Episodio 2.25

Episodio 2.25

La cibernetica – partorita appena una ventina d’anni prima nei laboratori militari americani, tedeschi, russi, inglesi, dopo essere stata allevata negli States, penetrando progressivamente nelle scienze sociali, e in parallelo esportata in Europa e soprattutto in Francia sotto forma di strutturalismo – col maturare degli anni ’60 è oramai diventata anche una questione politica. Seguendo il filo del discorso de L’impero cibernetico entra ora in scena Foucault, quindi lasciamo la parola a Celine Lafontaine.

«Michel Foucault dice in Archeologia del sapere: “Più d’uno, come faccio senz’altro io, scrive per non avere più volto. Non domandatemi chi sono e non chiedetemi di restare lo stesso…”. Nessun’altro più di lui ha incarnato in modo altrettanto clamoroso l’anti-umanesimo del modello strutturale, il suo rifiuto del soggetto. Inclassificabile tanto per i suoi spostamenti teorici quanto per la vastità degli argomenti affrontati, la sua opera resta comunque attraversata dallo spirito del tempo. Il ruolo predominante che in lui ha la guerra permette un primo accostamento con le origini militari della cibernetica. Profondamente segnato dall’esperienza bellica, dirà in un’intervista nel 1983: “Penso sia il punto di partenza del mio desiderio teorico”.»

«In lui la riflessione sulla guerra è fondamentale, motivo per cui la sua opera ruota attorno a concetti quali strategia, tecniche di potere, rotture, rapporti di forze…: depoliticizzato, decentralizzato e reso totalizzante, questo concetto di potere assomiglia stranamente a quello cibernetico di controllo. Dal macchinario trasparente e globalizzante del Panopticon al dispositivo della sessualità, al centro del suo percorso filosofico c’è sempre il potere, che è ovunque e da nessuna parte, tesse l’insieme dei rapporti sociali senza mai incarnarsi in un centro, quale ad esempio lo Stato. In La volontà di sapere il potere diventa la produzione molteplice di discorsi che modellano il corpo sessuato; e Katherine Hayles ci ricorda come l’idea di una costruzione discorsiva del corpo coincida con lo sviluppo della concezione cibernetica di corpo, appunto, come semplice supporto informatico.»

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Sommario Ep. 2.25

  • Introduzione
  • Marco Rizzo e lo Sputnik: altro che si!
  • L’UTOPIA CAPITALISTA – Ludd, Consigli proletari, Milano, gennaio 1970
  • KOMBUCHA – Rubrica di autogestione della salute della Nave dei Folli (K6) • Io diserto • Vai alla pagina di Kombucha
  • VacciniMegamix12
  • Bergteufel – Il mondo a distanza: Su pandemia, 5G, materialità rimossa del digitale e l’orizzonte di un controllo totalitario – Terza parte

 

Riferimenti Ep 2.25

  • Osamu Kitajima, Masterless Samurai (Masterless Samurai, 1978)
  • Beniamino Gigli, Mamma (1940) + Lenin-Stalin-Remix
  • Roland Kayn, Simultan: Cybernetic Project for 1-5 rooms (1972)
  • Duilio Del Prete, Le talpe (1969)
  • Hespèrion XXI & Jordi Savall, La Follia –  sonata per violino in Re minore, Op. 5, n° 12 di Arcangelo Corelli (Altre Follie, 2005)
  • Dj Spooky That Subliminal Kid, Outtro (Necropolis: The Dialogic Project, 1996)
  • Terry Jones, Il senso della vita (1983)
Link alla puntata su Radio Blackout