte frutto degli stessi attori che sono passati dalla fisica alla cibernetica e dall’informatica alla genetica. Senza l’erosione delle frontiere tra umano, animale e macchina innescata da Norbert Wiener e soci alla fine degli anni Quaranta, tecniche di manipolazione genetica come la transgenesi non sarebbero state nemmeno concepibili. In effetti il crollo delle barriere tra le specie reso possibile dall’ingegneria genetica s’iscrive nel prolungamento diretto del paradigma cibernetico secondo cui non esiste alcuna differenza ontologica tra vivente e non vivente. In tal senso gli OGM costituirebbero, sul piano tanto materiale quanto simbolico, l’incarnazione della visione cibernetica. Che si possano trasferire dei geni da una specie all’altra come se si trattasse di semplici informazioni che controllano la comparsa di caratteri precisi, non è forse la realizzazione dei principi informatici?

Il progetto cibernetico di creare una “macchina intelligente” non soltanto ha dato il segnale di partenza alla rivoluzione informatica. Il crollo teorico delle frontiere tra vivente e non vivente ha avuto particolare importanza nell’orientare le scienze della vita e ancor più direttamente nella formazione della biologia molecolare. L’obiettivo principale di quest’ultima, infatti, è quello di concepire il vivente a partire dalla sua struttura fisico-chimica, al di là dell’idea stessa di vita.

 

 

Sommario 5.17

  • Introduzione
  • I nuovi Ecosistemi: verdi & digitali – Codice. La vita è digitale (RaiPlay 11/8/2023)
  • La Nave Dei Folli presenta: FUTURO ONNIPRESENTE – Spunti di riflessione su limiti e possibilità della resistenza all’avvenire cibernetico nell’epoca del totalitarismo scientista  (dicembre 2023) – SESTA PARTE Puntate complete
  • Roberto Marchesini. TECNOSFERA – Proiezioni per un futuro postumano (Raicultura, maggio 2020)
  • Erwin Chargaff – Il pericolo di un pasticcio genetico (Lettera a Science, 1976) – TESTO

 

Riferimenti 5.17

  • Omar Faruk Tekbilek, Aksak (Amon Tobin Remix) + Shashkin (The Unity Of Diversity Remix) (RaRe Elements, 2009)
  • Machina Amniotica, East Jinx (Live Ex-Manifattura Tabacchi – Cagliari, 28/10/2017)
  • Greta Thunberg, Our House Is On Fire! (World Economic Forum 2019)
  • Cytech, Fear Sour (Basswerk Sessions Vol. 3, 2008)
  • Without Us, Fridays For Future (2021)
  • Owly Dave, Climate Justice Now (2019)
  • John D. Boswell, Symphony of Science, Our Biggest Challenge (2009)
  • Rhythm, Rhyme, Results (featuring Tommy Boots and Jené), Take AIM at Climate Change (2009)
  • Exploited, Computers Don’t Blunder (1982)
  • Il Rovescio Della Medaglia, La Grande Fuga + Cella 503 (Contaminazione, 1973)
  • Nurse With Wound & Faust, Lass Mich + Tu m’entends (Disconnected, 2007)

Episodio 5.16

Episodio 5.16

Verso un buddismo informatico?

Prima che effetto di una moda, l’interesse e la curiosità crescente nei riguardi delle filosofie orientali è indice di una profonda trasformazione nel modo di concepire e vivere la soggettività nelle nostre società. Senza voler ridurre la complessità di questo fenomeno a un unico schema esplicativo, tuttavia bisogna constatare come non sia del tutto estraneo al movimento postmoderno di decostruzione del soggetto che, com’è noto, in gran parte trae origine dal rovesciamento epistemologico operato da Wiener e colleghi. A tal proposito, in Le Culte de l’Internet Philippe Breton rintraccia i legami, ancora troppo ignorati, tra il modello informatico, la tendenza orientaleggiante della controcultura americana e le nuove tecnologie dell’informazione. Dal fondatore di Apple, Steve Jobs, capofila della micro-informatica diventato monaco buddista, alla conversione del biologo e cognitivista Francisco Varela, passando per Bateson che adocchiava le spiritualità orientali, fino al ciberspazio di Pierre Lévy, le religiosità informatiche puntano risolutamente verso l’Oriente e il buddismo. (Per avere un quadro più ampio dei riferimenti al buddismo nelle scienze contemporanee, si veda la raccolta di interviste di Réda Benkirane, La teoria della complessità [2002], Bollati Boringhieri, Torino 2007)

A giudicare dalla popolarità di opere come Il Tao della fisica di Fritjof Capra, del 1975, e Computer Zen di Philip Toshio Sudo, del 1999, è difficile ignorare il legame tra la fascinazione per le spiritualità orientali e la cultura tecnoscientifica. Ne “Il principio di umanità”, d’altronde, Jean-Claude Guillebaud ha analizzato questa «presunta corrispondenza tra certe trasgressioni tecnoscientifiche contemporanee e la tradizione buddista». (Le Principe d’humanité, Seuil, Paris 2001, p. 178) Bisogna precisare che si tratta di un buddismo immaginario assai lontano dalle tradizioni ancestrali che l’hanno visto nascere e diffondersi in diversi contesti geografici e storici. Affermare, come fa l’autore di Computer Zen,  che il linguaggio binario è naturalmente legato allo yin/yang, e trasporre le regole della meditazione al digitare su una tastiera di computer, in effetti fa sorridere gli orientalisti seri. Eppure questa infatuazione è indice di un cambiamento in profondità del nostro universo culturale sotto l’effetto del paradigma informatico.

La seduzione esercitata ai giorni nostri dal buddismo si basa sul rifiuto del soggetto, sulla frammentazione dell’ego nel “molteplice” e sul culto della “differenza”. All’illusione dell’Io, alla marcata razionalità occidentale e al principio di unicità degli esseri, la “Via di Mezzo” contrappone il vuoto, il paradosso e l’eterno movimento. Come sottolinea Bernard Faure il buddismo è, per riprendere un’espressione di Michel Foucault, un «pensiero del fuori» (Bouddhismes, philosophies et religions, Flammarion, Paris 1998, p. 179), ricordando come Foucault, che nel 1978 soggiornò in Giappone in un monastero zen, avesse una forte fascinazione per il buddismo. (Si veda a tal proposito François Dosse, Histoire du structuralisme, Tome 2, Le Chant du cygne, La Découverte, Paris 1992, p. 400) Sradicato dal suo contesto storico e sociale, il buddismo fa eco al pensiero postmoderno, almeno secondo quanto dimostra lo specialista di religioni Faure: «La definizione buddista di assenza dell’io, la concezione della personalità come formata da una serie di aggregati fisico-psichici, il paragonare la coscienza a una cipolla i cui strati successivi non nascondo alcun nocciolo duro oppure il corpo a un miraggio, sono tutti tratti che ricordano la decostruzione apparente dell’unità personale del soggetto corporeo così come si ritrova in certi pensatori della postmodernità quali Gilles Deleuze et Félix Guattari.» (Bernard Faure, Bouddhismes, philosophies et religions, p. 178) Anche se le “macchine desideranti” degli autori dell’Anti Edipo in un certo senso si collegano ai corpi trasparenti dei buddisti, è meglio parlare di un neo-buddismo informatico vista la grande distanza che separa le tradizioni orientali dalla cultura postmoderna. Se si prende sul serio l’affermazione di Peter Sloterdijk in “Il sole e la morte” secondo cui «Lacan vuole giungere a una specie di buddismo», possiamo immaginare quanto l’impronta intellettuale di questo neo-buddismo informatico possa prendere deviazioni filosofiche ancora inesplorate. (Die Sonne und der Tod. Dialogische Untersuchungen, con Hans-Jurgen Heinrichs, 2001)

Il rovesciamento della prospettiva culturale sotteso all’emergere di un neo-buddismo informatico non si può comprendere senza tener presente l’anti-umanismo e il rifiuto radicale dell’eredità giudaico-cristiana propugnato da ormai più di settant’anni dal paradigma cibernetico. Eppure, l’idea di autonomia soggettiva su cui poggia l’edificio democratico è difficilmente pensabile al di fuori di questa eredità: illuminante in tal senso è la dimostrazione teorica del legame primordiale tra cristianesimo e modernità politica data da Marcel Gauchet in Il disincanto del mondo. Una storia politica della religione (Einaudi, Torino [1985] 1992). La particolarità storica del mondo cristiano risiedeva, secondo lui, nell’esteriorità incommensurabile della trascendenza divina che, per essere compresa dagli uomini, ha dovuto incarnarsi. Oltre ad accordare un posto e un valore centrali all’individualità soggettiva, l’incarnazione di Cristo certifica l’alterità radicale della figura divina. La storia della cristianità appare allora come quella di un progressivo arretramento dell’al di là rispetto alle faccende umane; storia nel corso della quale il soggetto diventa poco alla volta il depositario del suo destino terreno. Partendo da questo presupposto è più facile misurare le conseguenze possibili per le nostre democrazie dell’attuale re-incantamento del mondo a cui partecipa il neo-buddismo informatico.

Non si sottolineerà mai abbastanza la distanza che separa la reinterpretazione moderna del buddismo dal suo contesto d’origine; infatti, come spiega Faure, «il dogma dell’assenza dell’io non restituisce appieno la complessità della dottrina del primo buddismo». (Bouddhismes, philosophies et religions, p. 174) I primi buddisti erano persone che avevano fatto delle rinunce, individui che, avendo rinunciato volontariamente al mondo e alla società, si erano ritrovati in una posizione particolarmente nuova: quella di essere degli individui a pieno titolo. Secondo la formula dell’antropologo Louis Dumont, costoro erano infatti degli «individui fuori dal mondo». (Louis Dumont, Essais sur l’individualisme, Seuil, Paris 1983) La negazione dell’io attraverso il ritiro e la meditazione devono perciò essere considerati, nei primi buddisti, come una forma di affermazione dell’individualità in un mondo divenuto troppo opprimente. Siamo lontanissimi dal neo-buddismo informatico che al contrario nutre il narcisismo esacerbato delle nostre società. L’odierna decostruzione del soggetto è accompagnata, in effetti, da un individualismo senza limiti e da un ripiegamento su di sé, con tutto quel che ciò significa in termini di disimpegno politico. C’è da dire che questa volontà di fuggire il mondo risponde, nella società contemporanea, a un sentimento crescente di vuoto interiore, come sostiene Alain Ehrenberg in “La fatica di essere se stesso” (La Fatigue d’être soi – depression et société, Odile Jacob, Paris 1998). Questo paradosso ritorna con forza ancora maggiore allorché si affrontano, come ci apprestiamo a fare, le questioni relative all’ingegneria genetica e all’immaginario postumano.

 

 

Sommario 5.16

  • Introduzione
  • Antonio Tajani – Mix di rinnovabili, con idrogeno e nucleare (Bruxelles 21/3/2024)
  • I nuovi Ecosistemi: verdi & digitali – Codice. La vita è digitale (RaiPlay 11/8/2023)
  • La Nave Dei Folli presenta: FUTURO ONNIPRESENTE – Spunti di riflessione su limiti e possibilità della resistenza all’avvenire cibernetico nell’epoca del totalitarismo scientista  (dicembre 2023) – QUINTA PARTE Puntate complete
  • Il Progetto Hexa-X dell’UE per sviluppare il 6G (16/2/2023)
  • ACQUA, NON MICROCHIP (De l’eau, pas des puces)Manifestazione a Grenoble 5-7 aprile 2024 (VOLANTINO italiano) – STop Micro

 

Riferimenti 5.16

  • Muslimgauze, Dissidents in Exile (Buddhist on Fire, 1984)
  • Hermeto Pascoal, Religiosidade (Cérebro magnetico, 1980)
  • Machina Amniotica, East Jinx (Ex-Manifattura Tabacchi, Cagliari 28/10/2017)
  • Lil Dicky, Earth (2019)
  • Fridays for Future, climate protests kick off with Greta Thunberg in Berlin (23/9/2021)
  • XR Choir, Power To The People (2019)
  • XR Totnes, We’re Standing Here (2019)
  • Fridays For Future Vienna, UNITY (2019)
  • Frente Murghero Romano, Il canto de La Malamurga (Sciopero transfemminista globale L’Aquila, 8/3/2023)
  • Billie Eilish, All The Good Girls Go To Hell (When We All Fall Asleep, Where Do We Go?, 2019)
  • Gerhard von Lentner, Fridays for Future by Singer Dr. B (2019)
  • Aabrasive Wheels, Burn ’Em Down (When The Punks Go Marching In!, 1982)
  • Mekanik Kommando, Plants + Birds (It Would Be Quiet In The Woods If Only A Few Birds Sing, 1981)
  • Tomahawk, Long, Long Weary Day + War Song + Antelope Ceremony + Crow Dance (Anonymous, 2007)