Episodio 4.16

Episodio 4.16

Il concetto di soggetto difeso da Lyotard e da altri pensatori postmoderni si distanzia in modo considerevole dagli ideali moderni di autonomia e di emancipazione rivendicati dal filosofo tedesco Jürgen Habermas. Critico degli effetti tecnocratici della rivoluzione cibernetica della fine degli anni ’60, in Teoria dell’agire comunicativo del 1981 propone una completa rifondazione del legame sociale sulla base di un’argomentazione comunitaria dal valore normativo. Per lui, se la modernità restava un “progetto incompiuto” (La modernità: un progetto incompiuto, discorso tenuto nel settembre 1980) tuttavia non è più nel soggetto, inteso come fonte autonoma di razionalità, che risiedono le sue potenzialità emancipatrici, quanto nell’intersoggettività del linguaggio comune. L’a-priori trascendentale della «comunità illimitata della comunicazione», postulato da Karl Otto Apel (Comunità e comunicazione, 1973) e ripreso da Habermas, rimanda alla condivisione collettiva delle rappresentazioni linguistiche e alle loro interpretazioni pragmatiche. Il concetto di agire comunicativo a sua volta si basa sull’argomentazione razionale tramite cui i soggetti si intendono sull’orientamento pratico degli enunciati che si offrono alla discussione. I consensi ottenuti grazie a un’argomentazione collettiva possiedono per Habermas uno status particolare, definito a seconda del tipo di pretesa di validità che hanno: cognitiva, normativa, espressiva. Il loro carattere normativo permette di fare da contrappeso alla razionalità strumentale, che tende a imporsi in ogni sfera di attività. L’agire comunicativo è così concepito come un mezzo per lottare contro la colonizzazione del mondo sperimentata dal sistema sociale.

Alla ragione strumentale Habermas oppone la ragione comunicativa. Fondando la razionalità sull’intersoggettività, intende perseguire il progetto moderno di emancipazione del mondo attraverso la ragione. Ma alla luce della nostra analisi del paradigma cibernetico, non è certo banale sottolineare come anche la teoria critica sia impregnata del modello comunicativo. Beninteso, il concetto di intersoggettività linguistica su cui si basa l’edificio teorico di Habermas è lungi da una definizione strettamente informatica del legame sociale; eppure, ponendo la razionalità al cuore stesso dell’intersoggettività comunicativa, si colloca pur sempre nel paradigma informatico, pur se nella sua estremità critica.

Malgrado l’incommensurabilità delle loro posizioni teoriche, Lyotard e Habermas partecipano ognuno a modo suo alla riformulazione comunicativa del legame sociale. Insieme, incarnano la polarizzazione dei dibattiti su tali argomenti. Se a tutto ciò si aggiunge il sistemismo di Luhmann, si deve constatare come il paesaggio intellettuale contemporaneo sia attraversato da parte a parte da problematiche legate – da vicino o da lontano – al paradigma informatico.

 

 

Sommario 4.16

  • Introduzione
  • Mi sento solo, vorrei solo fare una carezza ai miei cari – TESTO
  • LA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE – VIII parte – I primi elettrodi integrati nel cervello e l’invasione degli ultrastronzi – FONTI
  • LA MACCHINA AL POTERE: ION, L’ASSISTENTE VIRTUALE DEL GOVERNO RUMENOTESTO
  • Gianni Vattimo: Green Pass e vaccinati (La7, In Onda, 25/10/2021)

 

Riferimenti 4.16

  • Sleepytime Gorilla Museum, Ambugaton (Grand Opening and Closing, 2001)
  • Marco Frisina, Chiara Nella Prigione (Chiara E Francesco, 2007)
  • Benjamin Lew, Le personnage principal est un peuple isolé (Le Parfum Du Raki, 1995)
  • Puissance, Control (War On, 1999)
  • Ansamblul Folcloric Martisorul e Vladuta Lupau, Martisor, saruta-ma bade, badisor (2022)
  • Rusanda Panfili & Friends, Hora Martisorului (2016)
  • Katica Illényi, Hora Martisorului (2016)
  • Dragianni, Hora Martisor (2012)
  • Mahala Raï Banda, Mahalageasca (Felix B Jazzhouse Dub) (Gypsy Beats And Balkan Bangers, 2006)
  • Posthuman Tantra, Hypercortex Nonsense + The Brain-Silicon Connections’ Hypothesis + ID Suicide (Asylum Of Slaves, 2007)
  • Mina, E Penso a te (dal vivo, 1971)
  • Brain Damage, Flux – Crystal Sound Remix (Goa Trip, 2018)
  • Nuova compagnia di canto popolare, Tammuriata Nera (Li Sarracini adorano lu sole, 1974)
  • Repeater, Eugenic Action Against New Generation (Beyond Any Hope Of Mercy: Cocked And Locked 2012)
  • Rakta, Fim Do Mundo (Falha Comum, 2019)
  • Joanie Leeds (feat. Joya), Fauci Ouchie – Vaccine Song for Kids, Healthy Habits (2022)

Episodio 4.15

Episodio 4.15

Secondo Lyotard, le micro narrazioni che ormai tessono il legame sociale sono sempre parziali e localizzate. Lungi dall’essere marginale, questa concezione è condivisa e talvolta perfino accentuata da un buon numero di filosofi che si richiamano al postmodernismo. È il caso del filosofo italiano Gianni Vattimo secondo il quale «non ha certo senso negare puramente e semplicemente una “realtà unitaria” del mondo (…) Ma ha più senso riconoscere che ciò che chiamiamo “realtà del mondo” è qualcosa che si costituisce come “contesto” delle molteplici fabulazioni – e tematizzare il mondo in questi termini è proprio il compito e il significato delle scienze umane.» (Gianni Vattimo, La società trasparente, Garzanti, Milano 1989 (2° edizione 2000), pp. 38-39)

L’accento posto sul contesto comunicativo porta dritto al relativismo culturale, di cui l’americano Richard Rorty resta uno dei rappresentanti più illustri. (Objectivity, Relativism and Truth – “Oggettività, relativismo e verità” – del 1991, non tradotto in italiano) Come fa notare Jean-Claude Guillebaud, questo relativismo radicale non è incompatibile con la logica di mercato portata avanti dalla tecnoscienza. (Le Principe d’humanité, 2001) Si potrebbe aggiungere che ne è infatti una delle sue riproduzioni più paradigmatiche.

Senza essere tra loro assimilabili, le teorie che si iscrivono nella corrente postmoderna provengono da una definizione del legame sociale secondo cui la possibilità di partecipare a un numero crescente di contesti legati alla comunicazione favorisce l’espressione delle differenze. Parola d’ordine del pensiero postmoderno, la differenza è diventata in pratica sinonimo di soggettività. Invece di essere confinati in identità stabilite e chiuse, i soggetti postmoderni veleggerebbero così da un’appartenenza all’altra a seconda del loro posizionamento all’interno della comunicazione sociale. Infatti per Lyotard le relazioni multiple e cangianti tessute grazie ai giochi del linguaggio offrono a tutti e a ciascuno la possibilità di integrarsi socialmente. In altri termini, l’apertura alle differenze conferisce alla società postmoderna una capacità di integrazione illimitata, senza dimenticarsi di evocare il carattere totalmente inclusivo che già Wiener, alla fine della guerra, assegnava alla comunicazione.

Inoltre, se ci si ricorda del ruolo che occupa la “differenza” in Bateson e del suo legame con l’interpretazione cibernetica della prima legge della termodinamica, si può affermare di diritto che il pensiero postmoderno vi fonda in larga parte la sua rappresentazione del mondo. Il soggetto postmoderno si presenta come un essere dall’identità plurale e frammentaria, modellata dai flussi comunicativi che l’attraversano. In tal senso, il concetto di pensiero debole elaborato da Vattimo, assieme a quello di soggetto debole di Aldo Rovatti, o ancora quello di nomadismo identitario proprio della sociologia delle “tribù urbane” di Michel Maffesoli, riflettono questo nuovo modo di pensare la soggettività.

 

 

Sommario 4.15

  • Introduzione
  • LA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE – VII parte – L’organizzazione mondiale delle serpi e dei NATO morto – FONTI
  • Jean Renoir, Picnic sull’erba (Le Déjeuner sur l’herbe), 1959 – Terza parte
  • Gianni Vattimo: Postmodernità  e Pensiero debole (RAI, senza data)
  • Stalin o Spiderman?

 

Riferimenti 4.15

  • Dj Shadow, Monosilabik (The Private Press, 2002)
  • SPK, Genetic Transmission + Maladia Europa + Cry From The Sanatorium (Leichenschrei, 1982)
  • SPK, Agony of the Plasma (From Science to Ritual, 1983)
  • Posthuman Tantra, The Transgenic Dark Pope’s Visions Trauma + ID Suicide (Asylum Of Slaves. 2007)
  • Ennio Morricone, Primo deserto (Il morso del serpente) (La Resa Dei Conti, 1966)
  • Shuh Tou, Dialectical idealists in transgenic republics (Society of AC-Loving Primitives, 2016)
  • RAKTA, Serpente (2014)
  • DJ Blyatman, Gopnik (Hardkvas, 2017)

Episodio 4.14

Episodio 4.14

Se per Lyotard è chiaro che «il legame sociale è linguistico» (La condizione postmoderna. Rapporto sul sapere, p. 74) quest’ultimo tuttavia non si riduce a un puro scambio di informazioni. In quanto fonte di socializzazione, il linguaggio possiede un valore pragmatico legato al posizionamento degli individui all’interno del sistema. Sulla definizione cibernetica di linguaggio come scambio di informazioni, Lyotard innesta l’approccio pragmatico della teoria dei giochi. (p. 35) Lungi dal sembrare un’unità organica, il sistema postmoderno si presenta come il teatro di «“mosse” linguistiche» (p. 24; 34 e segg.) che assicurano il posizionamento degli individui al suo interno. Così, quel che il soggetto postmoderno perde in termini di ideali e autonomia, lo guadagna in possibilità di integrazione. Le grandi Narrazioni emancipatrici cedono il passo a una moltitudine illimitata di piccole narrazioni, parziali e localizzate, in cui ciascuno esprime la propria differenza. Questa concezione del legame sociale si poggia su una definizione della scienza come creazione di differenze proposizionali.

Su questo punto Lyotard è assai esplicito: «In quanto differenziante, la pratica scientifica offre l’antimodello di un sistema stabile. Qualsiasi enunciato dev’essere conservato nel momento in cui comporti una differenza rispetto a ciò che è noto, e sia argomentabile e provabile. Essa rappresenta un modello di “sistema aperto” in cui la pertinenza dell’enunciato consiste nel fatto che esso “fa nascere delle idee”, vale a dire altri enunciati e altre regole del gioco.» (pp. 116-117)

Come esempio del tipo di sapere proprio della scienza postmoderna Lyotard cita i lavori di René Thom sulla teoria delle catastrofi e quelli dei teorici di Palo Alto. (p. 108) L’uso terapeutico della paradossologia in effetti gli sembrava caratteristico di una pragmatica scientifica incentrata sull’imprevedibilità. Infatti, La condizione postmoderna è infarcita di riferimenti a Watzlawick e ai suoi colleghi. Il parallelo esistente tra il pensiero di Lyotard e la teoria di Palo Alto è piuttosto evidente. L’importanza data alla pragmatica linguistica ricorda chiaramente l’approccio sviluppato da Bateson e Watzlawick secondo cui ogni azione umana è di natura comunicativa e, per essere compresa, dev’essere colta nel suo contesto. Rimettere in discussione le categorie di oggettività e universalità, che è il fulcro delle argomentazioni di Watzlawick in La realtà della realtà, (How Real is Real? 1976) è uno dei noccioli duri del pensiero postmoderno.

 

 

Sommario 4.14

  • Introduzione
  • “Amo la vita. Sono un uomo felice… E proprio perché la amo non posso accettare questa non vita senza speranza”. (Alfredo Cospito, 1 marzo 2023 – LETTERA)
  • HOMO TECHNOLOGICUS – Utero in affitto, surrogazione di maternità: dalla vita carnale alle piastrine dei laboratori – La vita assistita3a PARTETESTO
  • Voglio progettare un virus mortale: l’intelligenza artificiale di Microsoft a un giornalista (Corto TG, 17/2/2023)
  • Joseph Hannah, Israele – La creazione di embrioni sintetici (Euronews, 5/8/2022)
  • Jean Renoir, Picnic sull’erba (Le Déjeuner sur l’herbe), 1959 – Seconda parte
  • Magdalena Zernica Goetz, Un piccolo embrione fabbricato in laboratorio (Wired italia, 4/4/2017)
  • BANDIERA ROSA la trionferà – Elly Schlein nuova segretaria PD (La 7 – La rivoluzione Elly Schlein, l’anti-meloni)
  • Cina: Alzheimer in giovane di 19 anni (Corto TG, 17/2/2023)
  • LA NAVE DEI FOLLI DAL VIVO – Venerdi 10 marzo, Prinz Eugen, Cso Principe Eugenio 26 – TORINO – VOLANTINO

 

Riferimenti 4.14

  • Robert Fripp & The League of Gentlemen, Inductive Resonance (God Save The King, 1985)
  • The Editor, Artificial Life + Creature (Feat. Darwin.Destroyed) (Br⊕ken, 2004)
  • Carillon, Ninna nanna di Brahms
  • Ultravox, Artificial Life (Ha! Ha! Ha!, 1977) – TESTO
  • Signal Electrique,  Crunchy Disco (Chip Jockey 03, 2004)
  • Robert Fripp & The League of Gentlemen, Dislocated (God Save The King, 1985)
  • Muppet Show, Closing Theme (Instrumental) (1976)
  • Y.A.S., Arabology (Arabology, 2009)
  • Nico Fidenco, Ridi ridi (1961)
  • Pero Lovšin & Španski Borci, Bandiera Rossa (30 Godina Kasnije, 2015)
  • Bandiera rossa, versione strumentale e cantata
  • Robert Fripp & The League of Gentlemen, Cognitive Dissonance (God Save The King, 1985)
  • The Buggles, Video Killed The Radio Star (Nath Jennings x Casho Party Bootleg) (2017)

Episodio 4.13

Episodio 4.13

Il postmoderno: una ridefinizione del legame sociale

Dall’elogio della differenza al nomadismo identitario passando per la fine della Storia, il pensiero postmoderno persegue la demolizione del soggetto avviata con la decostruzione. All’inizio degli anni ’80 Jean-François Lyotard apre la porta a una ridefinizione del legame sociale inglobando i principali temi post-strutturalisti. In tal senso La condizione postmoderna, pubblicato nel 1979, proclama la fine delle Metanarrazioni e l’avvento di una società fondata sui giochi del linguaggio. Non c’è alcun bisogno di adoperare una grande finezza ermeneutica per capire che Lyotard colloca la sua riflessione sulla scia del paradigma cibernetico. Fin dalla prima pagina ci si fissa su questo punto: l’età postmoderna corrisponde a una mutazione globale dello statuto del sapere reso possibile dallo sviluppo dell’informatica e delle scienze della comunicazione. (La condizione postmoderna, p. 9)

«Il sapere scientifico è una specie di discorso. Si può dire che da quarant’anni le scienze e le tecnologie cosiddette di punta vertano sul linguaggio: la fonologia e le teorie linguistiche, i problemi della comunicazione e la cibernetica, l’algebra moderna e l’informatica, gli elaboratori e i loro linguaggi, i problemi di traduzione dei linguaggi e la ricerca di compatibilità fra linguaggi-macchina, i problemi di memorizzazione e le banche di dati, la telematica e la messa a punto di terminali “intelligenti”, la paradossologia: eccone alcuni esempi evidenti, e l’elenco non è esaustivo.» (p. 9-10) Degno di nota, è il fatto che La condizione postmoderna è il risultato di un rapporto finanziato dal governo del Quebec sullo stato del sapere nella società occidentale.

Mentre la genetica «che deriva il suo paradigma teorico dalla cibernetica» (p. 11) costituisce agli occhi di Lyotard l’esempio più lampante delle potenzialità di ricerca aperte dal sapere postmoderno, il trattamento informatico delle conoscenze corrisponde a una «radicale esteriorizzazione del sapere rispetto al “sapiente”», che rende possibile la sua circolazione mercantile.

«L’antico principio secondo il quale l’acquisizione del sapere è inscindibile dalla formazione (Bildung) dello spirito, e anche della personalità, cade e cadrà sempre più in disuso. Questo rapporto fra la conoscenza ed i suoi fornitori ed utenti tende e tenderà a rivestire la forma di quello che intercorre fra la merce ed i suoi produttori e consumatori, vale a dire la forma valore. Il sapere viene e verrà prodotto per essere venduto, e viene e verrà consumato per essere valorizzato in un nuovo tipo di produzione: in entrambi i casi, per essere scambiato. Cessa di essere fine a se stesso, perde il proprio “valore d’uso”» (p. 12-13)

Influenzato sia al livello della ricerca sia della trasmissione delle conoscenze, il sapere informatizzato dà luogo a una mutazione del legame sociale. Né il sistemismo totalizzante di un Luhmann, né la ricerca di un progetto moderno di emancipazione tramite un consenso legato ai mezzi di comunicazione di massa, come proposto da Habermas, secondo Lyotard possono descrivere la condizione postmoderna. In un contesto in cui la circolazione delle informazioni rimette in discussione le grandi istituzioni moderne a vantaggio di una autoregolazione tecnocratica, gli individui si ritrovano a doversi confrontare con la piccolezza del loro essere. Il ripiegamento su se stessi conseguente all’abbandono delle grandi Narrazioni è accompagnato da una nuova forma di socialità caratterizzata dall’eterogeneità linguistica delle relazioni: «Il è poco, ma non è isolato, è coinvolto in un tessuto di relazioni più complesse e mobili che mai. Giovane o vecchio, uomo o donna, ricco o povero esso è sempre situato ai “nodi” dei circuiti di comunicazione, per quanto infimi questi siano.» (p. 32)

È, come ammette lo stesso Lyotard nella nota che accompagna quest’ultima frase, «il lessico della teoria dei sistemi, come sostiene Philippe Nemo: “Rappresentiamoci la società come un sistema, nel senso della cibernetica. Questo sistema è una rete di comunicazioni con dei nodi in cui la comunicazione confluisce e dai quali viene redistribuita.” (“La nouvelle responsabilité des ‛clercs’”, Le Monde, 8/9/1978)»

 

 

Sommario 4.13

  • Introduzione
  • Cospito rimane al 41bis, tumulato a vita: e lo sciopero della fame continua… (TESTO)
  • HOMO TECHNOLOGICUS – Utero in affitto, surrogazione di maternità: dalla vita carnale alle piastrine dei laboratori – 2a PARTETESTO
  • Benvenuti nella Zona grigia, dove un altro capitalismo è possibile… (VIDEO)
  • AMECA, il robot umanoide (Las Vegas, 2022)
  • SESSO CIBERNETICO (Embrioni sintetici artificiali, o della morte vivente)

 

Riferimenti 4.13

  • Bobby Beausoleil, Saundaria Lahari (Voodoo Shivaya, 2018)
  • Ron Geesin, Roger Waters, The Womb Bit + Embryo Thought + March Past Of The Embryos + Embryonic Womb Walk (The Body, 1970)
  • Trilok Gurtu, Future Heat (The Glimpse, 1997)
  • Y.A.S., Arabology (Arabology, 2009)
  • Indy Sagu feat. Manak-E, Lakh Hilda (Rough Guide to Banghra, 2006)
  • Daljit Mattu, Taweet (Rough Guide to Banghra, 2006)
  • Cochi e Renato, Lo sputtanamento (1978)
  • Konstruktivist, Mansonik No. 1 (Live, 1992)
  • Moondog, Frost Flower + Crescent Moon March + Logrundr In G + Bug on a Floating Leaf (A New Sound Of An Old Instrument, 1979)
  • Casco, Cybernetic Love (1993)

Episodio 4.12

Episodio 4.12

Lo spazio decentrato, caotico e immateriale del rizoma pare incarnarsi nel ciberspazio, come sostiene Sherry Turkle. Ma non è l’unica ad averlo constatato. In Cyber-Reader, antologia di testi fondatori della cyber-cultura, Millepiani è presentato come, né più né meno, «la bibbia filosofica dei ciber-evangelisti». Formata da ramificazioni e interconnessioni infinite, la rete Internet costituisce una molteplicità nel senso in cui la intendevano Deleuze e Guattari (Buydens) Questa apparente conformità del ciberspazio agli stravolgimenti annunciati in Millepiani dev’essere considerata parte integrante delle cibernetica. Per quanto nuove e creative possano apparire, le pratiche legate a Internet dipendono da una logica culturale ben anteriore alle “predizioni” dei due filosofi.

La risonanza filosofica dell’opera di D&G non si esaurisce in questa corrispondenza con il World Wide Web, e in tal senso la filosofa Anne Cauquelin ha evidenziato lo scarto esistente tra il concetto deleuziano di rizoma e la sua applicazione a Internet. Nondimeno l’esperienza di demoltiplicazione identitaria vissuta da Sherry Turkle, e raccontata in Oltre lo schermo, deriva da ciò che Buydens definisce “percezione deleuziana di Internet”, che spiega nel modo seguente: «Esiste una percezione deleuziana di Internet come luogo della dissoluzione dell’io, per quanto io mi percepisca come un essere cangiante e multiplo, cioè che uso la libertà offertami per perdermi continuamente in un divenire impercettibile.» (Mireille Buydens, “La forme dévorée. Pour un approche deleuzienne d’Internet”, in L’Image: Deleuze, Foucaut, Lyotard, 1997)

Questa “percezione deleuziana” di Internet traspare chiaramente nel numero di siti dedicati alla filosofia del rizoma e al “culto” dedicato a Deleuze e Guattari in seno alla cyber-cultura. Più avanti torneremo sugli aspetti religiosi di questo fenomeno.

 

 

Sommario 4.12

  • Introduzione
  • HOMO TECHNOLOGICUS – Utero in affitto, surrogazione di maternità: dalla vita carnale alle piastrine dei laboratori – 1a PARTETESTO
  • Jean Renoir, Picnic sull’erba (Le Déjeuner sur l’herbe), 1959
  • Burioneide – Canto Sesto (Che tempo che fa, 23/10/2022)
  • PSYCO-AVIARIA (Tedros Adhanom Ghebreyesus: “World Health Organization, Tedros Warns H5N1 Bird Flu Could Jump To Humans, Spark Next Pandemic” febbraio 2023 / Nuova “pandemia” all’orizzonte, parola di OMS, di Elisa Angelone, TgSole24, 13/2/2023)
  • F.A.I./FREEK Cellula AnalRes – Sessismu e Tuttofobia
  • Cani Ignoranti – La psicosetta transfemminista colpisce ancora – MANIFESTO
  • Hans Jonas – Solo la tirannia può salvarci?TESTO

 

Riferimenti 4.12

  • Oval, SD II Audio Template (Folds and Rhizomes for Gilles Deleuze, 1995)
  • Tobias Hazan & David Shea, Rhizome: No Beginning No End (Folds and Rhizomes for Gilles Deleuze, 1995)
  • Deathtron, Seeds Of Tech + Birth, I Movement + Hell Of The Soul ( Seeds Of Tech 2013)
  • And Then You Die, Todesmarsch (Electric Uterus, 2021)
  • Univers Zero, Docteur Petiot (1313, 1977)
  • Brano non identificato
  • The Fools, Psyco Chicken (Sold Out, 1980)
  • Giuseppe Bertolucci, Berlinguer ti voglio bene (1977)
  • Joe Biden and Women
  • Ennio Morricone, Avvenne a piazza San Pietro + Vieni spirito santo + Politica sacra (Karol, Un Papa Rimasto Uomo, 2006)
  • Ida Rendano, Sei figo! (So’ accussì 2011)
  • Pierre Bastien, No Eon (Mecanoid, 2001)
  • Greta Thunberg e Zoro Bianchi, Power to the People?

Episodio 4.11

Episodio 4.11

La soppressione delle frontiere tra soggetto e oggetto, tra interiore ad esteriore, si ricongiunge alla definizione di Spirito data da Bateson. Nel flusso delle «macchine desideranti» la forma, l’individualità appaiono unicamente come «concatenamento superficiale» di elementi differenziali. (Mireille Buydens, “La forme dévorée. Pour une approche deleuzienne d’Internet”, 1997) Alla «illusione dell’io» (L’Anti-Edipo) perpetrato dalla psicanalisi, Deleuze e Guattari oppongono un «corpo senza organi» ovvero un corpo deterritorializzato, composto da macchine, da concatenamenti e movimenti. (Millepiani, p. 220) Questa liberazione dalla camicia di forza immaginaria, organica e soggettiva del desiderio rappresenta ai loro occhi un potenziale rivoluzionario senza precedenti. Fonte di ogni virtualità, secondo questa logica la molteplicità assume la forma del rizoma.

Contro l’unicità trascendente della «cultura arborescente», contro l’identità rigida dell’albero genealogico, il rizoma corrisponde a un sistema di flussi decentrato e non gerarchico in cui si produce, attraverso interconnessioni multiple, l’inconscio macchinico. Immateriali ed eterogenee, le interconnessioni permettono di unire «qualsiasi punto di un rizoma (…) a qualsiasi altro». (Millepiani, p. 39) Come precisano D&G, la struttura rizomatica va contro la radice stessa del verbo “essere”. «Un rizoma non incomincia e non finisce, è sempre nel mezzo, tra le cose, inter-essere, intermezzo. L’albero è la filiazione, ma il rizoma è alleanza (…) L’albero impone il verbo “essere”, ma il rizoma ha per tessuto la congiunzione “e… e… e…”. In questa congiunzione c’è abbastanza forza per scuotere e sradicare il verbo essere.» (Millepiani, p. 61)

Perciò non deve stupire che in Millepiani si possano trovare tracce di quel che per altri diverrà il postumano: «ci sono divenire non umani dell’uomo, che eccedono gli strati antropomorfici da ogni parte.» (p. 700) A tal proposito, ricordiamo semplicemente che in quest’opera Deleuze e Guattari attuano una convergenza analogica tra interconnessioni rizomatiche e transfert genetici resi possibili dalla biologia molecolare. «Facciamo rizoma con i nostri virus, anzi i nostri virus ci fanno fare rizoma con altre bestie. Come dice Jacob, i trasferimenti di materiale genetico per virus o altri processi, le fusioni di cellule uscite da elementi differenti hanno risultati analoghi a quelli degli “amori abominevoli cari all’Antichità e al Medioevo” (Jacob). Comunicazioni trasversali tra linee differenziate scompigliano gli alberi genealogici. Cercare sempre il molecolare o perfino la particella submolecolare con la quale facciamo alleanza. Evolviamo e moriamo delle nostre febbri polimorfe e rizomatiche, più che delle nostre malattie di discendenza o che hanno esse stesse la loro discendenza.» (p. 44)

 

 

Sommario 4.11

Riferimenti 4.11

  • Tobias Hazan & David Shea, Rhizome: No Beginning No End (Folds and Rhizomes for Gilles Deleuze, 1995)
  • Mouse on Mars, Subnubus (Folds and Rhizomes for Gilles Deleuze, 1995)
  • Reptilicus, Head In A Hole (Snaketime, 1993)
  • Cristona Dà Vena, Pfizer, una fregatura pazzesca! (Ship of Fools Records, 2023)
  • Tonic, Trip to Genetica (Organic Tecnoloji, 1997)
  • Alyssa Stone, Covid Vaccine Song for Kids (2021) – VIDEO
  • Der Heidi Ist Lieb!, Mon E Ambient Mix (Mon E For Free, 2004)
  • Ronin, Morte del re (L’Ultimo Re, 2009)
  • Plastic Violence, Illegal Alien (Plastic Violence, 2003)
  • Secret Chiefs 3, On The Wings Of The Haoma + DJ Revisionist (the Spin Masta, Kultur Killa, with da Mad Crypto-Colonial Skillz) (Book of Horizons, 2003)

Episodio 4.10

Episodio 4.10

Sapere che l’impronta di Bateson traspare chiaramente in Millepiani, tuttavia, non ci fornisce alcuna informazione circa le intenzioni filosofiche di dg. Per comprendere la portata culturale dei due autori bisogna soffermarsi brevemente sulla loro produzione, a partire dall’Anti-Edipo dove si rivolgono direttamente alla psicanalisi accusandola di circoscrivere la forza rivoluzionaria del desiderio al quadro rappresentativo di Edipo, secondo loro legato saldamente alla logica borghese capitalista. Alla fissazione edipica oppongono la schizo-analisi, l’unica in grado di rendere conto del flusso incessante delle «macchine desideranti». La loro originalità filosofica risiede in questa definizione del desiderio come macchina, come processo creativo illimitato. Pur rifiutando l’idea stessa di inconscio strutturale, mantengono il principio di base dello strutturalismo secondo cui non esiste un soggetto significante. Prodotto e attraversato dai flussi macchinici del desiderio, il soggetto vede andare in frantumi la propria unità a vantaggio di una fluidità identitaria marchiata col sigillo della molteplicità. Inserendosi all’interno di una logica differenziale, il concetto di molteplicità d’altronde è al centro della decostruzione filosofica operata da Deleuze e Guattari.

Elevata al rango di categoria filosofica, la molteplicità è irriducibile a qualunque forma di sintesi: «Solo la categoria di molteplicità, adoperata come sostantivo e al di là del molteplice non meno che dell’Uno, la relazione predicativa dell’Uno e del molteplice, è in grado di render conto della produzione desiderante». (L’anti-Edipo. Capitalismo e schizofrenia, p. 45) Così come il concetto di scrittura per Derrida, è a-formale e a-soggettiva. Pensata sul modello dell’immanenza, si colloca al di là di ogni forma oggettiva, di qualunque individualizzazione. Questa indeterminazione primordiale rende possibile la connessione illimitata di elementi differenziali attraverso un processo di interdipendenza : «Non c’è più né uomo né natura, ma unicamente processo che produce l’uno nell’altra e accoppia le macchine. Ovunque macchine produttrici o desideranti, le macchine schizofreniche, tutta la vita generica: io e non-io, esterno ed interno, non vogliono più dir nulla.» (L’anti-Edipo, p. 4)

E poco più avanti: «non c’è ulteriore distinzione uomo-natura: l’essenza umana della natura e l’essenza naturale dell’uomo si identificano nella natura come produzione o industria, cioè anche nella vita generica dell’uomo. L’industria non è più presa allora in un rapporto estrinseco d’utilità, ma nella sua identità fondamentale con la natura come produzione dell’uomo, tramite l’uomo. Non tanto l’uomo in quanto re della creazione, ma piuttosto colui che è toccato dalla vita profonda di tutte le forme o di tutti i generi, che s’incarica delle stelle ed anche degli animali, e che non cessa di innestare una macchina-organo su una macchina-energia, un albero nel suo corpo, un seno nella bocca, il sole nel culo: eterno addetto alle macchine dell’universo.» (p. 6)

 

 

Sommario 4.10

  • Introduzione
  • Alfredo Cospito o di uno Stato la cui logica è andata a farsi benedire dal Papa. Ed ha trovato chiuso (1 febbraio 2023) – TESTO
  • ERESIA – Osare l’impossibile contro gli aguzzini del possibile – TESTO
  • BREVE STORIA DEL FUTURO – Jacques Attali e i transumani TESTO
  • Per farla finita col futuro – TESTO (con traduzione)
  • SturmNaven

 

Riferimenti 4.10

  • Thinking Plague, Kingdom Come (In Extremis, 1998)
  • Spyros Peristeris, Minore tou Teke (Greek rhapsody: Instrumental music from Greece 1905-1956)
  • Markos Vamvakaris, Taxim Zeibekiko (Ibid)
  • Taraf de Haiduk, Turceasca (Honourable Brigands, Magic Horses and Evil Eye, 1994)
  • Änglagård, Vandringar i Vilsenhet + Jordrök (Hybris, 1992)
  • Änglagård, Ur Vilande + Sorgmantel (Viljans Oga, 2012)
  • Ludwig Von 88, Pour en finir avec le futur (20 chansons optimistes pour en finir avec le futur, 2019)
  • Strumpete Und N’Dranghete, Marcia delle Sturmtruppen (1980)

Episodio 4.9

Episodio 4.9

Dal rizoma al ciberspazio

Divenuto autoproduzione di «macchine desideranti», in l’Anti-Edipo l’inconscio è presentato come il luogo di una dissoluzione creatrice del soggetto. Se, come sottolinea Katherine Hayles, l’impresa teorica di Deleuze e Guattari prende parte alla decostruzione del soggetto a cui diede avvio la cibernetica, non è difficile nascondere le ambiguità sollevate da tale filiazione. Eppure, questo equivoco è duro a morire e ha perdurato fino a giorni piuttosto recenti, ad esempio nel caso dell’interpretazione data alla cibernetica dalla celebre (fin troppo celebrata, ma in ultima analisi ampiamente decerebrata) rivista Tiqqun nel suo saggio “L’ipotesi cibernetica”, dove provò a riesumare il cadavere postmoderno in chiave insurrezionalista. Ma ci arriveremo.

Armand Mattelart, in Storia dell’utopia planetaria. Dalla città profetica alla società globale (1999), sottolinea come i due filosofi si siano opposti radicalmente al controllo manageriale scaturito dai modelli di organizzazione cibernetica: alla nozione di codice legata alla teoria dell’informazione, D&G preferiscono il concetto di flusso, più adatto a spiegare il funzionamento delle «macchine desideranti». Ma collocandosi senza ombra di dubbio nel prolungamento del paradigma cibernetico, l’approccio teorico di D&G si iscrive perciò nella maniera più falsa all’interno della tradizione della critica radicale delle sue applicazioni tecnocratiche. Questa posizione, sebbene piuttosto paradossale, non ha nulla di sconcertante: non fa che ricordarci il carattere multiforme del paradigma informatico.

Contrariamente a Derrida, D&G non si riferiscono direttamente al modello elaborato da Wiener. Il loro legame con la cibernetica passa piuttosto attraverso un debito concettuale verso Gregory Bateson che, lungi da essere solo un aneddoto, è il fulcro del decentramento filosofico a cui punta la loro opera Millepiani. «Bateson chiama “piani” delle regioni di intensità continua, costituite in modo tale che non si lasciano interrompere da un punto terminale esterno, così come non si lasciano andare verso un punto culminante». (Millepiani, p. 237) Infatti l’influenza del pensiero di Bateson è così presente in quest’opera che alcuni passaggi sembrano presi direttamente da Verso un’ecologia dello spirito: «Il campo d’immanenza non è interno all’io, ma non deriva neppure da un Io esterno o da un non io. È piuttosto come il Di fuori assoluto che non conosce più questi Io, perché l’interno e l’esterno fanno ugualmente parte dell’immanenza in cui essi si sono fusi.» (Millepiani, p. 236)

 

 

Sommario 4.9

  • Introduzione
  • Alfredo Cospito fuori dal 41 bis… VIVO!
  • CONTRO LA GUERRA (TESTOAUDIO)
  • APPELLO AL POPOLOContributo per l’infezione generalizzata (PDFJPG)
  • LA MULTINAZIONALE – sull’aria de L’Internazionale – Parole della Colonna “Groucho-Marxista” della Sezione Italiana dell’Internazionale Dadaumpista (PDFJPG)
  • Ray Kurzweil – La singolarità sta arrivando
  • Dialogo tra un militante degli anni Settanta e il se stesso di oggi (tratto da http://nozionicomuni.blogspot.com) – TESTO
  • George Soros e la Cina
  • Bill Gates – LA LEZIONE DEL COVID: come prevenire la prossima pandemia? (III Parte)TESTO
  • Spagna, Andalusia – Vaccinano anche i pesci (Canal Sur TV, inverno 2022/23)
  • Heather McDonald – Ride bene chi ride ultimo (La comica californiana collassa sul palco mentre ironizza sulle molteplici iniezioni, vaccinali e non, che si è sparata in vena) – VIDEO

 

Riferimenti 4.9

  • Thierry “Titi” Robin, L’exil (Payo Michto, 1997)
  • Thierry “Titi” Robin, Cuivre (Gitans, 1993)
  • Dirt, Hiroshima (Black and White, 1996) – TESTO e TRADUZIONE
  • Ludwig van Beethoven, Concerto n. 5 in Mi bemolle maggiore per pianoforte (Op. 73 / Adagio Un Poco Mosso)
  • Franz Schubert, Trio per pianoforte n. 2 in Mi bemolle maggiore (Op. 100 / D. 929)
  • Evasio Muraro, L’Internazionale (Canti di lavoro della Lombardia, 2001)
  • Banda cittadina di Mirandola, L’Internazionale (Avanti Popolo Alla Riscossa / Antologia Della Canzone Socialista In Italia, 1969)
  • HEIL KURZWEIL, The Coming Singularity (Ship of Fools Records, 2023)
  • Charlie Haden & Carla Bley, The People United Never Be Defeated + The Ballad of the Fallen (The Ballad of the Fallen, 1983)
  • Charlie Haden & Liberation Music Orchestra, Song of the United Front + We Shall Overcome (Liberation Music Orchestra, 1970)
  • DJ DRAGONS, Vaccinate the World (Alfons Corona Wuhana Remix) (Stultifera Navis Vol. 2 / Ship of Fools Records, 2022)
  • Ten Years After, I’d Love to Change the World (A Space in Time, 1971)
  • Calexico, Scout + Navy Cut + Haul + Mazurka + Stinging Nettle + Ice Cream Jeep (Spoke, 1997)
  • Jabracadabra – I Ain’t No Vax Denier

Episodio 4.8

Episodio 4.8

Ma allora, che diavolo è sta famosa decostruzione? A sentir loro, i filosofi o piuttosto i professionisti della disciplina filosofica (che stanno all’amore per la conoscenza come il meretricio sta all’amore carnale), ci si perde in vocaboli esoterici, gerghi per iniziati, dispositivi linguistici che, come si sarà notato nel corso di questa faticosa ricostruzione storica, indispongono anche i più pazienti auditori. A sentire Derrida «la decostruzione non è una teoria, né una filosofia. Né una scuola, né un metodo. Neanche un discorso, un atto, una pratica. È ciò che accade, che sta accadendo oggi in quel che si chiama società, politica, diplomazia, economia, realtà storica, e così via. La decostruzione è l’evento.» (Come non essere postmoderni, p. 45)

Ma allora, daccapo, che diavolo è eventualmente la decostruzione? Probabilmente la risposta più esaustiva Derrida la fornisce nella Lettera a un amico giapponese, indirizzata al professor Isuzu che stava traducendo le sue opere nella lingua nipponica. «Già nella “mia” lingua c’è un intricato problema di traduzione per ciò che, qua e là, si potrebbe indicare con quella parola, per il suo uso e per la sua origine. E chiaramente, già in francese, le cose cambiano da contesto a contesto.»

Derrida confessa all’amico traduttore che, allorché tirò fuori dal cilindro il termine, non pensava sarebbe diventato tanto centrale, dato che si era semplicemente limitato a tradurre e adattare ai suoi scopi il termine Destruktion adoperato da Heidegger. Scartata “distruzione” per una connotazione troppo negativa e lontana dalle intenzioni del filosofo tedesco, si decise per “decostruzione” che già gli frullava in testa, e per conferma si rivolge al dizionario Littré, dove la trova: «L’uso grammaticale, quello linguistico e quello retorico si associavano a un uso “macchinico”. Questa associazione mi sembrò felicissima, molto adatta a ciò che tentavo di suggerire.» Derrida aggiunge poco dopo che tutti quei significati erano sì affini a quanto voleva esprimere, ma si limitavano solamente a indicare «certi modelli o regioni di senso, e non tutto quello che la decostruzione può indicare nella sua ambizione più radicale. Quest’ultima non si riduce né a un modello linguistico-grammaticale, né a un modello semantico, e meno che mai a un modello macchinico. Anch’essi andrebbero sottoposti a un’interrogazione decostruttiva.»

La spirale continua. Dopo aver ammesso che la parola era adoperata raramente in francese, «in qualche modo la si è dovuta ricostruire, e il suo valore d’uso» sarà determinato in Della grammatologia rispetto al suo “contesto”, che nella fattispecie era lo strutturalismo allora dominante.

«“Decostruzione” sembrava andare in quel senso perché indicava una certa attenzione alle strutture (che a loro volta non sono semplicemente idee, o forme, o sintesi, o sistemi). Decostruire era anche un atteggiamento strutturalista (…). Ma era anche un atteggiamento antistrutturalista – e la sua fortuna dipende in parte da quell’equivoco. Bisognava disfare, scomporre, desedimentare delle strutture (di ogni tipo: linguistiche, “logocentriche”, “fonocentriche” (…) socioistituzionali, politiche, cultuali, anche e anzitutto filosofiche.» Derrida ammette che, specialmente negli Stati Uniti, si è associata la decostruzione al post-strutturalismo, ma in questo modo si sottolineava unicamente l’accezione negativa lasciando da parte il suo compito ricostruttivo, e non a caso si vedeva nel prefisso (de-) più una demolizione che «un percorso genealogico.»

Derrida prosegue con le sue avvertenze al traduttore giapponese: «Comunque, e nonostante le apparenze, la decostruzione non è né una analisi né una critica. (…) Non è un’analisi, specialmente perché lo smontaggio di una struttura non è una regressione verso l’elemento semplice, verso un’origine non scomponibile. (…) Non è neppure una critica, in senso generale o in senso kantiano. (…) La decostruzione non è un metodo e non può essere trasformata in metodo. Soprattutto se si accentua il valore tecnico e procedurale del termine.» Ma tutto questo non basta, infatti Derrida deve aggiungere anche che «non è neanche un atto o una operazione. Non solo perché ha in sé un che di “passivo” o di “paziente” (…). Non solo perché non dipende da un soggetto (individuale o collettivo) che se ne assuma l’iniziativa e la applichi a un oggetto, a un testo, a un tema, ecc. La decostruzione ha luogo, è un evento che non aspetta la deliberazione, la coscienza o l’organizzazione del soggetto, né della modernità. Si decostruisce. Qui il si non è una cosa impersonale che si opponga a una qualche soggettività egologica. È in decostruzione (…). E il “si” di “decostruirsi”, che non è la riflessività di un io o di una coscienza, si fa carico di tutto l’enigma.»

«Forse molto schematicamente direi che la difficoltà di definire, quindi anche di tradurre la parola “decostruzione”, dipende dal fatto che i predicati, o concetti definitori, significati lessicali e articolazioni sintattiche che paiono adattarsi momentaneamente alla definizione e traduzione sono decostruiti o decostruibili, direttamente o no, ecc. Il che vale per la parola, per l’unità stessa della parola decostruzione, come per ogni parola

Ed eccoci giunti alla fine del tunnel. «La parola “decostruzione”, come qualsiasi altra parola, trae valore solo dalla iscrizione in una catena di sostituzioni possibili, da ciò che troppo pacificamente si chiama “contesto”.» E perciò, conclude Derrida, «Che cosa non è la decostruzione? tutto! Che cos’è la decostruzione? nulla! Per tutti questi motivi, non penso che sia una buona parola. Soprattutto, non è bella. Certo ha reso dei servigi, in una situazione ben determinata. Per sapere cosa l’ha imposta in una catena di sostituzioni possibili, nonostante la sua fondamentale imperfezione, bisognerebbe analizzare e decostruire quella “situazione ben determinata”. È difficile, e non posso certo mettermi a farlo qui.»

 

 

Sommario 4.8

  • Introduzione
  • IL CINERADIOGIORNALE DEI FOLLI – Sieg Heil Klaus & Greta (con estratti da Fantozzi; Klaus Schwab, intervista 2022 + presentazione del World Economic Forum del 2023; fermo di polizia di Thunberg)
  • La vita è un gioco a punti (dalla rivista Malamente, n. 25, giugno 2022) – ARTICOLO COMPLETO
  • Derrida, Fear of Writing (dal film Derrida, 2002)
  • VACCINO VACCINO VACCINO / Arrivano le nuove varianti: ci dobbiamo preoccupare? (TG3 sera, 11 gennaio 2023)
  • Bill Gates: To Deal With the Next Pandemic (Munich Security Conference, febbraio 2022)
  • CREDITO SOCIALE IN EMILIA ROMAGNA (Smart Citizen Wallet – Bologna, con la partecipazione dell’Assessore all’Agenda Digitale Massimo Bugani / Regole condominiali a Fidenza, marzo 2022)
  • Piccoli Filosofi Decrescono – Maurizio Ferraris, ricostruire la decostruzione
  • Breaking News – Imbrattata Greta Thunberg

 

Riferimenti 4.8

  • Brian Eno & David Byrne, Come With Us + Mountain Of Needles + Mea Culpa + Help Me Somebody + Very, Very Hungry (My Life In The Bush Of Ghosts, 1981)
  • Cinegiornali Istituto Luce, sigle varie (anni ’30-’40)
  • Eddie Meduza, Heil Hitler (Radio Ronka nr. 2, 1990)
  • Marce e raduni nazisti
  • Mel Brooks, Hitler Rap (dal film To Be or Not To Be, 1983)
  • Ernst Lubitsch, To Be or Not To Be (1942)
  • Piano solo (Un sole rosso nel cielo, inno maoista)
  • Un sole rosso nel cielo
  • Natalino Otto, Pippo… cammina dritto! (1958)
  • Tutti possono ascoltarti. Ma uno bravo sa davvero come aiutarti (Pubblicità, 2022)
  • Secret Chiefs 3, Hamaya (Xaphan: Book of Angels Volume 9, 2008)
  • Cerchi lo psicologo giusto? Fatti vedere da Unobravo (Pubblicità, 2021)
  • Mike Judge, Idiocracy (2005)
  • Fare soldi, Frum Frum (Paghetta, sappiamo dove abiti, 2012)
  • Ndlovu Youth Choir, Jaba Jaba (Get the vaccine) (2021)
  • Andrew London, Vaccination Song (dalla Nuova Zelanda, 2021)
  • The Fighting Boys, Shuō dào zuò dào (Mantieni la parola data), video sponsorizzato dal Partito Comunista Cinese per propagandare il sistema dei crediti sociali (2019)
  • The Belt and Road is How (Bambini cantano una canzone che celebra il Boom economico cinese)
  • Secret Chiefs 3, Akramachamarei (Xaphan: Book of Angels Volume 9, 2008)