Episodio 2.18

Episodio 2.18

Concepito come pura finzione, secondo Lacan il soggetto esiste unicamente nell’orizzonte dell’ordine simbolico che lo determina, allo stesso modo di un circuito cibernetico. Lo fa intendere quando dice che l’inconscio è il discorso dell’altro, ma non tanto di un altro “astratto”, quanto «il discorso del circuito in cui sono integrato», circuito che corrisponde a quello delle «porte cibernetizzate» il cui concatenamento combinatorio funziona al di là di qualunque soggettività.

Per comprendere quanto detto bisogna tener presente che Lacan definisce la cibernetica come «una scienza della sintassi»; e ricordando che la linguistica strutturale assegna il primato alla sintassi, e un ruolo determinante al significante, si giunge alla conclusione che in Lacan il simbolico è una trasposizione del modello cibernetico. Per lui è indubbio che, «attraverso la cibernetica, il simbolo s’incarna in un apparecchio. E s’incarna in modo letteralmente trans-soggettivo.»

Questa incarnazione macchinica del simbolo mette in luce l’opposizione radicale tra simbolico e immaginario: se quest’ultimo è luogo dell’illusione, il simbolico è lo spazio di mediazione entro cui si organizza la cultura umana. Restituendo, tramite le combinazioni binarie, autonomia al simbolico la cibernetica tocca i fondamenti stessi della cultura umana pretendendo che «l’uomo non sia più padrone a casa propria.» Dunque, secondo Lacan il simbolico s’imporrebbe al soggetto dall’esterno, seguendo le stesse combinazioni matematiche individuate da Levi-Strauss. Che questa idea sia nettamente anti-umanista non è sfuggita al celebre psicanalista francese: infatti, secondo Lacan, «Freud non è un umanista».

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Sommario Ep. 2.18

  • Introduzione
  • Una piccola amica della campagna emiliana che interpreta Aragorn del Signore degli anelli, in risposta a Elon Musk e Neuralink.
  • KOMBUCHA – Rubrica di autogestione della salute della Nave dei Folli (K5) Thomas Cowan, “La febbre nei bambini” tratto da: www.westonaprice.org • Leggi PDF • Vai alla pagina di Kombucha
  • I PERICOLI DEI NEGAZIONISTI – Miniserie che promuove Progresso e Verità – 5
  • VacciniMegamix5
  • Woody Allen, Il dormiglione (1973)

Riferimenti Ep 2.18

  • Okay Temiz, Cay Elinden (Zikir, 1979)
  • Pan de Capazo, Monjes argelinos (Ni, 2004)
  • Explosions in the Sky, (All of a Sudden I Miss Everyone, 2007)
  • Psalters, Diggers All, (Ch. VII – Carry the Bones 2011)
Link alla puntata su Radio Blackout

Episodio 2.17

Episodio 2.17

Come per Bateson e colleghi la terapia sistemica punta a ristabilire nel paziente il buon funzionamento del sistema di comunicazione, secondo Jacques Lacan la psicanalisi ha come missione far tornare il soggetto nel girone del simbolico: lo psicanalista, come lo sciamano di Levi-Strauss, ha il compito di arginare la frattura esistente tra l’individuo e l’ordine simbolico. Basandosi sull’arbitrarietà del segno, la psicanalisi lacaniana cerca di rimettere in scena il soggetto all’interno del mito moderno della scienza, basandosi principalmente sulla struttura linguistica dell’inconscio. Come ricorda Borch-Jacobsen in Lacan, le maître absolu, «la differenza tra Lacan e gli psicanalisti americani fustigati per il loro human engineering (…) risiede unicamente nel fatto che questi ultimi concepiscono la società come una realtà a cui l’ego deve conformarsi, mentre Lacan la concepisce, come Levi-Strauss, nella sua natura simbolica: ciò a cui il soggetto deve conformarsi è una pura convenzione arbitraria, un puro e semplice contratto linguistico».

Eppure la cura proposta da Lacan ricorda sotto molti aspetti il percorso terapeutico portato avanti dal gruppo di Palo Alto. Nella misura in cui entrambi presuppongono un intervento nell’ordine del discorso, è possibile avvicinare le tecniche di manipolazione linguistica preconizzate dagli americani e la punteggiatura analitica proposta da Lacan. Si può rintracciare una certa vicinanza di spirito tra il concetto lacaniano di “parola piena”, o parola simbolica, e la nozione batesoniana di metacomunicazione. Dirà Lacan: «Anche se non si comunica nulla, il discorso rappresenta l’esistenza della comunicazione; anche se nega l’evidenza, afferma che la parola costituisce verità; anche se è destinato ad ingannare, specula sulla fede nella testimonianza». (“Funzione e campo della parola e del linguaggio in psicoanalisi”, Relazione del Congresso di Roma tenutosi presso l’Istituto di Psicologia dell’università di Roma il 26 e 27 settembre 1953).

Lacan si era già avvicinato a Bateson nel seminario dell’anno 1953-54, interamente sotto il segno della cibernetica e delle macchine calcolatrici, e aveva esposto le sue idee nella famosa Conferenza di Roma del 1953, quando aveva dato il via alla rifondazione del freudismo sulla base della triade immaginario-simbolico-reale, oltre ad esporre la sua idea secondo cui l’inconscio è strutturato come un linguaggio. Ed è qui che appare più chiaramente l’impronta informatica del suo pensiero: «la funzione simbolica costituisce un universo all’interno del quale tutto ciò che è umano deve ordinarsi», a cui aggiunge che «il mondo simbolico, è il mondo della macchina». Adoperando come esempio le macchine cibernetiche, Lacan riconduce, né più né meno, la parola al codice informatico, e così descrive la soggettività: «è per il fatto di essere impegnato in un gioco di simboli (…) che l’uomo è un soggetto decentrato. Ed è proprio sulla base di questo stesso gioco, questo mondo, che la macchina è costruita. Le macchine più complicate non sono fatte che di parole.»

 

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Sommario Ep. 2.17

  • Addio, Ivan…
  • Introduzione
  • Giornata europea della protezione dei dati 2021 – Convegno “Privacy e neurodiritti: la persona al tempo delle neuroscienze” , 28 gennaio 2021. Intervento di Pasquale Stanzione, Presidente del Garante per la protezione dei dati personali
  • Alex Fusaro, Lezioni on line
  • Il futuro dei ristortanti
  • I PERICOLI DEI NEGAZIONISTI – Miniserie che promuove Progresso e Verità – 4

Riferimenti Ep 2.17

  • Fabrizio de Andrè, Quello che non ho (Fabrizio de Andrè, 1981)
  • Sun Ra and his Arkestra, Blues At Midnight (Jazz In Silhouette, 1958)
  • Andrej Tarkovskij, Stalker (1979)
  • John Cage, Quietly Flowing Along – Estate (String Quartet in Four Parts, 1950)
  • Les Anarchistes, The mask of anarchy (Figli di origine oscura, 2002)
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Episodio 2.16

Episodio 2.16

Se nella teoria di Levi-Strauss l’inconscio occupa un posto centrale, è l’importazione del modello strutturale in psicanalisi che farà emergere l’influenza della cibernetica sul pensiero francese del dopoguerra. E ancora una volta sarà la casualità di un incontro a essere fondamentale, sia quello tra Levi-Strauss e Jacques Lacan a una cena organizzata a casa di Alexandre Koyré nel 1949, sia quando l’anno successivo Levi-Strauss presenterà a Lacan il linguista Jakobson. Nel solco di questi due incontri germoglierà la rilettura lacaniana di Freud.

Sulla base della teoria del simbolico elaborata da Levi-Strauss, negli anni del dopoguerra Lacan darà inizio a una rilettura completa della psicanalisi, e liberare quest’ultima dalla sua impronta biologica sarà uno dei suoi principali obiettivi. Se l’inconscio freudiano è di natura psichica, dinamica e affettiva, mosso nel suo complesso dalla pulsione, quello di Lacan prenderà la forma di una struttura linguistica esterna a qualunque realtà fisiologica.

In un testo programmatico, “L’istanza della lettera nell’inconscio, o la ragione dopo Freud” del 1957, allorché sostiene che «l’inconscio non è affatto primordiale, né istintuale, e di elementare non conosce che gli elementi significanti», Lacan si colloca nel prolungamento dello strutturalismo levistraussiano secondo il quale «i simboli sono più reali di ciò che simbolizzano, e il significante precede e determina il significato». L’inconscio passa così dallo statuto di rifugio psichico pulsionale, dai profondi abissi dell’interiorità dove Freud l’aveva collocato, a quello di luogo vuoto destinato unicamente agli scambi simbolici.

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Sommario Ep. 2.16

  • Introduzione
  • Poesia anonima di Whyrnal
  • KOMBUCHA – Rubrica di autogestione della salute della Nave dei Folli – Natasha Campbell Mc-Bride, “Benedici il tuo raffreddore”, tratto da Gut and Physiology Syndrome (2020) • Leggi PDF • Vai alla pagina di Kombucha
  • Radiogiornale dell’Istituto Duce
  • SLAUGHTERBOTS – I ROBOT DEL MASSACRO (Micro Drones Killer Arms Robots) – VIDEO

Riferimenti Ep 2.16

  • Bobby Beausoleil, Tar Pit (7, 2001)
  • Coil, Are You Shivering (Musick to Play in the Dark, 1999)
  • Jessika Kenney & Eyvind Kang, Orcus Pellicano / Figura Nox (Aestuarium, 2011)
  • Rozette, Disinfect (2020)
  • Einstürzende Neubauten, Kalte sterne (Kalte sterne – Early recordings, 1981)
  • Manuel Gottsching, Echo Waves (Inventions For Electric Guitar, 1975)
  • Bob Dylan, Masters Of War (Freewheelin’ Bob Dylan, 1963)
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Episodio 2.15

Episodio 2.15

Distinguendo tra subconscio e inconscio, Levi-Strauss assegna al primo il ruolo di «riserva dei ricordi e delle immagini collezionate nel corso di una vita», mentre il secondo è un luogo vuoto, «tanto estraneo alle immagini quanto lo stomaco agli alimenti che lo attraversano». Unica funzione dell’inconscio è quella di imporre leggi strutturali, cosa che permette di dare un senso al concetto di memoria sub-cosciente. Come Bateson anche Levi-Strauss elimina completamente ogni affetto e considera i fenomeni inconsci unicamente sotto aspetti socio-cognitivi, legati alla comunicazione.

Mentre l’approccio di Palo Alto ruota attorno a un modello interattivo, in cui le strutture sono pensate in termini di immanenza e contestualità, Levi-Strauss poggia il suo modello teorico sul postulato di una trascendenza delle categorie dello spirito umano. Dietro l’inconscio strutturalista si delineano strutture intellettuali universali, la cui decodifica permette il dispiegamento di una logica combinatoria, mentre la “scatola nera” di Bateson contiene i codici culturali necessari all’interpretazione contestuale dei flussi comunicativi.

Nell’uno come nell’altro approccio, il risultato è la cacciata dal proprio orizzonte del soggetto libero e autonomo dell’umanesimo.

 

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Sommario Ep. 2.15

 

Riferimenti Ep 2.15

  • Hedningarna, Viktorin (Kaksi!, 1992)
  • Demetrio Stratos, Le Sirene, (Cantare la voce, 1978)
  • Marco Brambilla, Demolition Man (1993)
  • Okay Temiz, Sufi Dream; Yihhuu; Duri; Landscape (Yihhuu, 2007)
  • Grand Funk Railroad, People, Let’s Stop The War (E Pluribus Funk, 1971) (TESTO)
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Episodio 2.14

Episodio 2.14

È nella sua celebre Introduzione all’opera di Marcel Mauss del 1950, vero e proprio atto di nascita dello strutturalismo, che Levi-Strauss espone la sua idea di inconscio. Citando Wiener, dichiara la nascita di una «vasta scienza della comunicazione» resa possibile dalla «applicazione del ragionamento matematico alla linguistica» e, insistendo sull’importanza della funzione simbolica in Mauss, ritiene che «ogni cultura può essere considerata come un insieme di sistemi simbolici, a cominciare dal linguaggio, dalle regole matrimoniali, da rapporti economici, arte, scienza, religione.»

Le strutture sociali, dunque, sono considerate indipendenti dalle coscienze individuali, e in seguito Levi-Strauss preciserà che l’inconscio stesso è formato dall’insieme delle strutture sociali. Distante dalla concezione freudiana, con l’analisi strutturale l’inconscio acquisisce lo statuto di organizzatore dell’ordine sociale: cessa così di essere «l’ineffabile rifugio delle particolarità individuali, il depositario di una storia unica, che fa di ciascuno un essere insostituibile», per ridursi all’esercizio della funzione simbolica, che impone le stesse leggi all’intera specie umana.

Di natura relazionale, l’inconscio permette lo svolgersi degli scambi che stanno alla base dei legami sociali, fungendo da mediatore tra sé e l’altro.

 

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Sommario Ep. 2.14

  • Introduzione
  • Clare Follman, Parole della terra desolata, tratto da Oak Journal #2, autunno 2020 – Letto dall’autrice nell’episodio Escaping the Wasteland del podcast di Oak Journal – Seconda parte (TESTO COMPLETO)
  • Vaccini Megamix n°3
  • MAD NEWS 24 – Il teleradiogiornale della Nave dei folli (2° episodio)

 

Riferimenti Ep 2.14

  • Quicksilver Messenger Service, Gold and Silver (Quicksilver Messenger Service, 1968)
  • Jean-Luc Godard, Questa è la mia vita, 1962
  • Sönderriket, Samlade Hemligheter (2012)
  • Terry Gilliam, Paura e Delirio a Las Vegas (2012)
  • Carlo Faiello, A Tamburo Battente (Tra Sole e Luna, 2010)
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Episodio 2.13

Episodio 2.13

Il 1948, quando Levi-Strauss ritorna dagli Stati Uniti influenzato dall’incontro con il linguista Jakobson e dall’ambiente in cui stava nascendo la cibernetica, è lo stesso anno della pubblicazione dei due testi di Wiener e Shannon. Louis Quéré, in Gli specchi ambigui, sottolinea quanto sia evidente il debito dell’antropologo francese nei confronti della teoria dell’informazione.

Quest’ultima, secondo i quattro postulati seguenti, stabilisce che il codice 1- precede il messaggio; 2- delimita i confini della comunicazione; 3- è indipendente dai contenuti dell’informazione; 4- è in posizione esterna rispetto alla sorgente (o mittente). Basandosi sui medesimi punti, a partire dall’assoluta anteriorità del significante rispetto al significato, la linguistica strutturalista considera il linguaggio come il codice che organizza e orienta il senso degli enunciati, oltre a rappresentare un limite al di là del quale i rapporti sociali non sono più concepibili.

Quindi, non è il soggetto che si esprime ma il linguaggio a esprimersi attraverso di esso, e in questa totale estraneazione del soggetto da sé entra in gioco il concetto di inconscio. Qui si possono trovare analogie con Bateson e il gruppo di Palo Alto: malgrado certe divergenze sia gli americani sia Levi-Strauss considerano la cultura come basata su codici di comunicazione e perciò retta da strutture inconsce. Se Bateson libera l’inconscio del suo contenuto psichico per mantenere unicamente i suoi aspetti cognitivi e sociali, ponendo le basi del metodo strutturale Levi-Strauss procede in maniera analoga, facendo dell’inconscio un luogo vuoto in cui s’incarna la funzione simbolica.

 

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Sommario Ep. 2.13

  • Introduzione
  • Clare Follman, Parole della terra desolata, tratto da Oak Journal #2, autunno 2020 – Letto dall’autrice nell’episodio Escaping the Wasteland del podcast di Oak Journal
  • I PERICOLI DEI NEGAZIONISTI – Miniserie che promuove Progresso e Verità – 2
  • Vaccini Megamix n°2
  • NEURALINK – impianti cerebrali per comandare con il pensiero PC e smartphone

 

Riferimenti Ep 2.13

  • Grooverider, Cybernetic Jazz (Mysteries of Funk, 1998)
  • Cartoni morti, LOCKDOWN LIGHT – Nuova ricetta GOLOSA!
  • Crass, Do They Owe Us a Living (Best Before 1984, 1986)
  • Sönderriket, Samlade Hemligheter (2012)
  • Terry Riley, The Orchestra Of Tao (The Harp of New Albion, 1986)
  • Pink Floyd, Pigs (Three different Ones) (Animals, 1977)
  • Michael Radford, Orwell 1984 (1984)
  • Vladimir Vysotsky, Ещё не вечер (Non è ancora finita), 1968 (TESTO)
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Episodio 2.12

Episodio 2.12

Per questa settimana avevamo in mente una puntata speciale natalizia con moltissimi contenuti, racconti, inviati che seguono i camion dei vaccini con radiocronaca minuto per minuto dei percorsi, del menu degli autisti agli autogrill e l’aggiornamento in tempo reale delle oscillazioni delle temperature del comparto frigo mobile.

Ma… la preparazione nella cucina di bordo dell’abbondante menu di natale, il tempo necessario a mangiare tutto e a digerirlo non ha reso possibile la realizzazione della puntata.

Quindi abbiamo trafugato una puntata di Radio Contado trasmissione di Radio Wombat, radio libera di Firenze dove intervistano Michela Zucca, sul culto di Diana, le società Matrifocali, il prezzo del potere nelle società egualitarie prima del patriarcato.

Buon natale virale.

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Sommario Ep. 2.12

• Introduzione
Radio Contado #84 Trasmissione di Radio Wombat. Intervista a Michela Zucca: il culto di Diana, società Matrifocali, prezzo del potere nelle società egualitarie prima del patriarcato. Telefonata con Michela Zucca, domande delle ascoltatrici.

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Episodio 2.11

Episodio 2.11

Lasciamoci per il momento alle spalle gli Stati Uniti e torniamo in Europa, dove Levi-Strauss ha importato alcune novità della cibernetica americana e dove, di lì a poco, nascerà lo strutturalismo.

Ideologia della fine delle ideologie, retrospettivamente lo strutturalismo assume la forma del primo movimento post-moderno, per lo meno nel suo sforzo ostinato di decostruire il soggetto: non a caso, Levi-Strauss baserà il suo intero edificio teorico sulla rappresentazione di matrice cibernetica di uno «spirito senza soggetto».

Secondo certe interpretazioni, ci sarebbe una forte incomprensione riguardo il carattere della cibernetica, termine che potrebbe lasciar intendere che si tratti semplicemente di accentuare il controllo tecno-scientifico dell’uomo sulla natura, quando in realtà è l’essere umano stesso che si vede privato del suo ruolo di unico ordinatore razionale del mondo.

L’antropologia strutturale di Levi-Strauss vuole studiare i codici culturali umani al fine di ricavarne leggi generali, strutture universali, e questa priorità data al codice significherà la rimessa in discussione della nozione di soggetto a favore di quell’obiettività scientifica tanto agognata. E in Francia il progetto di unificazione delle scienze (quelle esatte unite a quelle sociali) alla fine degli anni ’60 sfocerà nella creazione dell’Università di Paris VIII a Vincennes, con l’obiettivo di riprodurre il modello americano del MIT e favorire l’interdisciplinarietà.

 

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Sommario Ep. 2.11

  • Introduzione
  • Pietro Thea, Covid-19: osservare e riflettere da una prospettiva ampia, sistemica. Tratto da https://www.matrika.co/
  • I PERICOLI DEI NEGAZIONISTI – Miniserie che promuove Progresso e Verità
  • La nave dei folli presenta in esclusiva il primo articolo scritto dalla INTELLIGENZA ARTIFICIALE GPT-3 (qui l’articolo in lingua originale)

 

Riferimenti Ep 2.11

  • BLNDR, Last Korean Sunset (L’Observatoire, 2018)
  • Steven Soderbergh, Contagion (2011)
  • Timo Maas, Manga + Old skool vibes (Loud 2002)
  • Screamin’ Jay Hawkins, I Put a Spell on You (1956)
  • Bobby Beausoleil, Jai Kala! (Voodoo Shivaya, 2018)
  • Roland Kayn, Cybernetics III (1970); Francis Dhomont, AvatArsSon (Cycle du son, 1998); Jorge Reyes, El Vuelo De Los Niños Pájaro (Niérika, 1990)
  • Ivan Della Mea, La nave dei folli (1972; poi in Fiaba Grande, 1975) (TESTO)
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Episodio 2.10

Episodio 2.10

Come abbiamo visto, dopo la seconda guerra mondiale, soprattutto in America, l’indagine psichiatrica mira a studiare ed eventualmente sanare le ferite che si erano prodotte su soldati e civili, e di rimando fornire nuovi strumenti d’indagine per conoscere in modo sempre più scientificamente approfondito il funzionamento del corpo umano e in particolare della sua sala comandi, il quartier generale del cervello. Analizzare i problemi della mente significava capire l’origine di tali guasti e soprattutto porvi rimedio per restit uire alla società un cittadino funzionante.

Nel 1948 si costituisce la Federazione Mondiale per la Salute Mentale, tutt’ora attiva e responsabile della pubblicazione del DSM, il Manuale Diagnostico Statistico delle cosiddette malattie mentali, dall’inizio legata strettamente a OMS, UNESCO, alla Fondazione Macy – per non parlare dei suoi legami con l’eugenetica americana e nazista.

E nel calderone cibernetico di quegli anni, nel 1953 il direttore della CIA, anch’essa nata da poco, Allen Dulles autorizza il programma MKULTRA, finanziando diversi progetti intesi a realizzare il controllo mentale degli esseri umani tramite l’uso di ipnosi, sostanze psicotrope, lobotomie, suggestioni subliminali indotte, nonché combinazioni varie di queste tecniche tra loro.

«La ricerca e lo sviluppo di materiale chimico, biologico e radiologico da potersi utilizzare in operazioni clandestine per controllare il comportamento umano […] tra cui radiazioni, elettroshock, vari campi della psicologia, sociologia e antropologia, grafologia, sostanze molestanti, materiali e dispositivi paramilitari.»

 

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Sommario Ep. 2.10

 

Riferimenti Ep 2.10

  • Pierre Bastien, Deep Speed (Mechanoid, 2001)
  • Xploding Plastix, Omar Sharif Bonanza, Pistola Hub Club (Behind the Eightball 2001) e More Powah to You (Amateur Girlfriends Go Proskir, 2001)
  • Vradiazei, A distant mirror (Vradiazei, 2010)
  • Ian MacNaughton – Monty Phytons, E ora qualcosa di completamente diverso, (1971)
  • Actarus, Atlas UFO Robot (1978)
  • Antonín Dvořák, Allegro con fuoco, Sinfonia n. 9 “Dal nuovo mondo” (Orchestra del Teatro La Fenice diretta da Daniel Harding, 2011)
  • No Chappy? Bourgeois!, H1N1 (Geppi? Bargneus! – 2012)
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Episodio 2.9 – Puntata Speciale

Episodio 2.9 (Puntata Speciale)

Nell’arco di qualche secolo le società occidentali si sono trasformate da teocrazie in democrazie, e da democrazie in farmacrazie. È questa la tesi principale contenuta nel libro di Thomas Szasz, scritto nel 2003, intitolato Farmacrazia: medicina e politica in America, che contiene parecchi spunti di riflessione che ci possono essere utili nella situazione attuale, che alcuni non esitano a definire di dittatura medica.

Szasz, uno dei più noti critici della psichiatria, ha dedicato la sua lunga vita e la sua attività di docente e di scrittore al tentativo di dimostrare l’inesistenza della malattia mentale e a denunciare le pratiche della medicina coercitiva di cui la psichiatria è l’emblema.

Farmacrazia è uno dei suoi ultimi lavori, in cui racchiude oltre cinquant’anni di riflessioni sulla medicina, il suo ruolo nella società e i suoi legami con le forme e modalità di governo. Infatti, Thomas Szasz torna su alcune analisi già proposte in passato, in primis la sua critica della psichiatria inaugurata nel lontano 1960 con Il mito della malattia mentale, in cui cercava di spiegare come i fenomeni etichettati come malattie mentali non fossero né mentali, né malattie, e come «le misure usate per porvi rimedio non siano trattamenti ma sforzi per tranquillizzare, pacificare e sottomettere la persona che disturba».

Pochi anni dopo propone la definizione di “stato terapeutico”, per descrivere il passaggio da forme di governo antiche basate sulle credenze religiose, come le teocrazie, oppure politiche, democrazia, socialismo, comunismo, a uno stato autocratico legittimato dalla psichiatria come branca della medicina.

Alla fine del libro, analizzando gli sviluppi più recenti, Szasz osserva come l’attuale moda di pensiero farmaceutico stia fomentando l’idea secondo cui i medici potranno un giorno cancellare le malattie e perfino la morte. Tanto i professionisti di medicina e scienza, quanto politici e popolazioni, sono prigionieri di un’illusione, che Szasz definisce utopico-imperialista, una vera e propria moderna follia collettiva che è al tempo stesso causa e conseguenza di una visione ingenuamente medicalizzata della vita e della morte, e ha come sintomo principale la diffusa credenza che ogni problema medico possa essere risolto a patto di investire abbastanza denaro nella ricerca.

Nell’epilogo di questo libro, che è centrato sulle politiche sanitarie americane e che perciò è in gran parte lontano dalla situazione italiana, Szasz lancia però un monito che non ha confini. «Affidando in un modo o nell’altro la cura della nostra salute allo Stato, stiamo sacrificando la nostra libertà in nome del più cattolico e democratico degli statalismi moderni: l’ideologia della farmacrazia».

Molti degli argomenti contenuti nel libro di Szasz paiono delle terribili anticipazioni della situazione in corso. La paura del contagio e al contempo i mascheramento delle molteplici cause di avvelenamento in corso, la speranza collettiva nel potere salvifico dei vaccini, diventata una sorta di millenarismo terapeutico, unita all’oblio della nocività di tali farmaci e alla minaccia di fronte alle misure emergenziali, rende attuale e urgente l’appello di Szasz a difendere le libertà personali contro lo stato terapeutico e la farmacrazia.

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Sommario 2-9

  • Riflessioni attorno al libro di Thomas Szasz Farmacrazia: medicina e politica in America, Spirali, Milano 2005.
    Per la biografia di Szasz, abbiamo preso spunto dal testo di Tristano Ajmone Requiem per Thomas Szasz.

 

Riferimenti 2-9

  • Oi va voi, Refugee (Agent Sumo Instrumental Mix) 2004
  • Cluster, Live In Der Fabrik (Cluster II, 1972)
  • Muslimgauze, Turkish Sword Swallower (Sufiq, 2000)
  • Ying-Hsueh Chen, Psappha for solo percussion (di Iannis Xenakis) 2011
  • Muslimgauze, Egyptian Sand Siffter (Sufiq, 2000)
  • Muslimgauze, Soviet Occupied Territories (Buddhist on Fire, 1984)
  • Muslimgauze, Narcotic 3 (Narcotic 1997)
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