GIOVEDI 11 NOVEMBRE 2021
LA NAVE DEI FOLLI SALPA PER LA 3ª STAGIONE
Episodio 3.1
La Nave dei Folli è tornata, ma non è stato semplice. Gli ultimi mesi sono stati mesi di burrasca.
Mentre il mondo intero si prepara ad entrare nella nuova fase del totalitarismo tecnologico a colpi da vaccini e green pass il piccolo nucleo di mozzi della nave dei folli prova a far tornare a ragionare la redazione della radio che ha trasmesso i suoi messaggi nelle due passate stagioni.
Nonostante in molti nel panorama Torinese e non solo, nutrano dubbi sulla conduzione e sulle modalità attuali di Radio Blackout, sono troppo pochi quelli prendono una posizione di aperta critica e propongono un ripensamento collettivo.
Il dilagare delle politiche identitarie e le dinamiche dei gruppi militanti sempre più a compartimenti stagni cominciano ad avere un enorme peso. Nessuno osa prendere parola al di fuori dei discorsi prestabiliti di ogni fazione. Ma, ahinoi, non è certo un problema soltanto torinese.
E chi più si è dato per cercare di salvare la situazione è ora costretto alla ritirata. In radio non si può più stare.
L’incapacità di gran parte del mondo militante di aver preso una posizione critica rispetto a tutta la gestione Covid fin dall’inizio e l’imbarazzo più totale a dover affrontare le piazze No Green Pass ora è l’emblema di questo periodo storico dove, da diversi anni, si sta più attenti a non usare le parole sbagliate per non offendere qualcuno al posto di andare alla radice dei problemi.
E nel delirio generalizzato tutti e tutte e ribadire che il green pass non c’entra con il vaccino!… mah?
Certo ci sono eccezioni, eccome. Ma sono poche e isolate. Se siete tra quelle non offendetevi se stiamo generalizzando. Si perderebbe il tono solenne di questa intro.
Perché si, il problema dei compagni è che si offendono. Vaccamiseria se si offendono ah ah….Eh emm…scusate
Ma come fare dunque senza più le frequenze radiofoniche a disposizione dei nostri beneamati o maleodiadi mozzi della nave dei folli.
La sfida della terza stagione parte da qui e dal breve messaggio nella bottiglia che seguirà.
Ogni settimana noi ci saremo… e voi?
Messaggio nella bottiglia
Questo messaggio è per tutti coloro che sono all’ascolto. Non saremo più nell’etere ogni martedì nel famoso 105.25, il tempo della pappa pronta è finito. Ogni settimana ci saremo ma spetterà a voi che ascoltate dover ridiffondere il messaggio, fatelo nella maniera che più vi aggrada non importa. Sono tempi duri, bisogna prendere decisioni importanti ma non sempre facili da condividere. La paura dilaga, ovunque, anche nel mondo militante. Non tanto la paura della repressione o dello stato, no, anche qui la paura è quella di esprimersi liberamente, paura di uscire dalle linee guida, di infrangere tabù. Di indispettire chi poi ti ricoprirà di epitomi. Fascista, autoritario, no vax, abilista, agista, omofobo, transfobico, razzista, essenzialista e via dicendo. E tutto rimane così com’è, immobile, ma la sensazione è quella di stare cambiando tutto. Questa è la follia della post modernità. Ed è evidente, è davanti ai nostri occhi, si palesa sempre di più, così nella società di massa così tra i radicali, così in cielo così in terra. Ma niente. Non un sospetto che tutto stia andando storto. Ognuno ha il suo piccolo credo scolpito con anni di fatica. Ognuno si è ricavato il suo posticino. E nessuno lo vuole perdere.
Ma è venuto il tempo di perdere le nostre pseudo sicurezze. E’ tempo di abbandonare gli spazi sicuri. Nel tempo del terrore mediatico e delle diffide sociali cosa possa essere uno spazio libero e una persona libera potrebbero assumere significati diversi. La paura si diffonde sempre di più e non basterà un lasciapassare verde, rosso o giallo a farla sembrare una sicurezza. O una mascherina, o un vaccino, o un lavoro sicuro (per chi ne ha ancora uno), o un identità politica.
Siate vigili, state attente, è una epoca di tradimenti, di sotterfugi e malelingue. Chi vi è sempre stato vicino ora potrebbe non esserlo più, chi sembrava un po’ distante ora sembra potrebbe avvicinarsi per trovare conforto e ascolto.
L’omologazione sembra essere il destino della civiltà post moderna, il destino degli stati, delle istituzioni tutte, della medicina, il destino dello stile di vita globalizzato; sostenuto e diffuso dalle classi più agiate, desiderato e bramato da quelle più povere. E sembra essere il destino anche del mondo radicale, quello dell’attivismo, della militanza. Omologazioni differenti forse, o semplicemente sfumature diverse dell’omologazione totalitaria che la tecnologia industriale bio nano tecnologia e la Scienza con la S maiuscola ci stanno imponendo un decreto dopo l’altro.
La guerra dei cloni ha inizio. Scegliete da che parte stare con saggezza e volontà d’animo.
Che lo spirito selvaggio che ancora vive e prospera nei luoghi non devastati dalla civiltà industriale permei le vostra membra, fortifichi le vostra ossa e scaldi il vostro cuore.
Grazie per l’ascolto.
POSTFAZIONE – AMMUTINAMENO
Bentornati sulla Nave dei folli.
Eccoci di nuovo a bordo della galera infame, stretti in tecno-catene forgiate dal General Artificial Intellect con le sue schiere di startuppers e oliate da qualcosa che non è nemmeno più propaganda quanto una vita mediata dai media.
Fin qui, tutto male: le infauste previsioni della scorsa stagione si sono avverate, i buoni propositi rimasti narrazione morta. Il ritorno alla normalità ha significato cedere la propria libertà in cambio della possibilità di accedere a luoghi esclusivi tipo discoteche, stadi, teatri, spiagge, scuole, ospedali, fabbriche… A questo ricatto – ennesimo, certo, ma purtroppo definitivo in quanto irreversibile – hanno ceduto, perfino tra i cosiddetti antagonisti, quasi tutti. Ed è da questo quasi che dobbiamo ripartire, remando controcorrente se necessario. Le complicità sono finite, si sono imposte distanze, qualcuno erige muraglioni. Ciò che per comodità si chiamava movimento, e poi immobilismo radicale, è morto.
Rimane solamente una infrequentabile zona grigia, dove sopravvivono cadaveri semoventi detti cyborg che finché c’è rete – elettrica in primis – c’è speranza, e domani si vedrà. Quale narrazione postare, che evento seguire, dove andare a investire il proprio capitale militante.
E questa zona grigia merita nient’altro che il nostro ammutinamento.
A presto altre nuove, ciurma intrepida.
Sommario 3.1
Riferimenti 3.1
- John Williams, Star wars Main title e Imperial March (1977)
- Cluster, Im Suden (Cluster II, 1972)
- Stanley Kubrik, 2001 Odissea nello spazio (1968)
- Emospark
- Ozy, Klukka (Tokei, 2002)
- GRETATHUNBERG POSSE, Unite Behind the Science (ShipOfFools Records, 2021)
- Woody Allen, Il dormiglione (1973)
- Pink Floyd, Dramatic Theme (More, 1969)
- Nikolas Asimos, Varèthika (Non ne posso più) (O Xanapés, 1982) – TESTO