Episodio 6.4

Episodio 6.4

Norbert Wiener, nato nel 1894, si diplomò a 14 anni, a 18 ottenne il dottorato ad Harvard e in seguito si distinse nel campo della fisica, anche a livello internazionale. Negli anni Trenta lo troviamo tra le principali figure del MIT, dove contribuisce alla teoria quantistica, allo sviluppo della balistica e alle tecnologie della comunicazione, e nel 1940 si mobilita in un sub-comitato di scienziati che ragionava su come l’American Mathematical Society potesse dare il proprio contributo a una probabile emergenza nazionale. Anticipando il coinvolgimento bellico degli Stati Uniti, la scienza era già in guerra, e per far questo doveva scendere dal suo piedistallo, trovare i suoi fondamenti nella materialità e indirizzarsi al mondo delle armi.

I calcoli relativi ai movimenti degli aeroplani nemici simulati sull’analizzatore differenziale di Bush dovevano tradursi in qualcosa di concreto e nei mesi conclusivi del 1940 Wiener è sempre più convinto che i matematici debbano abbandonare la “purezza” e sporcarsi le mani. Per ottenere risultati pratici c’era bisogno di esperti in tecniche computazionali, provenienti dalla Remington-Rand o dall’IBM, gente che avesse familiarità con le valvole termoioniche, che padroneggiasse tecniche di ingegneria delle comunicazioni come la telefonia. «Se non posso trovare tutti questi talenti riuniti in un solo uomo, sarò costretto a mettere insieme un team di persone ognuna con un talento specifico in un campo e una conoscenza generale degli altri. In questo gruppo probabilmente io dovrei essere l’unico matematico (…) e dovrò oltrepassare i normali limiti della professione.» (Lettera a Marston Morse, 12/3/1941) Sebbene il programma di Wiener sarà infinitesimamente più piccolo di altri – ad esempio il Radiation Laboratory, per non parlare del progetto Manhattan di Los Alamos – il suo gruppo assai ristretto e il suo budget quasi irrisorio, i risultati in termini di integrazione dei sistemi uomo-macchina avranno tali e tante ripercussioni che nel dopoguerra il suo valore sarà incalcolabile.

Tornando all’AA predictor, nel gennaio del ’41 Wiener chiama a lavorare con sé un ingegnere elettrotecnico del MIT, Julian Bigelow, e ben presto si rendono conto che il meccanismo deve tenere conto di due movimenti irregolari, quello dell’operatore di terra che gira la manovella per seguire il suo bersaglio sul puntatore telescopico, e quello del pilota che per sfuggire al fuoco contraereo procede zigzagando. Entrambi devono essere filtrati, e Wiener adopera i suoi vecchi studi dei servomeccanismi, apparecchi a retroazione come i termostati o i siluri autoguidati, anche se in questo caso il problema era maggiore data la discrepanza temporale tra l’azione e l’effetto prodotto, una ventina di secondi prima che il proiettile colpisca l’obiettivo in aria. «Abbiamo capito che la “casualità” o irregolarità della traiettoria di un aeroplano è introdotta dal pilota; che nel tentativo di costringere il suo velivolo dinamico a eseguire una manovra utile, ad esempio un volo in linea retta o una virata a 180°, il pilota si comporta come un servomeccanismo, cercando di vincere il ritardo dovuto alla dinamica del suo aereo in quanto sistema fisico, come risposta a uno stimolo che aumenta in intensità in proporzione al livello con cui non è riuscito a svolgere il suo compito. Altro fattore importante, la reazione cinestetica del pilota al movimento dell’aereo è ben diversa da quella che tutti gli altri sensi lo porterebbero normalmente ad aspettarsi, di modo che per poter volare con precisione deve dissociare la sua cinestetica dal suo senso visivo.» (Summary Report for Demonstration, inviato il 10/6/1942 al Office of Science and Research Development, National Defense Research Committee).

Un problema fisico e psicologico, dato che il pilota opera in mezzo al fuoco della contraerea, tra le turbolenze dell’aria e i fasci di luce dei proiettori, e Wiener nota che sotto stress l’essere umano tende a comportarsi in modo ripetitivo e dunque prevedibile. Così, assieme a Bigelow, un esperto pilota, e al tecnico Paul Mooney, compiono una serie di esperimenti di simulazione costruendo una speciale apparecchiatura in grado di dare la sensazione di avere tra le mani i comandi di un aereo e avvalendosi di proiezioni sul muro di luci che ricreavano sia la posizione dell’aereo sia la perlustrazione dei proiettori contraerei. I dati elaborati in seguito dall’AA predictor dimostrano che le “reazioni nervose” dello pseudo pilota presentano caratteristiche importanti: le differenze tra i diversi piloti sono minime e c’è un alto livello di correlazione tra i movimenti del singolo pilota prima e dopo la situazione di pericolo. Se la previsione non funziona molto per l’insieme dei piloti, è però abbastanza accurata nell’analisi di ciascun operatore. A margine, Wiener suggerisce l’utilità di adoperare «un’apparecchiatura simile nella diagnosi delle differenze individuali nel comportamento riflesso e delle condizioni patologiche che riguardano l’arco riflesso spinale. Molti altri ampliamenti di queste idee si imporranno da sé a fisiologi, neuropatologi ed esperti in test attitudinali.» (Ibid.)

L’AA predictor perciò non è soltanto il primo congegno cibernetico ma anche un prototipo di macchina ad apprendimento, e sono le caratteristiche dell’essere umano ai comandi del velivolo a dover essere studiate, in modo da calcolare le sue mosse future e colpirlo a morte. Questo operatore può opporre qualche comportamento strategico per evitare di essere colpito: «Se tale azione potesse venire liberamente eseguita dal pilota, ed egli fosse in grado di fare un uso intelligente delle sue possibilità, come per esempio ci aspettiamo da un buon giocatore di poker, avrebbe tante possibilità di modificare, prima dell’arrivo di un proiettile, la sua posizione prevista, che le probabilità di abbatterlo non sarebbero molte, tranne forse nel caso di un ampio sbarramento di fuoco. D’altro lato, il pilota non ha completa libertà di manovrare come vuole. In primo luogo, egli si trova su un aereo che vola a velocità elevatissima, e una deviazione troppo brusca causerebbe un’accelerazione tale da fargli perdere i sensi o da disintegrare l’aereo. In secondo luogo, egli può controllare l’aereo soltanto mediante il movimento delle superfici di governo, e ogni nuovo regime di volo richiede un certo tempo, seppure breve, per stabilirsi. Anche quando si è pienamente stabilito, esso varia semplicemente l’accelerazione dell’aereo, e questa variazione di accelerazione, per diventare efficace, deve prima convertirsi in variazione di velocità e poi in variazione di posizione. Inoltre, un pilota sotto la tensione del combattimento non è nelle condizioni migliori per impegnarsi in un’azione sciolta, libera e complessa, ma seguirà con ogni probabilità il modello di comportamento cui è stato addestrato.» (Norbert Wiener, La cibernetica. Controllo e comunicazione nell’animale e nella macchina [1948/1961], il Saggiatore, Milano 1968, p. 28)

Dal lavoro sulla contraerea Wiener trae una lezione fondamentale, ovvero che è indispensabile concettualizzare il pilota e l’arma, in quanto servomeccanismi, all’interno di un unico sistema. Come ricorderà anni dopo, per quanto si possa riuscire a eliminare questa o quella funzione umana dai sistemi d’arma, «non pare nemmeno lontanamente possibile eliminare l’elemento umano così come si presenta nel comportamento del nemico. Pertanto, al fine di ottenere il trattamento matematico più completo possibile dell’intero problema del controllo, è necessario integrare le diverse parti del sistema in un singolo fondamento, o umano o meccanico. Dal momento che la nostra conoscenza degli elementi meccanici del puntatore d’arma ci sembra molto più avanzata rispetto alla conoscenza della psicologia, abbiamo scelto di provare a cercare un analogo meccanico del puntatore d’arma e del pilota di aereo.» (Norbert Wiener, I Am a Mathematician, pp. 251-52) La teoria del servomeccanismo sta per diventare la misura dell’uomo.

Inoltre Wiener ha la grande intuizione che la missione fondamentale dell’elettronica sia quella di sopprimere il disturbo e trasmettere l’informazione: «gli studi più moderni sugli automi, sia artificiali che naturali, sono una branca della tecnica delle comunicazioni, e in essi le nozioni fondamentali sono quelle di messaggio, di quantità di disturbo o “rumore” – un termine questo preso dalla tecnica telefonica – di quantità d’informazione, di sistema di codificazione, e cosi via.» (La cibernetica, p. 70). Ma le sue idee erano divergenti da quelle di molti altri fisici, perciò il 21/3/1942 rassegna le sue dimissioni dal Radiation Laboratory al direttore E. L. Bowles. Non voleva più perdere il suo tempo con puerilità, con l’inutile soluzione di problemi teorici: senza la conoscenza dei processi di comunicazione gli sforzi sarebbero rimasti al livello dei boy-scout.

In quei giorni era nervoso e lavorava freneticamente, spesso sotto l’effetto della Benzedrina; se ne accorge anche Warren Weaver, all’epoca a capo dell’Applied Mathematics Panel, una sezione dell’Office of Scientific Research and Development che coordinava il lavoro di centinaia di matematici nella ricerca operativa in campo bellico, che lo vede camminare su e giù per una stanza, grondando sudore mentre si scusa per non essere riuscito a calcolare un integrale che abbia una qualche applicazione pratica, che era quello che ci si aspettava da lui. In una lettera del 22/6/1942 all’amico e collega John Haldane dice: «Il behaviorismo come lo conosciamo è un metodo consolidato di studio biologico e psicologico, ma da nessuna parte ho visto un tentativo adeguato di analizzare le possibilità intrinseche ai diversi tipi di comportamento. Questo è diventato per me necessario in rapporto alla progettazione di un’attrezzatura che compia specifici scopi nel modo della ripetizione e della modifica di pattern temporali.» Wiener non specifica il contenuto degli studi per questioni di sicurezza, poi aggiunge che l’esame di un apparato da questo punto di vista è una componente fondamentale dell’ingegneria della comunicazione, dove la funzione di uno strumento tra quattro terminali è specificata prima che qualcuno si occupi di com’è realmente costituito l’apparato all’interno della scatola. Senza entrare nel dettaglio del significato della scatola nera (e bianca) in elettrotecnica, quel che conta è che Wiener suggerisce ad Haldane che fino ad allora «nessun comportamentista aveva ancora realmente capito le possibilità del comportamento». È chiaro che considerava l’AA predictor, che nei giorni in cui scriveva questa lettera era quasi pronto per essere inaugurato, come il prototipo di un nuovo modo behaviourista di intendere il sistema nervoso stesso.

Pochi giorni dopo, il 1° luglio, l’esperto di computer George Stibitz, che lavorava ai laboratori della Bell e durante la guerra era consulente per il National Defense Research Committee, visita il laboratorio in cui operano Wiener, Bigelow e Mooney, rimanendo profondamente stupito: a suo avviso il loro strumento di previsione statistica compie miracoli. Scriverà nel suo rapporto: «Wiener fa notare come la loro apparecchiatura sia probabilmente uno degli approcci meccanici che si sia maggiormente avvicinato al comportamento psicologico. Tra parentesi, il predictor è basato su buone idee behaviouriste, dato che cerca di prevedere azioni future di un organismo non studiando la struttura dell’organismo ma studiando il comportamento passato dell’organismo.»

 

 

Sommario 6.4

  • Introduzione
  • VAX Der Layden (Ursula von der Leyen al Global Citizen Festival di New York, 28/9/2024)
  • Evgenij Zamjatin, Noi – tratto dall’Appunto 15
  • Leonardo Lippolis – Un oscuro scrutare. La trasparenza distopica di Smart City ( Introduzione alla nuova edizione del 2024 di Viaggio al termine della città, Eleuthera, 2009) – PRIMA PARTE

 

Riferimenti 6.4

  • Cabaret Voltaire, Exterminating Angel (Intro) + The Message (The Conversation, 1994)
  • Cabaret Voltaire, The Power (Of Their Knowledge) (Shadow of Fear, 2020)
  • Krisma, Metropolis (Emo-Euro-Emo, 2008)
  • Derek Jarman, Jubilee (1978)
  • Joy Division, Failures of the Modern Man (An Ideal For Living, 1978)
  • Brian Eno, Slow Water (Jubilee, 1978)
  • Joy Division, Incubation (Substance, 1988)
  • Joy Division, These Days (Live at Les Bains Douches, Parigi, 18/12/1979)
  • The Original Adam and the Ants, Plastic Surgery (Jubilee, 1978)
  • Wayne County & The Electric Chairs, Paranoia Paradise (1977)
  • Suzi Pinns, Rule Britannia + Jerusalem (Jubilee, 1978)
  • John Foxx, New Kind of Man (Metamatic, 1980)

Episodio 6.3

Episodio 6.3

Il 20 settembre 1940 Norbert Wiener scrive al coordinatore scientifico delle ricerche militari degli Stati Uniti, Vannevar Bush: «Spero tu possa trovare qualche ambito di attività in cui io possa essere utile durante l’emergenza.» Siamo nei mesi in cui l’aviazione nazista sta colpendo duramente l’Inghilterra, e Wiener ha delle idee su come adoperare l’apparecchiatura computazionale di Bush, il cosiddetto analizzatore differenziale (differential analyzer), per progettare più velocemente materiale bellico, dalle ali degli aerei alle bombe, e più nello specifico reitera la sua proposta di arma contraerea che consiste nel far detonare in quota dei contenitori di gas liquido come etilene, propano o acetilene. Sarà proprio dall’idea di costruire un’arma antiaerea che, negli anni seguenti, lavorerà alla messa a punto di quel dispositivo che chiamerà “antiaircraft (AA) predictor”, nella doppia accezione di puntatore per contraerea e di strumento di previsione della posizione dell’aeroplano nemico. Ma infine Wiener andrà ben oltre la concezione di un’arma da guerra: passo dopo passo, giungerà non soltanto a considerare il predictor come il prototipo della mente tanto del pilota dell’Asse nemico quanto di quella dell’artigliere alleato, ma più generale a includere nel suo modello la vasta gamma dei sistemi di retroazione umani presenti nella cinestesia e in ambito elettrofisiologico. Queste idee nel dopoguerra diventeranno la scienza da lui battezzata cibernetica che, inglobando intenzionalità, apprendimento e molto altro di quanto presente nella mente umana, lo porteranno a credere di capire il funzionamento della totalità degli animali, delle macchine, dell’universo stesso.

Se la cibernetica fu battezzata adoperando l’immagine pittoresca e romantica del timoniere (che in greco è kubernetes), il suo modello era in realtà quello molto più prosaico e moderno del pilota nemico di cacciabombardieri. In quegli anni si delineano, soprattutto nei paesi anglosassoni, due modi di concepire il nemico. Innanzitutto c’è la sua degradazione ad animale da schiacciare, pidocchio, formica, verme; il generale inglese Thomas Blamey, nel 1942, rivolgendosi a Port Moresby ai suoi uomini parlava così del soldato giapponese: «è una bestia subumana, che ha riportato l’arte della guerra a un’epoca primordiale, che segue le regole della giungla combattendo con le unghie e con i denti, e che bisognerà sconfiggere con le sue stesse regole della giungla… Uccidetelo o vi ucciderà.» Un anno dopo sul campo di battaglia di Buna-Gona, sempre nell’isola di Papua, dirà: «combattere contro i giapponesi non è come combattere contro normali esseri umani. (…) Il giapponese è un piccolo barbaro. (…) Non siamo di fronte a essere umani così come li conosciamo. Siamo di fronte a qualcosa di primitivo. Le nostre truppe hanno la giusta opinione dei giapponesi. Li considerano dei parassiti.»

Ma al tempo stesso comincia a farsi strada un’altra versione del nemico, meno razzista e più anonima, quella dello sconosciuto vittima dei raid aerei, in cui la distanza fisica è anche morale e le persone uccise diventano invisibili. Lo metterà bene in luce anni dopo Günther Anders, nella sua prima lettera scritta nel 1959 a uno dei piloti della squadriglia aerea che bombardò Hiroshima, Claude Eatherly, che si era pentito ed era quasi uscito di senno, a differenza di altri come il radarista dell’Enola Gay Joe Stiborik, secondo cui era solo una bomba più grossa delle altre, o di un ex capo di stato che, «rovesciando ingenuamente ogni morale (…), ha dichiarato (…) di non sentire i minimi “rimorsi di coscienza”, che sarebbe una prova lampante della sua innocenza.» (Günther Anders, Diario di Hiroshima e Nagasaki, p. 195) Anders, a differenza di Wiener, capisce che la «tecnicizzazione dell’esistenza» trasforma la morale dell’essere umano: «il fatto che, indirettamente e senza saperlo, come le rotelle di una macchina, possiamo essere inseriti in azioni di cui non prevediamo gli effetti, e che, se ne prevedessimo gli effetti, non potremmo approvare (…). La tecnica ha fatto sì che si possa diventare “incolpevolmente colpevoli”, in un modo che era ancora ignoto al mondo tecnicamente meno avanzato dei nostri padri», e questo è dovuto principalmente al fatto «che siamo in grado di produrre più di quanto siamo in grado di immaginare; e che gli effetti provocati dagli attrezzi che costruiamo sono così enormi che non siamo più attrezzati per concepirli.» (Ibid., pp. 191 e 194)

Durante la guerra mondiale si fa strada una terza immagine del nemico, molto diversa sia dal soldato stanato dalle trincee ma anche dall’invisibile abitante dei palazzi bombardati dall’alto: quella di un avversario meccanico, spietato e dal sangue freddo, prodotto dai laboratori di ricerca bellica del MIT così come di molte altre università dei paesi sia Alleati sia dell’Asse. In campo americano, nel calcolo di questo nemico convergevano tre scienze strettamente legate: la ricerca operativa, che si concentrava sul massimizzare l’efficienza nel localizzare e distruggere i sommergibili tedeschi; la teoria dei giochi, quella ideata da John von Neumann e Oscar Morgenstern (Theory of Games and Economic Behavior, 1944) in cui gli strateghi militari prendono spunto dalla tecniche di gioco per analizzare ciò che dovrebbero fare due forze opposte allorché si aspettano che l’altra agisca nella maniera più razionale possibile, ma ignorando entrambe sia le specifiche intenzioni dell’avversario sia la sua scelta di dove, come e quando bluffare. Infine, nella sua visione cibernetica, Wiener divideva il nemico in due categorie: da una parte il “diavolo Manicheo”, «che essendo determinato a vincere adopererà ogni stratagemma di astuzia o dissimulazione per ottenere il successo» e che può dunque cambiare strategia per fregarci, e dall’altra il “diavolo Agostiniano”, tra cui annoverava le forze della natura, la cui caratteristica è la “malvagità” del caso e del disordine ma che non può cambiare le regole. (The Human Use of Human Beings; Cybernetics and Society [1950], Free Association Books, London 1989, pp. 34-35). Wiener pensava che l’irrazionalità del comportamento umano fosse della stessa natura del caso nel mondo fisico: «Questo elemento di casualità, questa incompiutezza organica, senza adoperare un’immagine troppo violenta la possiamo considerare come il male; il male negativo che S. Agostino caratterizza come incompiuto, rispetto al male positivamente maligno dei manichei. (…) Ho già indicato che il diavolo che gli scienziati stanno combattendo è il demone della confusione, non della malvagità intenzionale.» (Ibid., pp. 11 e 190)

Peter Galison, newyorkese, professore di storia della scienza ad Harvard, che nell’autunno 1994 ha pubblicato sulla rivista Critical Inquiry un testo intitolato “L’ontologia del nemico: Norbert Wiener e la visione della cibernetica” (The Ontology of the Enemy: Norbert Wiener and the Cybernetic Vision) su cui ci stiamo basando per questa parte del racconto, definisce questa triade come scienze Manichee, sebbene secondo lui la distinzione tra antagonisti attivi e passivi non farà parte della visione del mondo cibernetica. Secondo Wiener c’è una stretta continuità tra la strategia di autoregolazione anti-entropica finalizzata al controllo e alla distruzione del nemico, da una parte, e il controllo del mondo che ci circonda, dall’altra, ed è lo stesso Wiener a sostenere che la posizione agostiniana facilmente si degrada in quella manichea. (The Human Use of Human Beings, p. 191)

Sempre secondo Galison, però, di queste tre scienze sarà la cibernetica a essere centrale nell’indagine dei sistemi uomo-macchina. Posto di fronte alla difficoltà di colpire con la contraerea di terra cacciabombardieri facilmente manovrabili, Wiener mette in campo il suo interesse già consolidato nei meccanismi di retroazione, nelle tecnologie di comunicazione e nei processi non lineari. È qui che si fonda un’ulteriore immagine del nemico, che sui campi di battaglia meccanizzati non è più quello invisibile o irrazionale, ma che è a proprio agio nel mondo della strategia, delle tattiche e delle manovre, e al tempo stesso del tutto inaccessibile perché separato da un abisso fatto di distanza, velocità e metallo. Si tratta di una visione in cui il pilota nemico è talmente immerso in meccanismi e macchinari che non si capisce dove finisce l’umano e dove inizia il non umano e, inoltre, in questo quadro operativo il soldato che manovra gli strumenti antiaerei comincia ad assomigliare al suo avversario. Tra l’abbattimento delle frontiere tra umano e non umano, sia nel nemico sia nell’alleato, e nella scomparsa del confine tra umano e macchina in generale, il passo sarà breve. Come sostiene Galison, «nella visione cibernetica degli anni ’40, il nemico servomeccanico diventa il prototipo per la fisiologia umana e, in definitiva, per la natura umana nel suo insieme. A quel punto, con un movimento finale verso la totalizzazione, Wiener catapulta la cibernetica a filosofia della natura, in cui la natura stessa diventa un avversario inconoscibile ma passivo – il male agostiniano.» (The Ontology of the Enemy, p. 233)

 

 

Sommario 6.3

  • Introduzione con Vannevar Bush (Looking Back on the Bomb, 1963)
  • HARA(RI)KIRI – Alien Intelligence
  • Annullamento multe No-Vax è una vergona per l’Italia: Vincenzo De Luca, a Scampia per inaugurare il presidio ospedaliero “Sciuti” dell’ASL Napoli 1, il primo ‘Punto di facilitazione digitale previsto dal PNRR (SìComunicazione, 12/12/2024)
  • Deny, Defend, Depose – Luigi Mangione For President (1a parte) – Con intermezzi pubblicitari della UnitedHealthcare
  • Le parole di Luigi Mangione ritrovate in un taccuino al momento dell’arresto – TESTO
  • Fabrizio Pregliasco e il misterioso virus in Congo (TG2 Italia Europa)
  • Deny, Defend, Depose – Luigi Mangione For President (2a parte) / RaiNews24, 11/12/2024

Riferimenti 6.3

  • Deutsch Nepal, Dead Dogs Entertainment + Take U Out of Control + Amygdala + The Carnivors Cave + A Swinging View From the Gallows (Amygdala, 2011)
  • The Dead Brothers, Ship of Fools (Black Moose, 2014) – TESTO
  • Carl Craig, Mind of A Machine (Landcruising, 1995)
  • Napoli Centrale, Viecchie, mugliere, muorte e criaturi + Campagna + Vico primo Parise n. 8 (Napoli Centrale, 1975)
  • American Murder Song, Murder! Murder! (Murder Ballads of 1816: The Year Without a Summer, 2017)
  • Ebo Taylor Jnr., Children Don’t Cry (Afrobeat Airways 2: Return Flight to Ghana 1974-1983, 2013)
  • The Residents, Search for Truth (I Murdered Mommy, 2004)
  • Nico, Segui la fila (1967)

Episodio 6.2

Episodio 6.2

Con l’inizio della sesta stagione riparte il viaggio alla scoperta dei territori inesplorati del continente cibernetico. Dopo aver descritto le tappe principali dello sviluppo di questa nuova scienza nella seconda metà del Ventesimo secolo, ripercorreremo alcune delle sue traiettorie per verificare quale sia stato il contributo che hanno dato all’edificazione dell’attuale Quarta rivoluzione industriale.

Nata come studio del controllo e della comunicazione nell’animale e nella macchina, la cibernetica non si è limitata a essere la scienza che ha fornito la spinta principale alla creazione dell’informatica, al dilagare dei computer e di tutte le apparecchiature che oggi funzionano all’unisono nella “rete” che ci sta definitivamente catturando. Sebbene, in modo speculare all’emergere dell’energia atomica, lo sforzo bellico degli alleati per contrastare l’avanzata dell’Asse nazifascista (senza dimenticare l’impero nipponico) sia l’ambito in cui ha mosso i suoi primi passi, a differenza di molte altre discipline scientifiche la cibernetica si è distinta innanzitutto per il suo carattere interdisciplinare.

Uno dei principali limiti interpretativi è stato quello di far coincidere la cibernetica unicamente con la robotica, i calcolatori, l’intelligenza artificiale; a immaginarsi la sua incarnazione, il fantomatico cyborg – l’organismo cibernetico – principalmente in un soldato sovrumano o in un supereroe dotato di forza straordinaria, grazie all’unione della plasticità biologica con le prestazioni aumentate delle tecno-scienze.  Tuttavia, come mise in luce Günther Anders analizzando le epoche della Seconda e Terza rivoluzione industriale, quel che stava succedendo agli esseri umani e che continua inesorabilmente a succedere, è qualcosa di più profondo e che riguarda quel che si è soliti chiamare anima. Il lato oscuro e nascosto dell’individuo, quello strato irraggiungibile, indescrivibile e dunque inspiegabile, che esita a piegarsi ai calcoli probabilistici e ancora resiste all’operazione magica di prestidigitalizzazione: la sua scomposizione in quanti di informazione.

La diffusione delle teorie cibernetiche in tutti gli ambiti delle scienze umane non è stata di secondaria importanza, tutt’altro. Nel tentativo di comprendere come sia possibile che miliardi di persone stiano accettando – più o meno docilmente – di vivere sotto il governo di una macchina planetaria, proveremo innanzitutto ad analizzare le fondamenta su cui sorge, dalle ceneri dei primi due conflitti mondiali, l’essere che minaccia di sostituirsi al sapiens: il cibernantropo.

 

 

Sommario 6.2

Riferimenti 6.2

  • A Verbal Equinox, Interlude (A Verbal Equinox, 2011)
  • Caravan of Thieves, Zu Zu’s Petals (Bouquet, 2008)
  • Eduardo Niebla, Calle De La Tiña (I Can Fly Now, 1996)
  • Herbie Hancock, Quasar + Water Torture (Crossings, 1972)
  • Arandel, Hysope (InBach, 2020)
  • The Caretaker, Place In The World Fades Away (Everywhere At The End Of Time: Stage 6, 2016)
  • Les Claypool’s Duo De Twang, Stayin’ Alive (Four Foot Shack, 2014)
  • Gangpol Und Mit, Le Sorbet Cassis (Disque Compact, Pièces Détachées, 2004)
  • R-Zac, Nazi Europe Fuck Off (Trailer Trax, 2022)

Episodio 6.1

Episodio 6.1

Ladies and gentlemen, signore e signori, mesdames et messieurs, cyborg e posthuman all’ascolto, ben ritrovati sulle onde perigliose della Nave dei Folli.

Per la sesta stagione ritorna, implacabile come un’influenza invernale o come un nuovo obbligo vaccinale, l’impertinente ciurma dei mozzi a tenervi compagnia, col consueto bollettino settimanale, sul sito di Noblogs, sul canale Telegram e ogni lunedì in replica dalle 16 alle 17 su Radio Bandito.

Anche quest’anno si tenta l’arrembaggio alla società cibernetica, sotto tutte le sue forme: sia quelle materializzate delle appendici tecno-scientifiche in continua espansione nella pace sociale come nella guerra globale; sia quelle meno visibili ma forse più subdole e insidiose, della gestione del parco umano nei suoi comportamenti, pensieri ed emozioni.

Proveremo ad approfondire le nostre considerazioni sull’anima nell’epoca della quarta rivoluzione industriale, sull’obsolescenza dell’essere umano che rischia di esser soppiantato dal suo fantasmatico sdoppiamento robotico, sull’intelligenza artificiale ai tempi dell’istupidimento generalizzato dell’homo ignorans, sulla continua medicalizzazione di corpi e spiriti nel tentativo di migliorarne prestazioni, adattabilità e funzionamento.

Con questi e molti altri propositi ci lanciamo tanto nell’oscurità quanto nel bagliore accecante dei mari del presente. Navigando come sempre a vista, chissà dove ci condurrà il nostro viaggio, e forse poco ci interessa saperlo.

Perciò, senza promesse né proclami, che si drizzino le vele, che Eolo ci sia propizio, che Talassa e Nettuno ci proteggano!

 

 

Sommario 6.1

Riferimenti 6.1

  • Maksym Chumakov, A Lucky Pirate in Ireland + Happy Pirat + Happy Pirat 2 + Happy Pirat 3 (Pirat, 2024)
  • Campagna contro l’influenza stagionale 2024-25
  • Watcha Clan, Gypsy Dust (Radio Babel, 2011)
  • Jose Manuel, Vampyros In Love (Discodromo Remix) (Cocktail d’Amore Sampler 01, 2011)
  • Cabaret Voltaire, Brutal but Clean (The Conversation, 1994)
  • Idiot Flesh, Puppet Theatre (The Nothing Show, 1994)
  • Balkan Hotsteppers, Let’s Go Trippin (Klezmer circus Stylee) (2010)
  • Balkan Hotsteppers, TypsyGypsyMyxy (2012)
  • Biznaga, Todas Las Pandemias De Mañana (Bremen No Existe, 2022) – TESTO
  • Jose Manuel, Vampyros In Love (Discodromo Remix) (Cocktail d’Amore Sampler 01, 2011)

I CANTI DELLA TAVERNA – Volume 5

Aspettando che salpi la Nave dei Folli, continuano i canti dall’oscurità della taverna.

 

 

Riferimenti Canti della Taverna – Vol. 5

  • Martin Carthy & The UK Group, The Mermaid (Rogue’s Gallery – Pirate Ballads, Sea Songs, and Chanteys, 2006)
  • Kultur Shock, Build A Wall (Integration, 2009)
  • Gogol Bordello vs. Tamir Muskat, Balkanization Of Amerikanization (J.U.F., 2004)
  • Balkan Beat Box, La Bush Resistance (Balkan Beat Box, 2005)
  • Memphis Slim, Big Bill Broonzy & Sonny Boy Williamson, Life is Like That (Land Where the Blues Began / 1933-59, 1970)
  • Canray Fontenot, Blues De La Prison (Alan Lomax Blues Songbook, 2003)
  • David Page, Gapu/Celebration (The Rough Guide to Australian Aboriginal Music, 2000)
  • Asto Pituak, Food & Bombs (Garrasiak Iluntasunean, 2007)
  • Los Muertos de Cristo, Ni Dios Ni Amo (Los Olvidados, 1997)
  • Dodi Moscati, La tua bocca (In Blues, 1995)
  • Maria Monti, Il figlio del poliziotto (Maria Monti e i Contrautori, 1972)
  • Piero Ciampi, Don Chisciotte (Dentro e Fuori, 1976)
  • Tom Waits, Road To Peace (Orphans/Brawlers, 2006)
  • The Beatnigs, Television (Remix) (Television, 1988)

I CANTI DELLA TAVERNA – Volume 4

Aspettando che salpi la Nave dei Folli, continuano i canti dall’oscurità della taverna.

 

 

Riferimenti Canti della Taverna – Vol. 4

  • Eliza Carthy, Rolling Sea (Wayward Daughter, 2013)
  • Henri Cow, War (in Praise of Learning, 1975)
  • Ramzi Aburedwan & Ensemble Dal’ouna, Et Nous, Nous Aimons La Vie (The Rough Guide to Arabic Revolution, 2013)
  • Ballo delle Castagne, Il pianto di Cristo su Gerusalemme (Ballo delle Castagne, 2009)
  • Maurizio Monti, Il diavolo (Diavolo custode, 1976)
  • Varlin, Desertion (Split Collectif Mary Read, 2010)
  • Serpe in Seno, Kill The Rich Or Die Tryin’ parte 2 feat. Pugni in Tasca (Carne, 2013)
  • Dino Sarti, Professore, mi dà una pastiglia (p. interr.) (Omonimo, 1977)
  • Watcha Clan, On Est Pas Là Pour Rigoler (Le Bastion, 2005)
  • Rona Hartner, Nationalité Vagabonde (Nationalité Vagabonde, 2008)
  • Asian Dub Foundation, Rebel Warrior (Facts and Fictions, 1995)
  • Mad Manoush, Gipsy R-Evolution (The Gipsy R-Evolution, 2008)
  • Jean Mereu/Jean-Luc Cappozo/Lucie Recio & La Marmite Infernale, A las barricadas (Buenaventura Durruti, 1996)

PRELIMINARI PER UNA DEFINIZIONE DI TECNOLOGIE DEL RECUPERO – 2 parte

Lettura della seconda metà dell’opuscolo PRELIMINARI PER UNA DEFINIZIONE DI TECNOLOGIE DEL RECUPERO, contributo alla presentazione di UN FUTURO SENZA AVVENIRE (Nautilus, 2024) a Pisa presso il GARAGE ANARCHICO, 12 ottobre 2024.

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PRELIMINARI PER UNA DEFINIZIONE DI TECNOLOGIE DEL RECUPERO

 

 

Riferimenti Preliminari per una definizione di tecnologie del recupero (2 parte)

  • Kieran Hebden and Steve Reid, Lyman Place (NYC, 2008)
  • Nurse With Wound, (I Don’t Want To Have) Easy Listening Nightmares (Alice The Goon (Funeral Music For Perez Prado), 2003)
  • Kieran Hebden and Steve Reid, Departure (NYC, 2008)
  • Stereophonic Space Sound Unlimited, Dragon City + Project QX 5 (The Fluid Soundbox, 1998)
  • Neu!, Isi (Neu! 75, 1975)
  • Kieran Hebden and Steve Reid, Soul Oscillations (The Exchange Session, Volume 1, 2006)
  • Vladimir Bozar ‘N’ Ze Sheraf Orkestär, Thermostat 7 + Guignette (Universal Sprache, 2010)
  • Squarepusher, Iambic 5 Poetry (Budakhan Mindphone, 1999)
  • Kieran Hebden and Steve Reid, Morning Prayer (The Exchange Session, Volume 1, 2006
  • Squarepusher, Telluric Piece (Ultravisitor, 2004)
  • Jorge Reyes, Ofrenda de Muertos (Viento de Navajas, 1987)
  • Jorge Reyes, La Casa Obscura (Nierika/Ek-Tunkul, 1989)
  • Jorge Reyes, Improvisation (Mort aux vaches, 1996)

PRELIMINARI PER UNA DEFINIZIONE DI TECNOLOGIE DEL RECUPERO – 1 parte

Lettura della prima metà dell’opuscolo PRELIMINARI PER UNA DEFINIZIONE DI TECNOLOGIE DEL RECUPERO, contributo alla presentazione di UN FUTURO SENZA AVVENIRE a Pisa presso il GARAGE ANARCHICO, 12 ottobre 2024.

 

 

Riferimenti Preliminari per una definizione di tecnologie del recupero

  • Kieran Hebden and Steve Reid, Lyman Place (NYC, 2008)
  • Kieran Hebden and Steve Reid, Our Time + Greensleeves (Tongues, 2007)
  • Four Tet, Twenty Three + You Could Ruin My Day (Pause, 2001)
  • Felix Kubin & Ensemble Integrales, Smiling Buddha (Echohaus, 2010)
  • Richard H. Kirk (Blacworld), Cyber War (Subduing Demons (in South Yorkshire), 2000)
  • Dieter Moebius, Conny Plank & Mani Neumeier, Speed Display (Zero Set, 1983)
  • Klaus Schulze & Solar Moon, What You Deserve (instrumental) (Ultimate Docking, 2017)
  • Populäre Mechanik, Schlagt Die Weissen Mit Dem Roten keil No 1 (Populäre Mechanik No 2, 1983)
  • Conrad Schnitzler, Fabrik + Auf Dem Schwarzen Kanal (Auf Dem Schwarzen Kanal, 1981)
  • Populäre Mechanik, Fabrik (Slight Return) + Der Kreis Kleinster Verwirrung (Populäre Mechanik No 2, 1983)
  • Kieran Hebden and Steve Reid, Hold Down the Rhythms, Hold Down the Machines (The Exchange Session, Volume 2, 2006)