Episodio 3.36

Episodio 3.36

Ci soffermiamo sulle origini del lavoro di Negroponte e in particolare sui primi anni di vita dell’Architecture Machine Group, nella seconda metà degli anni ’60, quando lavorava al progetto – sponsorizzato oltre che dal MIT, da IBM e altre importanti aziende americane – di “macchina per l’architettura”: ovvero la ricerca di un «organismo [che] sarà un complesso costantemente mutevole di dispositivi che subirà mutazioni strutturali, genererà discendenti e evolverà, sempre sotto la direzione di un dispositivo cibernetico» (La macchina per l’architettura, 1969 – p. 163)

L’equipe si era concentrata sulla questione centrale del rapporto uomo macchina e del linguaggio da adoperare in questa relazione circolare. Uno dei sistemi o “programmi” creato è stato URBAN5, in grado di controllare i procedimenti di progettazione. L’obiettivo era «studiare la convenienza e la possibilità di dialogare con una macchina su un progetto di architettura ambientale… usando il computer come specchio obiettivo dei criteri di progettazione e delle decisioni formali dell’utilizzatore, che riflettesse reazioni basate su un campo d’informazioni più ampio dell’esperienza personale dell’utilizzatore» (p. 107; tratto da una conferenza di Negroponte e Groisser, “Environmental Humanism Through Robots”, tenuta nel 1967).

Dopo aver citato Karel Capek – «Non ci sarà povertà. Tutto il lavoro verrà fatto da macchine viventi. Gli uomini saranno liberi dalla preoccupazione e dalla fatica degradante. Ognuno vivrà soltanto per migliorare se stesso.» (Rossum’s Universal Robots) – Negroponte riflette sul fatto che di fronte all’eventualità di macchine intelligenti, si tende a pensare che siano necessariamente malvagie e distruggano i valori umanistici: insomma, «che verremo chiusi in riserve (…) per lo spasso di una classe dominante di automi» (La macchina per l’architettura, p. 19)

Al contrario, per avere un Umanesimo grazie alle macchine intelligenti, secondo Negroponte bisogna «non disumanizzare un processo che ha decisamente come fine l’umanizzazione. (…) A noi interessa semplicemente introdurre e promuovere una intelligenza della macchina che stimoli una progettazione per una vita migliore e consenta tutta una serie di metodi autoevolutivi. Parliamo di una simbiosi che è convivenza di due specie intelligenti» (p. 27).

 

 

Sommario 3.36

  • Introduzione con Soft Machine – Architecture Machine Group (Patrick Purcell, 1984)
  • Lilli Gruber & Antonella Viola – QUARTA DOSE
  • IL QUIZ della Nave dei Folli – INDOVINA CHI – 1 puntata
  • Gruber & Viola, ragazze cattive
  • LA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE – V parte – Homo inutilis inutilus. Sulla filosofia di Yuval Noah Harari a supporto delle creature cibernetiche – FONTI
     

Riferimenti 3.36

  • Direct Connection, 7G (COPY?RIGHT! vol. 1, 2010)
  • Rosa Balistreri, A tirannia (Amore, tu lo sai, la vita è amara, 1972)
  • Fabio Lucentini, Il COVID sta finendo (feb 2022)
  • Il teatro della politica, Bassetti – Quarta dose remix (dic 2021)
  • Ennio Morricone, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (colonna sonora, 1970)
  • Ennio Morricone, L’umanoide (colonna sonora, 1979)
  • Eartha Kitt, I Want To Be Evil (1954)
  • King Crimson, Starless (Radical Action to Unseat the Hold of Monkey Mind, Live 2016)
  • Tuxedomoon, In a Manner of Speaking (Holy Wars, 1985)
  • Fabrizio De Andrè, La Morte (Volume 1, 1970)
  • Assemblea Musicale Teatrale, La città futura (Marilyn, 1977)
  • Il Ritratto di Dorian Gray (Regia di Oliver Parker, 2009)
  • Rochers Hifi, Period Of Babylon (Music Is Immortal, 1996)
  • Ras Michael & The Sons of Negus, Keep Cool Babylon (Trojan Dub Massive Chapter 1, 2005)
  • Apocalyptica, Armageddon (Inquisition Symphony 1998)
  • Dead Man (Regia di Jim Jarmusch, 1995)