Episodio 3.18

Episodio 3.18

La seconda cibernetica, pur superandone i limiti, assomiglia punto per punto alla prima. Lo dimostrano gli atti del convegno L’unità dell’Uomo, svoltosi nel 1972 a Royaumont, dove ricercatori di ogni orizzonte e disciplina si sono riuniti per discutere la questione del momento, l’auto-organizzazione, con l’obiettivo esplicito di costruire un modello bio-antropologico inglobante tutti gli aspetti (genetici, cognitivi, sociali e culturali) della vita umana. Fondato sulla nozione di complessità, l’approccio dei sistemi aperti elaborato durante gli anni ’60 si presenta infatti come la sintesi teorica del paradigma informatico. Edgar Morin lo esprime nel modo più chiaro: «sistemismo e cibernetica sono come il primo stadio di un missile che consente la partenza del secondo stadio, la teoria dell’auto-organizzazione, la quale a sua volta dà fuoco a un terzo stadio, epistemologico, quello delle relazioni tra il soggetto e l’oggetto.» (“Tracciato e disegno”, 1976, in Introduzione al pensiero complesso, p. 37). Quel che si dice essere ostinati nel perseguire uno scopo.

A tal proposito, una delle opere recenti del sociologo francese (L’identità umana, tomo 5° de Il Metodo) ci offre un nuovo esempio dell’inflazione concettuale associata al modello della complessità. Dal cosmo alla politica, dal linguaggio ai geni, passando per l’auto-organizzazione e l’autonomia soggettiva, la totalità della conoscenza umana avviene all’interno di un intreccio gerarchico circolare. Questo tipo di approccio non soltanto non offre alcun sostegno alla critica, ma diluisce in un amalgama falsamente scientifico l’orizzonte socio-storico in cui evolve realmente l’essere umano.

Nella volontà di cogliere la complessità creatrice dei sistemi aperti, le teorie dell’auto-organizzazione sono la realizzazione ultima del nuovo paradigma scientifico. Ma l’idea di autonomia che sottende questo approccio del vivente si colloca nel prolungamento dell’anti-umanesimo del dopoguerra. A guardarle più da vicino, sulla questione del soggetto le teorie dell’auto-organizzazione sono in continuità diretta con lo strutturalismo, come ben esemplificato da una delle figure di punta di questo movimento, Henri Atlan, nella sua raccolta di saggi sull’organizzazione del vivente Tra il cristallo e il fumo.

Pubblicato nel 1979, contiene saggi anche di anni precedenti tra cui il suo intervento al convegno di Royaumont, “Coscienza e desideri nei sistemi auto-organizzatori”, che inizia così: «Da molti anni si annuncia la morte dell’uomo. (…) In effetti è l’Uomo, sistema chiuso, che è scomparso; i sistemi cibernetici aperti, auto-organizzatori, sono candidati alla sua successione. L’uomo, di cui Michel Foucault ha annunciato la scomparsa, è l’immagine di un sistema chiuso che ha dominato il XIX secolo e la prima parte del XX, unico detentore della ragione onnipotente a rendere conto di tutto il resto del mondo.» (“Coscienza e desideri nei sistemi auto-organizzatori”, Tra il cristallo e il fumo, p. 165)

 

 

Sommario 3.18

 

Riferimenti 3.18

  • Bobby Beausoleil, Return of Punjab + Punjab (Dreamways of the Mystic, 2007)
  • Alvin Oon, Fight the Virus (29/1/2020)
  • Altavoz, La Valse Ou L’ivresse (Bal de crepidules, 2019)
  • Santa Macairo Orkestar, New Speed On The Block (Novo bal, 2006)
  • Infernal Noise Brigade, Uskudar (Insurgent Selections For Battery And Voice, 2001)
  • Badawi, Dstry<All>Prfts – Shackleton Remix feat. Vengeance Tenfold (Index1-1, 2010)
  • Muslimgauze, Delicate Prey Descend (Observe With Sadiq Bey, 1999)
  • Elliot Smith, Let’s Get Lost (Late Night Tales – Air, 2006)
  • Smegma, Rock it Harder (Ism, 1993)
  • Family International, S.O.S. / Signal of distress (video S.O.S., 1994) TESTO
  • Klemen Slakonja, Putin, Putout (The Unofficial 2018 FIFA World Cup Russia Song)