Episodio 3.35

Episodio 3.35

Dopo essersi laureato in Architettura al Massachusetts Institute of Technology e iniziato qui l’insegnamento nel 1966, Nicholas Negroponte è uno degli artefici dell’Architecture Machine Group del MIT, uno dei primi centri di ricerca a studiare le interfacce uomo-macchina e pioniere nell’utilizzo dei computer, attivo dal 1968 al 1982. In continuità diretta con quell’esperienza, sempre al MIT, partecipa alla fondazione del Media Lab nel 1985, e rende note al pubblico le sue tesi prima in una celebre conferenza TED nel 1984, poi in Essere digitali nel 1995. Il libro è suddiviso in tre parti (“I bit sono bit”; “Interfaccia” e “Vita digitale”) e prende avvio da una semplice constatazione – «Computing is not about computers any more. It is about living»; uno degli argomenti principali è la distinzione tra atomi e bit alle soglie di un’epoca in cui sono questi ultimi ad avere il predominio in quasi tutti i campi, dall’informazione al lavoro passando per l’economia.

Analizzando i progressi nel campo delle applicazioni informatiche propone una serie di predictions, ipotesi che, sebbene avveratesi solo in parte, nell’insieme hanno contribuito ad architettare la digitalizzazione della vita quotidiana. Il cosiddetto Negroponte switch, ad esempio, ha anticipato la supremazia delle connessioni senza fili rispetto a quelle cablate; inoltre ha previsto il pagamento delle tariffe non più a minuti ma a “pacchetti”, oltre alla possibilità di scegliere i contenuti – “on demand”. Google Street View, che permette di vedere strade di quasi tutto il mondo, non solo è stato anticipato concettualmente da Negroponte ma materialmente, con un’applicazione multimediale realizzata dal suo gruppo nel 1978, per addestrare i militari americani a proteggere luoghi importanti (come ambasciate, aeroporti…), senza esserci mai stati: potevano percorrere strade, entrare virtualmente in edifici, lasciare segni e altro.

Come gli altri cibernantropi, anche Negroponte auspicava una convergenza culturale tra tecnologia e scienze umane, tra arte e scienza: questa «polarità percepita, ma artificiale» sarà definitivamente eliminata grazie alla multimedialità. Che in realtà significa predominio della macchina, e per lui Internet è la materializzazione di questo processo inarrestabile: non c’è modo di contenere la libertà di irradiazione dei bit proprio come l’Impero Romano non poté arginare il cristianesimo. Riprendendo la celebre frase di Marshall McLuhan del 1964, Negroponte sostiene che nel mondo digitale «the medium is not the message», il medium non è il messaggio ma la sua incarnazione, perché lo stesso messaggio può essere trasferito in molti modi differenti. «È come se fossimo capaci di fare un cappuccino liofilizzato-congelato che, aggiungendogli acqua, diventa così buono, ricco e aromatico come quello fatto in un bar italiano».

Negroponte affronta il rapporto uomo-macchina sotto tutti i punti di vista, dai problemi di comunicazione e linguaggio a quelli del riconoscimento (ad esempio dei movimenti), passando dal disegno al computer agli studi sul “touchscrean” per arrivare ai cosiddetti digital butlers, maggiordomi elettronici che immaginava sia in presenza sia da remoto, personali o aziendali, che ci avrebbero alleggerito di molti compiti: non solo robot ma anche funzioni come la comunicazione tra oggetti e la domotica. Prevedeva etichette attive, badge intelligenti indossabili, lo smart watch. Per superare i limiti della difficoltà di utilizzo e delle interfacce incomprensibili e poco intuitive, auspicava non solo schermi più grandi, migliore qualità sonora e interfacce grafiche, ma… «Costruire computer che ti riconoscono, imparano di cosa hai bisogno, capiscono il tuo linguaggio verbale e non verbale».

 

 

Sommario 3.35

  • Introduzione
  • 1984 – Nicholas Negroponte, Conferenza TED
  • MANIFESTO DEGLI SCIMPANZÉ DEL FUTURO (Terza parte – Capitolo 8) – Di fronte ai decostruttori dell’umano: 2a puntata (L’ibridazione come rifiuto dell’altro) – TESTO
  • Pecetto, intervistato da Ino e Roberta dell’ANPI Ispra (2022)
  • Bernard LortatJacob, Le transhumanisme, c’est l’humanisme en mieux (www.lortajablog.fr – 2021) – TESTO in francese
  • BLACK-OUT VAC-CINA-TI (Autonomia O Pera Ya)
  • A Transhumanist Manifesto – David Wood & London Futurists (2013) – TESTO / VIDEO

 

Riferimenti 3.35

  • Ojos de Brujo, Rumba Dub Style P.A. Dust Mix (Rumba Dub Style, 2001)
  • Coil, Ostia (The Death Of Pasolini) (Horse Rotorvator, 1986)
  • Les Pires, Impedimenta + Montfavets Favorite + Die Heimat Melodie + Pelliculo (Cave Canem, 2000)
  • Pëtr Il’ič Čajkovskij, 4° movimento: Adagio lamentoso (Op. 74 – Sinfonia n° 6 in Si minore “Patetica”, 1893)
  • Yves Simoneau, L’ultimo pellerossa (Bury My Heart at Wounded Knee), 2007
  • Mediachildren, Civilized Beast + All In the Name of Ignorance (But Still They Ignore…, 1991)
  • Bryson Gray & Forgiato Blow, No Vaccine (Mayor of Magaville, 2021)
  • Roger Waters & Ron Geesin, Our Song + Red Stuff Writhe + A Gentle Breeze Blew Though Life + Piddle in Perspex + Dance Of The Red Corpuscles + Old Folks Ascension + Lick Your Partners (Music From The Body, 1970)