I RACCONTI NELLA BOTTIGLIA – La macchina si ferma (3a parte)

Per il ciclo “I racconti nella bottiglia”, ultima puntata della lettura de

LA MACCHINA SI FERMA – Racconto in tre parti di E. M. Forster

Parte terza – I sopravvissuti

Accompagnamento Musicale Suonato, Registrato e Cibernetizzato dalla Sezione Imperiale dell’Internazionale Dadaumpista (Ship Of Fools Records, Settembre/Ottobre 2022)

 

Qui si può scaricare il PDF del racconto

E.M. Forster – La macchina si ferma

I RACCONTI NELLA BOTTIGLIA – La macchina si ferma (2a parte)

Per il ciclo “I racconti nella bottiglia” prosegue la lettura de

LA MACCHINA SI FERMA – Racconto in tre parti di E. M. Forster

Parte seconda – L’apparato riparatore

Accompagnamento Musicale Suonato, Registrato e Cibernetizzato dalla Sezione Imperiale dell’Internazionale Dadaumpista (Ship Of Fools Records, Settembre/Ottobre 2022)

 

 

La prossima settimana la terza parte…

I RACCONTI NELLA BOTTIGLIA – La macchina si ferma (1a parte)

I RACCONTI NELLA BOTTIGLIA

Navigando in acque spesso sconosciute capita di sentire un rumore, un lieve tonfo sulla chiglia. Vien subito da pensare: un iceberg! all’erta!! qui si cola a picco!!! ma in realtà si tratta di una sorpresa: sono bottiglie, ognuna della quali contiene un messaggio che si fa racconto e diventa come una sorta di presagio, che i mozzi, lesti e curiosi, raccolgono e diffondono.

Qualcuno, dunque, dalla terra ferma affida al destino dei flutti una storia, che ha il sapore salmastro dell’inquietudine per un mondo che dissolve come un paesaggio al tramonto.

Il tempo corre.

Anche per te che ascolti è giunta l’ora di salpare verso l’ignoto.

I racconti nella bottigliaaaa

 

LA MACCHINA SI FERMA – Racconto in tre parti di E. M. Forster

Parte prima – L’aeroscafo

Accompagnamento Musicale Suonato, Registrato e Cibernetizzato dalla Sezione Imperiale dell’Internazionale Dadaumpista (Ship Of Fools Records, Settembre/Ottobre 2022)

 

 

La prossima settimana la seconda parte…

Inserti Speciali della NdF – Fascicolo 2 – LASZLO E LA TEORIA EVOLUZIONISTICA DEI SISTEMI

FASCICOLO 2 – Ervin Laszlo e la teoria evoluzionistica dei sistemi

Scaricate il libretto del Fascicolo 2 qui: FASCICOLO 2

 

 

Materiali Fascicolo 2

  • Ervin Laszlo, Vision 2020: Reordering Chaos for Global Survival,
    Gordon & Breach, Amsterdam, 1994
  • Ervin Laszlo, Science and the Akashic Field: An Integral Theory of
    Everything, Inner Traditions, Rochester (Vermont), 2004

 

Riferimenti Musicali Fascicolo 2

  • Iannis Xenakis, Psappha for solo percussion, suona Ying-Hsueh Chen
    (Live Cophenhagen, 2011)
  • Don Cherry & Latif Khan, Sangam + Rythm 58 1/4
    (Music / Sangam, 1982)
  • Popul Vuh, Mantra of the Touching of the Heart + Mantra of the Touching
    of the Earth + Angel of the Air (Part One) + Angel of the Air (Part Two)
    + In the Realm of Shadow + Wanderer Through the Night + Listen
    He Who Ventures + Brothers of Darkness – Sons of Light
    (Tantric Songs, 1981)
  • NigNigNig, Silent Searching For Commuted Biosphere – Etere (Akasha)
    (Akasha Doom Session, Re.edit 2020)

Episodio 3.41

Episodio 3.41

Ultima puntata della Terza Stagione

Qui il nostro commiato: TESTO

 

 

Sommario 3.41

  • Gran Blob Finale: Piero Angela (Super Quark, “Un mondo senza vaccini?”, 2018) / Quarta dose, lo spot con il premio Nobel Giorgio Parisi (2022) / Ascoltiam TUTT Bleckaut / Greta T. e Bianchi di La7: “Sarebbe moralmente sbagliato non votare, bisogna votare per il meno peggio!” / Scientists Rebellion Italia / Ucraina: Zelensky furioso con Amnesty + Amnesty International: Inaccettabili i giudizi arrivati da Kiev / Fusaro e Toscano + Povia)
  • COMMIATO ALLA TERZA STAGIONE
  • Cyberbraidottella 1
  • LA RIVOLTA DELLE MACCHINE di Han Ryner – 2 parte
  • Cyberbraidottella 2
  • Gran Blob reprise: (Lavaggio del cervello per bimbi: Leo e Giulia: I VACCINI / Vaiolo delle scimmie: hai paura? / Vaiolo delle scimmie, l’azienda danese Bavarian Nordic è pronta a sfornare milioni di dosi)

 

Riferimenti 3.41

  • Alfons, Corona (City Of Wuhan), 2020
  • Wolfgang Petersen, Virus letale (Outbreak), 1995
  • Magma, Mekanik Kommandoh (Mekanik Destruktiw Kommandoh, 1973)
  • MGZ, Muovete le manine (Cambio Vita, 1995)
  • Numbers And Parameters, Distopia (Human Activities, 2019)
  • Diamanda Galás, We Shall not Accept Your Quarantine (The Divine Punishment, 1986)
  • Motoi Sakuraba, The End of Everything (Tales of the Tempest Original Soundtrack, videogioco 2006)
  • Geómetra, Distopia (Cinematic Reprise original mix – Buenos Aires Outrun, 2020)
  • Atrium Carceri, Quarantine + A Place To Call Home (Ptahil, 2007)
  • Atrium Carceri, Sacrifice To The Machine (Code, 2018)
  • Queen of the Stone Age, No One Know (Festival Music, 2022)
  • Motoi Sakuraba, Prosperous Business (Tales of the Tempest Original Soundtrack, videogioco 2006)
  • Habak, Distopia (Un minuto de obscuridad no nos volverá ciegos, 2018)
  • Herbie Hancock, Dunia (Baraka, 2005)

Episodio 3.40

Episodio 3.40

Oggi niente Introduzione

 

 

Sommario 3.40

  • LA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE – VI parte – ID e disintegrazione dell’identità umana – FONTI

 

Riferimenti 3.40

  • Machina Amniotica, The End
  • Diamanda Galas, Sono l’antichristo (Plague Mask, 1984)
  • Diamanda Galas, Malediction (Masque of the Red Death, 1989)
  • Diamanda Galas,The Litanies Of Satan (The Litanies Of Satan, 1982)
  • Baldassarre Galuppi, Diego Fasolis, I Barocchisti, Swiss Radio Choir, Act I – Chorus “Presto, presto, alla catena” (Galuppi il Mondo alla Roversa, 2001)
  • Almamegretta, Catene (Imaginaria, 2001)
  • MGZ e le Signore, Abracadabra (Cambio Vita, 1995)
  • Mikis Theodorakis, Song Of Songs / canta Maria Farantouri (The Ballad of Mauthausen – Μπαλάντα του Μαουτχάουζεν, 1965)
  • Mikis Theodorakis, Song Of Songs / canta Elinoar Moav Veniadis (Mauthausen Trilogy, In memoriam of liberation, 2000)
  • Lou Reed, The Kids (Berlin, 1973)
  • Tuxedomoon, Jinx (Desire, 1987)

Episodio 3.39 – PUNTATA DOPPIA

Episodio 3.39 – PUNTATA DOPPIA

Ritornando all’influenza della seconda cibernetica sull’economia, vista anch’essa come sistema auto-organizzatore, entra in scena uno dei principali pionieri della tecnologia informatica o IT, Bill Gates, più che mai uomo giusto «al posto giusto nel momento giusto» secondo sua stessa ammissione, e i cui prodigi sono raccontati in The Road Ahead (1995, aggiornato «come un software» nel ’97) e Business @ the Speed of Thought (1999). Come gli altri cyber nocchieri dell’epoca è attratto dalle metafore biologiche e ripete agli imprenditori cui si rivolge che, essendo la circolazione dell’informazione la chiave del successo e ormai una realtà il primo stadio di «una nuova infrastruttura digitale paragonabile al sistema nervoso umano» costruita pure con il suo prezioso contributo, anche le loro aziende «hanno bisogno dello stesso tipo di sistema nervoso». (Business @lla velocità del pensiero, p. 7)

«Il successo o il fallimento di un’impresa dipendono dal modo in cui si raccolgono, gestiscono e utilizzano le informazioni»; se completamente digitalizzata, potrà scivolare su un «capitalismo senza attrito» (La strada che porta a domani, p. 226), senza più limiti né ostacoli. «Il capitalismo – che, come è dimostrabile, è il migliore dei sistemi economici esistenti – nel decennio scorso ha fornito chiare prove della sua superiorità rispetto ai sistemi economici alternativi. Con la trasformazione di Internet in una rete interattiva globale a banda larga, questa superiorità risulterà ancora più evidente (…) Adam Smith ne sarebbe compiaciuto.» (p. 262)

Nei primi ’90 Gates è «sorpreso dalla scarsa diffusione» della rete, ma a partire dal biennio ’93/94 Microsoft capisce che è giunta l’ora: «i nostri prodotti devono supportarlo» (La strada, p. 4-5). «Tutto ciò che ci voleva erano modem sufficientemente veloci, tariffe telefoniche abbastanza economiche, PC abbastanza potenti e un contenuto sul World Wide Web sufficientemente ricco: ormai non si poteva più tornare indietro! Non posso dirvi esattamente quando fu raggiunto il punto di non ritorno, ma alla fine del 1995 eravamo già oltre.» In pratica Internet aveva raggiunto la sua “massa critica”, quando limiti e punti deboli diventano una forza, ed era solamente nella prima fase di un processo che porterà verso una molto più complessa «autostrada informatica» (p. 10)

“Alle origini di una rivoluzione” (p.13) è il titolo del primo capitolo di una sorta di biografia informatica che narra del legame di Gates con i computer fin dalla tenera età, quando il Club delle Mamme della scuola media da lui frequentata comprò un grosso terminale per farci giocare gli alunni: era il 1968, e i ragazzi impararono ben presto a programmare la macchina per giocare dapprima a tris, poi più tardi a Monopoli, sviluppato grazie al linguaggio di programmazione BASIC. «Abbiamo provocato una specie di rivoluzione e oggi il computer si è insediato stabilmente nei nostri uffici e nelle nostre case. È diventato di dimensioni sempre più piccole e ha acquisito capacità sempre maggiori, diminuendo al contempo radicalmente di prezzo. E tutto ciò è accaduto piuttosto velocemente.» (p. 15)

Gates a 19 anni aveva già una chiara visione del futuro, voleva studiare economia anche se poi cambierà idea, ma in effetti «la mia intera esperienza con l’industria del computer è stata una serie di lezioni di economia». Sentiva di essere vicino al giorno in cui i computer ci avrebbero permesso di fare praticamente tutto e, soprattutto, «senza muoverci dalla scrivania o dalla poltrona» e senza staccarsi dalla rete durante eventuali spostamenti. «Allora il computer sarà più di un oggetto da portare con noi o di uno strumento da acquistare: sarà il nostro passaporto per una nuova vita “mediatica”.» (p. 17) «Lì avrà luogo ogni genere di attività umana, dai contratti da un miliardo di dollari ai rapporti amorosi.» (p. 19) «Con il tempo, queste macchine si inseriscono nella nostra vita quotidiana (…) Allora conquistano un posto sicuro accanto agli altri nostri strumenti. Una nuova generazione cresce con loro, modificandole e umanizzandole; in breve, giocando con esse.» (p. 20)

«Una cosa però è chiara: non possiamo voltare le spalle al futuro. Nessuno può scegliere di non farsi cambiare la vita dalla tecnologia. Nessuno può fermare nel lungo periodo i cambiamenti produttivi, perché sono sottoposti inevitabilmente alle leggi di mercato. (…) Sono convinto che il progresso sia ineluttabile, e in quanto tale tanto vale farne l’uso migliore, senza cercare di ostacolarlo. Sono ancora eccitato dalla sensazione di aver lanciato uno sguardo al futuro e di aver colto quel primo segno rivelatore delle sue rivoluzionarie possibilità.» (p. 25)

 

1a DOSE

 

2a DOSE

 

Sommario 3.39 / 1a DOSE

  • Introduzione
  • Hai paura… del fuoco di S. Antonio? (Basta la salute, RaiNews 12/7/2022) + SPOT del vaccino Herpes Zoster
  • LA RIVOLTA DELLE MACCHINE di Han Ryner – 1 parte
  • Pier Mario Biava – Riprogrammazione cellulare, codice epigenetico, embrioni di Zebrafish
  • Hai paura… del vaiolo delle scimmie? (Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, Ginevra, 23 luglio 22) + Campagna di comunicazione per la Quarta dose del vaccino contro il COVID-19
  • Michel Bounan, IL TEMPO DELL’AIDS (415, Torino 1993) Quinta parte: IL FANTASMA DI PINOCCHIO (La logica del vivente)
  • Ervin Laszlo, Zebrafish reprise

 

Sommario 3.39/2a DOSE

  • THE DARK SIDE OF ECOLOGY: Viaggio alla scoperta del lato oscuro del pianeta Verde – Terza parte: Ecologia politica del Capitale – La fabbricazione di Greta ThunbergTESTO (Video: FFF Italia, “Cara Italia, ascolta questo silenzio” #RitornoAlFuturo / Cos’è il Climate Social Camp / Il Fatto quotidiano, Torino, presentato il Climate Social Camp / Diego Bianchi intervista Greta Thunberg: “Per avere un mondo migliore bisogna creare un mondo migliore”)

 

Riferimenti 3.39 / 1a DOSE

  • Philip Glass, Mickey Hart, Kitaro, #2 For Gaia (Freedom Chants from the Roof of the World, 1989)
  • MGZ, Hai paura? [bum bum version] (Cambio vita, 1995)
  • Herbie Hancock, Baraka (Baraka, 2005)
  • Two shots for summer
  • 23 PSi, The Music Ain’t Over (2014)
  • Sons of Kemet, The Long Night Of Octavia Butler + Play Mass + My Queen Is Harriet Tubman + In The Castle Of My Skin (Lest We Forget What We Came Here to Do, 2015)

 

Riferimenti 3.39/2a DOSE

  • Monaci Gyuto, Yamantaka (Freedom Chants from the Roof of the World, 1989)
  • Fanfare paysanne de Zece Prăjini, Teatro rituale dell’anno nuovo: Arăpeasca (1996)
  • Ol’ga Anatol’evna Njavan, assolo (Sakhaline: Musique vocale et instrumentale, 1996)
  • Nande, assolo di akasayi / lamellofono (Zaïre: Entre Les Lacs Et La Forêt — La Musique Des Nande, 1991)
  • Pigmei Efe, Canti d’iniziazione delle ragazze (Chants De L’Orée De La Forêt: Polyphonies Des Pygmées Efe, 1990)
  • Crawling With Tarts, Noche Gato III + Gorge Nick Maria + Trona Music + The Bean Threaders + Section of a Large Inflorescence + The Bee (Mayten’s Throw, 1994)
  • Steve Hillage, Electrick Gypsies (L, 1976)

Episodio 3.38

Episodio 3.38

Chiudiamo questa lunga parentesi dedicata a Nicholas Negroponte e ai suoi studi pionieristici riportati in La macchina per l’architettura che, come abbiamo visto, «deve capire le nostre metafore, deve procurarsi informazioni per conto suo, acquistare esperienze, parlare con un’ampia varietà di persone, migliorare col tempo e essere intelligente» (p. 169). Per sviluppare questa supposta intelligenza della macchina informatica e non limitarla al ruolo di “calcolatore”, al MIT si svolgevano studi riguardanti la “generazione di soluzioni”, come LEARN e GROWTH; la gestione e l’immagazzinamento delle informazioni, come DISCOURSE oppure MEMORY dell’Urban Systems Laboratory; infine la “simulazione di eventi”, la cui importanza Negroponte aveva intuito già allora. «Quando si conoscono sufficienti regole empiriche o sperimentali di un processo, è possibile far assumere alle macchine il carattere di quell’evento e far loro ripetere un finto accadimento di quel processo – cioè una simulazione. Questa forma di finzione meccanica, se condotta con ragionevole rigore, è un mezzo formidabile per perfezionare un insieme originale di regole o per precollaudare procedimenti e progetti» (p. 74)

All’epoca ricerche e applicazioni erano legate principalmente ai flussi urbani, pedonali e automobilistici – vedi lo studio di Daniel Ross del Dipartimento di Studi Urbani del MIT denominato CARS (Computer-automated routing and scheduling) – tuttavia Negroponte intravede la probabile, diremo inevitabile estensione della Macchina Informatica ad altri campi, fino alla sua onnipresenza domestica (ne sa qualcosa un altro famoso nocchiere cibernetico nonché autore di simulazioni Pandemiche, Bill Gates, pure lui preconizzatore del computer in ogni casa). Inoltre, sempre secondo il primo ciber-architetto, un campo di ricerca fertile è quello dei giochi che, citando Arthur Samuel, «sono un ottimo mezzo per studiare metodi di simulazione di certi aspetti del comportamento intellettuale: perché sono divertenti e perché riducono il problema a dimensioni controllabili.» (“Programming Computers to Play Games”, Advances in Computers n° 1, 1960).

Si chiede Negroponte: «Perché il “gioco della progettazione” è considerato all’avanguardia e di moda? A che servono i giochi?» E si risponde: «I giochi sono un mezzo di apprendimento sia per gli uomini che per le macchine. “Il gioco e l’apprendimento sono altrettanto connessi, e non è difficile dimostrare il rapporto tra intelligenza e gioco”. (McLuhan, Gli strumenti del comunicare, 1965) Implicano un insieme di strategie, tattiche, obiettivi e processi che sono utili al di fuori dell’astrazione del gioco e certamente nella progettazione.»

Uno dei campi d’applicazione privilegiati per studiare l’intelligenza della macchina era ovviamente la scacchiera. «Storicamente gli scacchi sono stati il diploma di laurea della macchina. Nel 1769 il barone Kempelen costruì una macchina truccata per giocare a scacchi: l’automa Melzel. Il trucco era basato sugli armeggi di un nano nascosto che osservava dal di sotto le mosse e manovrava un fantoccio meccanico. (…) Le prime ricerche di Claude Shannon nel 1956 e i successivi studi di Henri Simon e Baylor del 1966 hanno portato alla costruzione di macchine per giocare a scacchi che rivelano tecniche sofisticate per l’assunzione di decisioni intelligenti mediante previsioni strategiche. Dato che le posizioni degli scacchi sono circa 1 seguito da 120 zeri… è improbabile che un dispositivo di calcolo possa esplorare completamente tutte le possibili linee d’azione. Perciò la macchina che gioca a scacchi osserva le situazioni locali, esamina un numero limitato di mosse future e fa una congettura.» (p. 101-103)

Nicholas Negroponte sapeva che uno dei problemi centrali era trovare l’equilibrio tra individuo e massa, tra la singola macchina e la Rete, ben riassunto già nel ’67 da Shubik: «La moderna teoria delle decisioni, l’economia, la psicologia e la teoria dei giochi hanno come presupposto la scelta individuale chiaramente motivata in condizioni di informazioni complete. È noto però che due spiacevoli realtà ci allontanano dalla relativa semplicità di questo presupposto. La prima riguarda l’uomo come elaboratore di informazioni e la seconda il conflitto tra le preferenze individuali e di gruppo.» (Martin Shubik, “Information, Rationality and Free Choice in a Future Democratic Society”, Daedalus n° 3, 1967) Il fulcro delle idee di Negroponte (e colleghi) è contenuto nel paragrafo seguente, che abbozza una risposta al dilemma cibernetico e che, ahinoi, merita di essere riportato nella sua interezza. Il titolo profetico è “Macchine a domicilio”.

 

MACCHINE A DOMICILIO

«Per la gente di classe inferiore ci vogliono cucine grandi; per quella di classe media ci vogliono camere da letto grandi; i corridoi vanno bene per i poveri, eccetera eccetera. Criteri architettonici generali consentono agli enti federali di stabilire degli standards minimi, permettono agli architetti di ignorare i casi particolari e piacciono molto a chi ama le generalizzazioni empiriche. Le generalizzazioni empiriche, insomma, fanno molto comodo a chi deve prendere le decisioni, ma non giovano necessariamente al benessere della gente.

Oggi esiste l’advocacy planning, un metodo di progettazione che cerca di evitare il livellamento degli stili di vita, di soddisfare le esigenze particolari. I tentativi di accertare i bisogni e i desideri individuali possono assumere varie forme: il questionario (riempite gli spazi vuoti), le riunioni di quartiere (siamo qui per ascoltare i vostri problemi), l’intervista personale (ditemi che cosa volete). Si noti che in ognuno di questi mezzi di comunicazione si suppone che l’interrogante sappia che cosa chiedere, che l’interrogato sappia che cosa rispondere e che le opinioni non mutino rapidamente. Inoltre l’advocacy planning opera in un tempo così irreale che nel frattempo le opinioni e i desideri dei singoli abitanti cambiano.

Ipotizziamo due progressi tecnologici futuri: primo, sistemi edilizi versatili capaci di rispondere al mutamento (per mese, stagione, anno) dei bisogni umani; secondo, terminali di computer domestici capaci di parlare in modo grafico e uditivo.

In un futuro non troppo lontano avremo «consoles di computers installate in ogni casa… il sistema chiuderà le finestre quando piove.» (J. McCarthy, “Information”, Scientific American n° 3, 1966) Per mezzo della televisione via cavo (potenzialmente un dispositivo a due vie) o dei video-telefoni (come il Picturephone prodotto nel 1969 dalla Bell), queste macchine onnipresenti potrebbero funzionare da assistenti sociali a disposizione in ogni ora del giorno e della notte per dare o ricevere informazioni. (…)

Con le macchine in casa, ogni cittadino potrebbe partecipare intimamente alla progettazione del suo ambiente fisico dialogando (in pratica) con le proprie esigenze. Oppure l’interazione si può anche intendere nel senso che tutti parlerebbero con l’architetto non esplicitamente, ma implicitamente, attraverso un dialogo da macchina a macchina. Gli architetti risponderebbero alle particolari situazioni di un quartiere e proporrebbero alternative da esaminare – superando forse in questo modo il divario tra progettista e abitante che esiste oggi nel problema dell’abitazione.

Già ora il telefono a tastiera dà origine a un terminale di computer domestico il cui gergo a dieci bottoni si presta a una conversazione potenzialmente ubiqua uomo-macchina. Associati a elementi di risposta audio, questi telefoni possono dialogare con la pressione dei pulsanti come “ingresso” e la lingua parlata come “uscita”. Frank Westervelt ha incorporato nel 1968 tale sistema nel Centro di Calcolo dell’Università del Michigan. Come sviluppo di quest’ultimo, Richard Hessdorfer sta elaborando un interlocutore meccanico basato sulla lingua inglese. La macchina di Hessdorfer è un oggetto di consumo (non uno strumento industriale o professionale) che un giorno potrebbe essere in grado di parlare ai cittadini per mezzo del video-telefono a tastiera o la televisione via cavo interattiva.

Nell’ambito di questo esperimento, si portò un dispositivo telescrivente nel South End, un ghetto di Boston, e si invitarono tre abitanti del quartiere a parlare con la macchina nel loro ambiente locale. Benché la conversazione fosse intralciata dalla necessità di scrivere a macchina, riuscì abbastanza sciolta da dimostrare due cose importanti: primo, i tre abitanti non avevano nessuna difficoltà o diffidenza a parlare in inglese con una macchina dei loro desideri personali; non scrivevano osservazioni non richieste, ma iniziavano immediatamente un dialogo sui proprietari degli slums, sulle strade, le scuole eccetera; secondo, i tre abitanti-utilizzatori dicevano alla macchina cose che forse non avrebbero detto a un’altra persona, soprattutto a un urbanista o un politico bianco. Per loro la macchina non era né negra né bianca e certamente non aveva pregiudizi. (I tre utilizzatori non sapevano che l’esperimento si svolgeva attraverso linee telefoniche collegate alle telescriventi, e che all’altro capo c’era un uomo e non una macchina. Presto sarà ripetuto, stavolta con una macchina all’altro capo della linea telefonica).

Con queste macchine domestiche (addomesticate) il compito di progettazione diventa quello di armonizzare le preferenze individuali con quelle di gruppo. Le macchine controllerebbero la propensione al mutamento del corpo politico. Grandi elaboratori centrali – macchine madri – potrebbero interpolare e estrapolare i desideri collettivi locali esaminando una vasta popolazione di “macchine del consumatore”.

Ciò che distinguerà queste macchine dall’ambiente di Brave New World è che esse potranno (e dovranno) cercare l’eccezione (nei desideri e nelle esigenze), l’uno su un milione. In altre parole le nostre macchine onnipresenti non si ecciteranno quando la generalizzazione concorda con l’aspirazione locale: la nostra macchina reagirà quando il particolare si differenzia dalle preferenze di gruppo, e non per contrastarlo, ma per soddisfarlo.»

La macchina per l’architettura (1969), Il Saggiatore, Milano 1972 (p. 85-88)

 

 

Sommario 3.38

  • Introduzione con “Macchine a domicilio”
  • AMMAZZARE IL TEMPOTESTO
  • Comunismo e Intelligenza Artificiale (Cina: l’AI per scoprire gli infedeli di Jeff Hoffman)
  • Marcello Cattani, presidente Farmindustria (Basta la salute RaiNews 12/7/2022)
  • MANIFESTO DEGLI SCIMPANZÉ DEL FUTURO (Terza parte – Capitolo 8) – Di fronte ai decostruttori dell’umano: 4a puntata – TESTO
  • Marcello Cattani Reprise

 

Riferimenti 3.38

  • Deutsch Nepal & The Moon Lay Hidden Beneath A Cloud, Untitled III + Untitled II + Untitled I (A Night In Fear, 1999)
  • George Antheil, 44 Prèludes And Percussion Dance For Piano: Slowly (La Femme 100 Tetes, 1933)
  • Coil, 7-Methoxy-β-Carboline: Telepathine (Time Machines, 1998)
  • Depeche Mode, Timeless – Kruder & Dorfmeister remix (Depeche Mode Remixes 81…04, 2004)
  • Giuseppe Bertolucci, Berlinguer ti voglio bene (1977)
  • Maxmaber Orchestar, Russian Sher (Ajde Jano!, 2007)
  • The Advent, Bad Boy [Remix] (Shaded Elementz, 1996)
  • Pol Silentblock, Overdose (NO MORE SEXISM / Female Tape / No Macho Side, 1997)
  • MGZ, Hai paura? [bum bum version] (Cambio vita, 1995)