Episodio 4.11

Episodio 4.11

La soppressione delle frontiere tra soggetto e oggetto, tra interiore ad esteriore, si ricongiunge alla definizione di Spirito data da Bateson. Nel flusso delle «macchine desideranti» la forma, l’individualità appaiono unicamente come «concatenamento superficiale» di elementi differenziali. (Mireille Buydens, “La forme dévorée. Pour une approche deleuzienne d’Internet”, 1997) Alla «illusione dell’io» (L’Anti-Edipo) perpetrato dalla psicanalisi, Deleuze e Guattari oppongono un «corpo senza organi» ovvero un corpo deterritorializzato, composto da macchine, da concatenamenti e movimenti. (Millepiani, p. 220) Questa liberazione dalla camicia di forza immaginaria, organica e soggettiva del desiderio rappresenta ai loro occhi un potenziale rivoluzionario senza precedenti. Fonte di ogni virtualità, secondo questa logica la molteplicità assume la forma del rizoma.

Contro l’unicità trascendente della «cultura arborescente», contro l’identità rigida dell’albero genealogico, il rizoma corrisponde a un sistema di flussi decentrato e non gerarchico in cui si produce, attraverso interconnessioni multiple, l’inconscio macchinico. Immateriali ed eterogenee, le interconnessioni permettono di unire «qualsiasi punto di un rizoma (…) a qualsiasi altro». (Millepiani, p. 39) Come precisano D&G, la struttura rizomatica va contro la radice stessa del verbo “essere”. «Un rizoma non incomincia e non finisce, è sempre nel mezzo, tra le cose, inter-essere, intermezzo. L’albero è la filiazione, ma il rizoma è alleanza (…) L’albero impone il verbo “essere”, ma il rizoma ha per tessuto la congiunzione “e… e… e…”. In questa congiunzione c’è abbastanza forza per scuotere e sradicare il verbo essere.» (Millepiani, p. 61)

Perciò non deve stupire che in Millepiani si possano trovare tracce di quel che per altri diverrà il postumano: «ci sono divenire non umani dell’uomo, che eccedono gli strati antropomorfici da ogni parte.» (p. 700) A tal proposito, ricordiamo semplicemente che in quest’opera Deleuze e Guattari attuano una convergenza analogica tra interconnessioni rizomatiche e transfert genetici resi possibili dalla biologia molecolare. «Facciamo rizoma con i nostri virus, anzi i nostri virus ci fanno fare rizoma con altre bestie. Come dice Jacob, i trasferimenti di materiale genetico per virus o altri processi, le fusioni di cellule uscite da elementi differenti hanno risultati analoghi a quelli degli “amori abominevoli cari all’Antichità e al Medioevo” (Jacob). Comunicazioni trasversali tra linee differenziate scompigliano gli alberi genealogici. Cercare sempre il molecolare o perfino la particella submolecolare con la quale facciamo alleanza. Evolviamo e moriamo delle nostre febbri polimorfe e rizomatiche, più che delle nostre malattie di discendenza o che hanno esse stesse la loro discendenza.» (p. 44)

 

 

Sommario 4.11

Riferimenti 4.11

  • Tobias Hazan & David Shea, Rhizome: No Beginning No End (Folds and Rhizomes for Gilles Deleuze, 1995)
  • Mouse on Mars, Subnubus (Folds and Rhizomes for Gilles Deleuze, 1995)
  • Reptilicus, Head In A Hole (Snaketime, 1993)
  • Cristona Dà Vena, Pfizer, una fregatura pazzesca! (Ship of Fools Records, 2023)
  • Tonic, Trip to Genetica (Organic Tecnoloji, 1997)
  • Alyssa Stone, Covid Vaccine Song for Kids (2021) – VIDEO
  • Der Heidi Ist Lieb!, Mon E Ambient Mix (Mon E For Free, 2004)
  • Ronin, Morte del re (L’Ultimo Re, 2009)
  • Plastic Violence, Illegal Alien (Plastic Violence, 2003)
  • Secret Chiefs 3, On The Wings Of The Haoma + DJ Revisionist (the Spin Masta, Kultur Killa, with da Mad Crypto-Colonial Skillz) (Book of Horizons, 2003)

Episodio 4.10

Episodio 4.10

Sapere che l’impronta di Bateson traspare chiaramente in Millepiani, tuttavia, non ci fornisce alcuna informazione circa le intenzioni filosofiche di dg. Per comprendere la portata culturale dei due autori bisogna soffermarsi brevemente sulla loro produzione, a partire dall’Anti-Edipo dove si rivolgono direttamente alla psicanalisi accusandola di circoscrivere la forza rivoluzionaria del desiderio al quadro rappresentativo di Edipo, secondo loro legato saldamente alla logica borghese capitalista. Alla fissazione edipica oppongono la schizo-analisi, l’unica in grado di rendere conto del flusso incessante delle «macchine desideranti». La loro originalità filosofica risiede in questa definizione del desiderio come macchina, come processo creativo illimitato. Pur rifiutando l’idea stessa di inconscio strutturale, mantengono il principio di base dello strutturalismo secondo cui non esiste un soggetto significante. Prodotto e attraversato dai flussi macchinici del desiderio, il soggetto vede andare in frantumi la propria unità a vantaggio di una fluidità identitaria marchiata col sigillo della molteplicità. Inserendosi all’interno di una logica differenziale, il concetto di molteplicità d’altronde è al centro della decostruzione filosofica operata da Deleuze e Guattari.

Elevata al rango di categoria filosofica, la molteplicità è irriducibile a qualunque forma di sintesi: «Solo la categoria di molteplicità, adoperata come sostantivo e al di là del molteplice non meno che dell’Uno, la relazione predicativa dell’Uno e del molteplice, è in grado di render conto della produzione desiderante». (L’anti-Edipo. Capitalismo e schizofrenia, p. 45) Così come il concetto di scrittura per Derrida, è a-formale e a-soggettiva. Pensata sul modello dell’immanenza, si colloca al di là di ogni forma oggettiva, di qualunque individualizzazione. Questa indeterminazione primordiale rende possibile la connessione illimitata di elementi differenziali attraverso un processo di interdipendenza : «Non c’è più né uomo né natura, ma unicamente processo che produce l’uno nell’altra e accoppia le macchine. Ovunque macchine produttrici o desideranti, le macchine schizofreniche, tutta la vita generica: io e non-io, esterno ed interno, non vogliono più dir nulla.» (L’anti-Edipo, p. 4)

E poco più avanti: «non c’è ulteriore distinzione uomo-natura: l’essenza umana della natura e l’essenza naturale dell’uomo si identificano nella natura come produzione o industria, cioè anche nella vita generica dell’uomo. L’industria non è più presa allora in un rapporto estrinseco d’utilità, ma nella sua identità fondamentale con la natura come produzione dell’uomo, tramite l’uomo. Non tanto l’uomo in quanto re della creazione, ma piuttosto colui che è toccato dalla vita profonda di tutte le forme o di tutti i generi, che s’incarica delle stelle ed anche degli animali, e che non cessa di innestare una macchina-organo su una macchina-energia, un albero nel suo corpo, un seno nella bocca, il sole nel culo: eterno addetto alle macchine dell’universo.» (p. 6)

 

 

Sommario 4.10

  • Introduzione
  • Alfredo Cospito o di uno Stato la cui logica è andata a farsi benedire dal Papa. Ed ha trovato chiuso (1 febbraio 2023) – TESTO
  • ERESIA – Osare l’impossibile contro gli aguzzini del possibile – TESTO
  • BREVE STORIA DEL FUTURO – Jacques Attali e i transumani TESTO
  • Per farla finita col futuro – TESTO (con traduzione)
  • SturmNaven

 

Riferimenti 4.10

  • Thinking Plague, Kingdom Come (In Extremis, 1998)
  • Spyros Peristeris, Minore tou Teke (Greek rhapsody: Instrumental music from Greece 1905-1956)
  • Markos Vamvakaris, Taxim Zeibekiko (Ibid)
  • Taraf de Haiduk, Turceasca (Honourable Brigands, Magic Horses and Evil Eye, 1994)
  • Änglagård, Vandringar i Vilsenhet + Jordrök (Hybris, 1992)
  • Änglagård, Ur Vilande + Sorgmantel (Viljans Oga, 2012)
  • Ludwig Von 88, Pour en finir avec le futur (20 chansons optimistes pour en finir avec le futur, 2019)
  • Strumpete Und N’Dranghete, Marcia delle Sturmtruppen (1980)

Episodio 4.9

Episodio 4.9

Dal rizoma al ciberspazio

Divenuto autoproduzione di «macchine desideranti», in l’Anti-Edipo l’inconscio è presentato come il luogo di una dissoluzione creatrice del soggetto. Se, come sottolinea Katherine Hayles, l’impresa teorica di Deleuze e Guattari prende parte alla decostruzione del soggetto a cui diede avvio la cibernetica, non è difficile nascondere le ambiguità sollevate da tale filiazione. Eppure, questo equivoco è duro a morire e ha perdurato fino a giorni piuttosto recenti, ad esempio nel caso dell’interpretazione data alla cibernetica dalla celebre (fin troppo celebrata, ma in ultima analisi ampiamente decerebrata) rivista Tiqqun nel suo saggio “L’ipotesi cibernetica”, dove provò a riesumare il cadavere postmoderno in chiave insurrezionalista. Ma ci arriveremo.

Armand Mattelart, in Storia dell’utopia planetaria. Dalla città profetica alla società globale (1999), sottolinea come i due filosofi si siano opposti radicalmente al controllo manageriale scaturito dai modelli di organizzazione cibernetica: alla nozione di codice legata alla teoria dell’informazione, D&G preferiscono il concetto di flusso, più adatto a spiegare il funzionamento delle «macchine desideranti». Ma collocandosi senza ombra di dubbio nel prolungamento del paradigma cibernetico, l’approccio teorico di D&G si iscrive perciò nella maniera più falsa all’interno della tradizione della critica radicale delle sue applicazioni tecnocratiche. Questa posizione, sebbene piuttosto paradossale, non ha nulla di sconcertante: non fa che ricordarci il carattere multiforme del paradigma informatico.

Contrariamente a Derrida, D&G non si riferiscono direttamente al modello elaborato da Wiener. Il loro legame con la cibernetica passa piuttosto attraverso un debito concettuale verso Gregory Bateson che, lungi da essere solo un aneddoto, è il fulcro del decentramento filosofico a cui punta la loro opera Millepiani. «Bateson chiama “piani” delle regioni di intensità continua, costituite in modo tale che non si lasciano interrompere da un punto terminale esterno, così come non si lasciano andare verso un punto culminante». (Millepiani, p. 237) Infatti l’influenza del pensiero di Bateson è così presente in quest’opera che alcuni passaggi sembrano presi direttamente da Verso un’ecologia dello spirito: «Il campo d’immanenza non è interno all’io, ma non deriva neppure da un Io esterno o da un non io. È piuttosto come il Di fuori assoluto che non conosce più questi Io, perché l’interno e l’esterno fanno ugualmente parte dell’immanenza in cui essi si sono fusi.» (Millepiani, p. 236)

 

 

Sommario 4.9

  • Introduzione
  • Alfredo Cospito fuori dal 41 bis… VIVO!
  • CONTRO LA GUERRA (TESTOAUDIO)
  • APPELLO AL POPOLOContributo per l’infezione generalizzata (PDFJPG)
  • LA MULTINAZIONALE – sull’aria de L’Internazionale – Parole della Colonna “Groucho-Marxista” della Sezione Italiana dell’Internazionale Dadaumpista (PDFJPG)
  • Ray Kurzweil – La singolarità sta arrivando
  • Dialogo tra un militante degli anni Settanta e il se stesso di oggi (tratto da http://nozionicomuni.blogspot.com) – TESTO
  • George Soros e la Cina
  • Bill Gates – LA LEZIONE DEL COVID: come prevenire la prossima pandemia? (III Parte)TESTO
  • Spagna, Andalusia – Vaccinano anche i pesci (Canal Sur TV, inverno 2022/23)
  • Heather McDonald – Ride bene chi ride ultimo (La comica californiana collassa sul palco mentre ironizza sulle molteplici iniezioni, vaccinali e non, che si è sparata in vena) – VIDEO

 

Riferimenti 4.9

  • Thierry “Titi” Robin, L’exil (Payo Michto, 1997)
  • Thierry “Titi” Robin, Cuivre (Gitans, 1993)
  • Dirt, Hiroshima (Black and White, 1996) – TESTO e TRADUZIONE
  • Ludwig van Beethoven, Concerto n. 5 in Mi bemolle maggiore per pianoforte (Op. 73 / Adagio Un Poco Mosso)
  • Franz Schubert, Trio per pianoforte n. 2 in Mi bemolle maggiore (Op. 100 / D. 929)
  • Evasio Muraro, L’Internazionale (Canti di lavoro della Lombardia, 2001)
  • Banda cittadina di Mirandola, L’Internazionale (Avanti Popolo Alla Riscossa / Antologia Della Canzone Socialista In Italia, 1969)
  • HEIL KURZWEIL, The Coming Singularity (Ship of Fools Records, 2023)
  • Charlie Haden & Carla Bley, The People United Never Be Defeated + The Ballad of the Fallen (The Ballad of the Fallen, 1983)
  • Charlie Haden & Liberation Music Orchestra, Song of the United Front + We Shall Overcome (Liberation Music Orchestra, 1970)
  • DJ DRAGONS, Vaccinate the World (Alfons Corona Wuhana Remix) (Stultifera Navis Vol. 2 / Ship of Fools Records, 2022)
  • Ten Years After, I’d Love to Change the World (A Space in Time, 1971)
  • Calexico, Scout + Navy Cut + Haul + Mazurka + Stinging Nettle + Ice Cream Jeep (Spoke, 1997)
  • Jabracadabra – I Ain’t No Vax Denier

Episodio 4.8

Episodio 4.8

Ma allora, che diavolo è sta famosa decostruzione? A sentir loro, i filosofi o piuttosto i professionisti della disciplina filosofica (che stanno all’amore per la conoscenza come il meretricio sta all’amore carnale), ci si perde in vocaboli esoterici, gerghi per iniziati, dispositivi linguistici che, come si sarà notato nel corso di questa faticosa ricostruzione storica, indispongono anche i più pazienti auditori. A sentire Derrida «la decostruzione non è una teoria, né una filosofia. Né una scuola, né un metodo. Neanche un discorso, un atto, una pratica. È ciò che accade, che sta accadendo oggi in quel che si chiama società, politica, diplomazia, economia, realtà storica, e così via. La decostruzione è l’evento.» (Come non essere postmoderni, p. 45)

Ma allora, daccapo, che diavolo è eventualmente la decostruzione? Probabilmente la risposta più esaustiva Derrida la fornisce nella Lettera a un amico giapponese, indirizzata al professor Isuzu che stava traducendo le sue opere nella lingua nipponica. «Già nella “mia” lingua c’è un intricato problema di traduzione per ciò che, qua e là, si potrebbe indicare con quella parola, per il suo uso e per la sua origine. E chiaramente, già in francese, le cose cambiano da contesto a contesto.»

Derrida confessa all’amico traduttore che, allorché tirò fuori dal cilindro il termine, non pensava sarebbe diventato tanto centrale, dato che si era semplicemente limitato a tradurre e adattare ai suoi scopi il termine Destruktion adoperato da Heidegger. Scartata “distruzione” per una connotazione troppo negativa e lontana dalle intenzioni del filosofo tedesco, si decise per “decostruzione” che già gli frullava in testa, e per conferma si rivolge al dizionario Littré, dove la trova: «L’uso grammaticale, quello linguistico e quello retorico si associavano a un uso “macchinico”. Questa associazione mi sembrò felicissima, molto adatta a ciò che tentavo di suggerire.» Derrida aggiunge poco dopo che tutti quei significati erano sì affini a quanto voleva esprimere, ma si limitavano solamente a indicare «certi modelli o regioni di senso, e non tutto quello che la decostruzione può indicare nella sua ambizione più radicale. Quest’ultima non si riduce né a un modello linguistico-grammaticale, né a un modello semantico, e meno che mai a un modello macchinico. Anch’essi andrebbero sottoposti a un’interrogazione decostruttiva.»

La spirale continua. Dopo aver ammesso che la parola era adoperata raramente in francese, «in qualche modo la si è dovuta ricostruire, e il suo valore d’uso» sarà determinato in Della grammatologia rispetto al suo “contesto”, che nella fattispecie era lo strutturalismo allora dominante.

«“Decostruzione” sembrava andare in quel senso perché indicava una certa attenzione alle strutture (che a loro volta non sono semplicemente idee, o forme, o sintesi, o sistemi). Decostruire era anche un atteggiamento strutturalista (…). Ma era anche un atteggiamento antistrutturalista – e la sua fortuna dipende in parte da quell’equivoco. Bisognava disfare, scomporre, desedimentare delle strutture (di ogni tipo: linguistiche, “logocentriche”, “fonocentriche” (…) socioistituzionali, politiche, cultuali, anche e anzitutto filosofiche.» Derrida ammette che, specialmente negli Stati Uniti, si è associata la decostruzione al post-strutturalismo, ma in questo modo si sottolineava unicamente l’accezione negativa lasciando da parte il suo compito ricostruttivo, e non a caso si vedeva nel prefisso (de-) più una demolizione che «un percorso genealogico.»

Derrida prosegue con le sue avvertenze al traduttore giapponese: «Comunque, e nonostante le apparenze, la decostruzione non è né una analisi né una critica. (…) Non è un’analisi, specialmente perché lo smontaggio di una struttura non è una regressione verso l’elemento semplice, verso un’origine non scomponibile. (…) Non è neppure una critica, in senso generale o in senso kantiano. (…) La decostruzione non è un metodo e non può essere trasformata in metodo. Soprattutto se si accentua il valore tecnico e procedurale del termine.» Ma tutto questo non basta, infatti Derrida deve aggiungere anche che «non è neanche un atto o una operazione. Non solo perché ha in sé un che di “passivo” o di “paziente” (…). Non solo perché non dipende da un soggetto (individuale o collettivo) che se ne assuma l’iniziativa e la applichi a un oggetto, a un testo, a un tema, ecc. La decostruzione ha luogo, è un evento che non aspetta la deliberazione, la coscienza o l’organizzazione del soggetto, né della modernità. Si decostruisce. Qui il si non è una cosa impersonale che si opponga a una qualche soggettività egologica. È in decostruzione (…). E il “si” di “decostruirsi”, che non è la riflessività di un io o di una coscienza, si fa carico di tutto l’enigma.»

«Forse molto schematicamente direi che la difficoltà di definire, quindi anche di tradurre la parola “decostruzione”, dipende dal fatto che i predicati, o concetti definitori, significati lessicali e articolazioni sintattiche che paiono adattarsi momentaneamente alla definizione e traduzione sono decostruiti o decostruibili, direttamente o no, ecc. Il che vale per la parola, per l’unità stessa della parola decostruzione, come per ogni parola

Ed eccoci giunti alla fine del tunnel. «La parola “decostruzione”, come qualsiasi altra parola, trae valore solo dalla iscrizione in una catena di sostituzioni possibili, da ciò che troppo pacificamente si chiama “contesto”.» E perciò, conclude Derrida, «Che cosa non è la decostruzione? tutto! Che cos’è la decostruzione? nulla! Per tutti questi motivi, non penso che sia una buona parola. Soprattutto, non è bella. Certo ha reso dei servigi, in una situazione ben determinata. Per sapere cosa l’ha imposta in una catena di sostituzioni possibili, nonostante la sua fondamentale imperfezione, bisognerebbe analizzare e decostruire quella “situazione ben determinata”. È difficile, e non posso certo mettermi a farlo qui.»

 

 

Sommario 4.8

  • Introduzione
  • IL CINERADIOGIORNALE DEI FOLLI – Sieg Heil Klaus & Greta (con estratti da Fantozzi; Klaus Schwab, intervista 2022 + presentazione del World Economic Forum del 2023; fermo di polizia di Thunberg)
  • La vita è un gioco a punti (dalla rivista Malamente, n. 25, giugno 2022) – ARTICOLO COMPLETO
  • Derrida, Fear of Writing (dal film Derrida, 2002)
  • VACCINO VACCINO VACCINO / Arrivano le nuove varianti: ci dobbiamo preoccupare? (TG3 sera, 11 gennaio 2023)
  • Bill Gates: To Deal With the Next Pandemic (Munich Security Conference, febbraio 2022)
  • CREDITO SOCIALE IN EMILIA ROMAGNA (Smart Citizen Wallet – Bologna, con la partecipazione dell’Assessore all’Agenda Digitale Massimo Bugani / Regole condominiali a Fidenza, marzo 2022)
  • Piccoli Filosofi Decrescono – Maurizio Ferraris, ricostruire la decostruzione
  • Breaking News – Imbrattata Greta Thunberg

 

Riferimenti 4.8

  • Brian Eno & David Byrne, Come With Us + Mountain Of Needles + Mea Culpa + Help Me Somebody + Very, Very Hungry (My Life In The Bush Of Ghosts, 1981)
  • Cinegiornali Istituto Luce, sigle varie (anni ’30-’40)
  • Eddie Meduza, Heil Hitler (Radio Ronka nr. 2, 1990)
  • Marce e raduni nazisti
  • Mel Brooks, Hitler Rap (dal film To Be or Not To Be, 1983)
  • Ernst Lubitsch, To Be or Not To Be (1942)
  • Piano solo (Un sole rosso nel cielo, inno maoista)
  • Un sole rosso nel cielo
  • Natalino Otto, Pippo… cammina dritto! (1958)
  • Tutti possono ascoltarti. Ma uno bravo sa davvero come aiutarti (Pubblicità, 2022)
  • Secret Chiefs 3, Hamaya (Xaphan: Book of Angels Volume 9, 2008)
  • Cerchi lo psicologo giusto? Fatti vedere da Unobravo (Pubblicità, 2021)
  • Mike Judge, Idiocracy (2005)
  • Fare soldi, Frum Frum (Paghetta, sappiamo dove abiti, 2012)
  • Ndlovu Youth Choir, Jaba Jaba (Get the vaccine) (2021)
  • Andrew London, Vaccination Song (dalla Nuova Zelanda, 2021)
  • The Fighting Boys, Shuō dào zuò dào (Mantieni la parola data), video sponsorizzato dal Partito Comunista Cinese per propagandare il sistema dei crediti sociali (2019)
  • The Belt and Road is How (Bambini cantano una canzone che celebra il Boom economico cinese)
  • Secret Chiefs 3, Akramachamarei (Xaphan: Book of Angels Volume 9, 2008)

STULTIFERA NAVIS – Volume 2

Interrompiamo momentaneamente il flusso della navigazione per l’uscita del secondo album della ShipOfFools Records

(Nella BARRA LATERALE del sito trovate sotto ShipOfFools Records, anche il Volume 1)

STULTIFERA NAVIS – VOLUME 2

1 – PRINZEUGEN/ETIKTRUPPEN – Fanculo al vostro mondo

2 – DJ ALBERTINI – TSO senza limiti

3 – ANONIMO MOZZO ALPINO – Fidatevi

4 – DJ DRAGONS – Vaccinate the World (Alfons Corona Wuhana Remix)

5 – GRETATHUNBERG POSSE – Unite Behind the Science

6 – SEZIONE IMPERIALE dell’INTERNAZIONALE DADAUMPISTA – Onnipotente Macchina Eterna (da E.M. Forster)

7 – PRINZEUGEN/ETIKTRUPPEN – Attenzione

8 – ANONIMO MOZZO ALPINO – Libertà (Illich version)

9 – WUMINGZERO – Q?

10 – HARARI PLANETARY ASSAULT – Surveillance Going Under Our Skin

11 – PRINZEUGEN/ETIKTRUPPEN – Fanculo al vostro mondo (Extended version)

Episodio 4.7

Episodio 4.7

La decostruzione derridiana, come sottolineato da Dupuy, si pone in continuità con il capovolgimento cibernetico del soggetto. D’altronde Derrida vedeva in «questa non fortuita congiunzione della cibernetica e delle “scienze umane” della scrittura» il segnale di «un rivolgimento più profondo». (Della grammatologia, p. 28) Probabilmente è perché fu uno dei primi a cogliere la novità radicale del modello cibernetico che il suo progetto filosofico pare incarnarsi nel ciberspazio. Visto sotto questa prospettiva sembra meno strano che uno studente, scoraggiato dalla difficoltà dei testi di Derrida, dica di aver capito i principi della decostruzione facendo l’esperienza su Internet dei collegamenti ipertestuali. (Sherry Turkle, La vita sullo schermo, pp. 11-12)

Caratterizzato dalla non-linearità, dalla sovrapposizione di strati di informazioni e dalla cancellazione reale della traccia dell’autore, l’ipertesto si presenta come incarnazione del concetto di “scrittura”. È interessante ricordare che George Landow, uno dei primi teorici dell’ipertesto, considerava come vero e proprio padre di questa «nuova tecnologia del testo» quel Vannevar Bush che aveva coordinato lo sforzo bellico degli scienziati americani durante la Seconda Guerra mondiale. Preoccupato dopo il conflitto per lo stoccaggio di una mole immensa di informazioni scientifiche, in effetti Bush aveva sviluppato l’idea di una struttura ipertestuale, la Memex-Memory Extender, destinata a classificare e processare le informazioni scientifiche. La realizzazione del progetto fu frenata dai limiti tecnologici dell’epoca, ma il principio dell’ipertestualità era stato lanciato: da Bush a Derrida, il decentramento cibernetico del soggetto avviene tramite l’inconscio tecnoscientifico e filosofico del dopoguerra.

 

 

Sommario 4.7

  • Introduzione
  • IL PRIMATO STRAGISTA DEGLI STATITESTO
  • Leonard Peltier, IL BUCO
  • DECOSTRUZIONE, contro lo stress della vita postmoderna – 2TESTO
  • Maestri dell’orrore nel tempo del dominio della scienza (Con citazione dall’introduzione al Programma del Torino Horror Festival, edizione 2022) – TESTO
  • 41bis – IL MACABRO TEATRINO DELLA VENDETTA DI STATOTESTO
  • Rosso Vaccino: per non dimenticare
  • Haraway omaggia Latour (gennaio 2021)

 

Riferimenti 4.7

  • The Lounge Lizards (John Lurie & others), Ballad + Incident On South Street (Lounge Lizards, 1981)
  • Gandalla, La carcel (Dando Tumbos, 2005)
  • Nick Cave-Mick Harvey-Blixa Bargeld, A Prison in the Desert + Pop Mix + The Free World + Maynard Mix (Ghosts… of The Civil Dead, 1989)
  • Latin Dogs, Killed in Jail (Warning!, 1982)
  • Jerry Alfred & the Medicine Beat, A Love Song (Etsi Shon – Grandfather Songs, 1994)
  • Autechre, Kalpol Introl + Doctrine (Incunabula, 1993)
  • Chi Ching Ching, Vaccine (2019)
  • DBMG / RAF, A.Y.O.R. (A Tribute To The Wor(l)ds Of Jhonn Balance, 2006)
  • Coil, Various Hands (Unnatural History, 1990)
  • Steve Reich, New York Counterpoint – 1, Fast (Phases – A Nonesuch Retrospective CD3, 2006)
  • The Outsiders, Prison Song (Instrumental) (Everything on Earth – compilation, 2014)
  • Screamin’ Babyheads & the Instruments of Mass Distortion, Palpitation (Heads Above Ground, s.d.)
  • Mike Judge, Idiocracy (2006)
  • The Outsiders, Prison Song (C.Q., 1968)

Episodio 4.6

Episodio 4.6

Se la decostruzione prosegue in un certo senso il progetto strutturalista rimanendo, come sostiene François Dosse, «fedele alla sfera nascosta, dell’inconscio» (Histoire du structuralisme, p. 36), d’altro canto se ne discosta a causa della dissoluzione del rapporto significante-significato su cui si basa il modello strutturale. La rottura di Ferdinand de Saussure, poi ripresa da Jakobson, è uno dei primi bersagli teorici di Derrida.

Grazie al concetto di fonema, infatti, oltre a perpetrare il primato accordato alla lingua parlata, secondo Derrida la fonologia mantiene il dualismo tra sensibile e intellegibile, che è all’origine di tutta la metafisica occidentale. Per questo motivo, a suo avviso il fonocentrismo del modello strutturale rimane fortemente impregnato dal logos occidentale, e in Della grammatologia Derrida se la prende direttamente con Lévi-Strauss, accusato di restare attaccato al mito rousseauiano del buon selvaggio, che presenta l’introduzione della scrittura tra i popoli di tradizione orale come indice di un asservimento.

Dunque, sebbene riconosca il proprio debito nei confronti del decentramento strutturalista, Derrida rifiuta l’opposizione significante-significato, eliminando completamente il significato. Questa rottura presuppone la cancellazione della figura del soggetto, considerato l’ultimo sussulto di una metafisica della presenza. Mentre lo strutturalismo manteneva un principio di base come riferimento, la decostruzione fa crollare qualunque idea di unicità a vantaggio di una pluralizzazione della catena significante che diventa indefinita e illimitata.

Poiché «non c’è origine assoluta del senso in generale» (Della grammatologia, p. 97), dato che «la presenza non è mai presente» (La disseminazione, p. 315), la soggettività non può essere altro che un’illusione costruita e decostruita attraverso la scrittura: «io non è che la struttura differenziata di questa organizzazione, assolutamente naturale e puramente artificiale, abbastanza differenziata da avere in sé il momento o il luogo dell’illusione autarchica e del soggetto sovrano.» (La disseminazione, p. 312)

 

 

 

Sommario 4.6

 

Riferimenti 4.6

  • Beirut, Bratislava (Gulag Orkestar, 2006)
  • Beirut, My Family’s Role In The World Revolution (Lon Gisland, 2007)
  • PRINZEUGEN/ETIKTRUPPEN, Attenzione (Stultifera Navis Vol. 2, 2022)
  • Black Merda, Prophet + Set Me Free (Black Merda, 1970)
  • Bonzo Dog Doo-Dah Band, Music For The Head Ballet (Gorilla, 1967)
  • Bonzo Dog Doo-Dah Band, Laughing Blues (Tadpoles, 1969)
  • I tre virologi, Din Don Dan tre pupazzi siam (Vincent Sanders Channel, 2022)
  • 4th Sign of the Apocalypse, The Last 7:38 Of Your Life (Lost Hour World, 1998)
  • Bernard Parmegiani, De Natura Sonorum (1978)
  • Screamin’ Babyheads & the Instruments of Mass Distortion, Sheep (Heads Above Ground, s.d.)
  • Tuxedomoon, Music for Piano + Guitar (Ship of Fools, 1986)
  • The Byrds, Nashville West (Live At Fillmore West, 1969)
  • Caribou, A Final Warning + Bees (The Milk Of Human Kindness, 2005)
  • Dr. Eric Griggs, Dr. Corey Hebert and Dr. Mark Alain Dery, Our Vaccination Song (febbraio 2022)
  • PrinzEugenEtik, Fanculo al vostro mondo (extended version) (Stultifera Navis Vol. 2, 2022)

Episodio 4.5

Episodio 4.5

Ricordando che Socrate, nel Fedro, difende la superiorità assoluta della parola sulla scrittura, Derrida vi scorge il tipico esempio del regime occidentale della presenza. L’argomentazione socratica si basa sulla potenza mnemonica della scrittura vista come una minaccia per l’interiorità; la scrittura, secondo Socrate, vuotando la memoria del suo contenuto porta l’individuo a rivolgersi a uno strumento esterno invece di costruirsi la propria memoria soggettiva.

In Della grammatologia (1967) Derrida ribalta questo ragionamento per affermare l’anteriorità della scrittura rispetto al linguaggio: «La scrittura è quest’oblio di sé, questa esteriorizzazione, il contrario della memoria interiorizzante, dell’Erinnerung che apre la storia dello spirito. È ciò che diceva il Fedro: la scrittura è insieme mnemotecnica e potenza d’oblio.» (Della grammatologia, p. 45) Il termine tedesco di Erinnerung, “reminiscenza” o memoria, etimologicamente significa “interiorizzazione” e suggerisce un’interpretazione di tutto il processo mnemonico come atto di approfondimento della consapevolezza stessa.

Anche se non vi fa riferimento diretto, si può pensare che l’esteriorità della memoria informatica stia dietro l’orizzonte della sua idea di scrittura (nel definirla, ricordiamo, Derrida ha fatto ricorso al concetto di programma). Il legame tra computer e decostruzione è del resto enunciato chiaramente in La disseminazione (1972) quando, parlando del testo che nascendo da una ripetizione «riproduce macchinalmente, mortalmente (…) il processo del suo disinnesto», sostiene: «Nessuno entrerà in questi luoghi se ha paura delle macchine e se crede ancora che la letteratura, forse il pensiero stesso, debba, non avendovi nulla a che vedere, esorcizzare la macchina. In questo caso la “metafora” tecnologica, la tecnicità come metafora che trasporta la vita nella morte, non si aggiunge come un accidente, un eccedente, un semplice sovrappiù, alla forza viva della scrittura.» (p. 306)

 

 

Sommario 4.5

  • Introduzione
  • Foucault Postmodern blues – TESTO
  • DECOSTRUZIONE, contro lo stress della vita postmodernaTESTO
  • Il Laboratorio Cyibilla e la riappropriazione della tecnologia (24/11/2022)
  • IL PREZZO DEL POTERE – O di come Grimes e i transumani apprezzano il potereTESTO / (Testo della canzone We Appreciate Power)
  • Bill Gates – LA LEZIONE DEL COVID: come prevenire la prossima pandemia? (I Parte)TESTO
  • Dott. Peter Hotez: l’antivaccinismo, o aggressione antiscientifica, è una forza omicida che si sta diffondendo a livello mondiale (Spot dell’OMS)
  • TAKE THE VAX TRAIN (27 dicembre, Giornata Internazionale della Preparazione alle Pandemie dell’ONU – Elton John, spot vaccinale – Spot governo scozzese sulle misure di prevenzione – Intervista a bambini vaccinandi, Canale5-Mattino cinque – Appello alla vaccinazione di Papa Francesco in lingua originale – “Da grande voglio fare il vaccinatore”, Rai1-Natale in musica) 

Riferimenti 4.5

  • Matmos, The Struggle Against Unreality Begins (The Civil War, 2003)
  • Foucault Funk / The Professors, The Michel Foucault Postmodern Blues (1997)
  • Autechre, Doctrine (Incunabula, 1993)
  • Secret Chiefs 3 aka The Electromagnetic Azoth, DJ Revisionist (the Spin Masta, Kultur Killa, with da Mad Crypto-Colonial Skillz) (Book Of Horizons, 2004)
  • Secret Chiefs 3 aka FORMS, Welcome To The Theatron Animatronique (Book Of Horizons, 2004)
  • Grimes feat. Hana, We Appreciate Power (2018 / Miss Anthropocene, 2020)
  • We Appreciate Power (Nightcore Remix)
  • We Appreciate Power (BloodPop Remix)
  • Couch Patriots, spot Burger King durante il lockdown: “Sii patriota, stai a casa” (2020)
  • Poison Idea, Romantic Self Destruction (War All the Time, 1987)
  • Primus, Tippi Toes (Miscellaneous Debris, 1992)
  • Calexico, Paper Route + Mazurra + Hitch (Spoke, 1997)
  • Iron Butterfly, Iron Butterfly Theme (Heavy, 1968)
  • Spot vaccinazione, Commissione sanitaria della provincia di Sichuan, Cina
  • Dr Peter Hotez, video sul profilo Twitter della World Health Organization (14/12/2022)
  • Seikatsu Kōjō Iinkai Orchestra, Take The “A” Train (Dance, Dance, Dance, 1981)

Episodio 4.4

Episodio 4.4

Contro il primato ontologico che la filosofia occidentale aveva dato al logos, Derrida concepisce la scrittura come precedente ogni separazione tra umano e a-umano. Attraverso i concetti di traccia e grafema, la sua idea di scrittura si richiama al concetto di différance (sarebbe “differanza” – in francese “differenza” si scrive différence – dove la -a richiama un tempo del verbo différer, differire, variare) intesa come condizione di possibilità del reale.

Il termine, coniato da Derrida e centrale nel suo pensiero, coniuga l’idea che l’essere sia espressione di una differenziazione illimitata presupponendo al contempo una rottura completa con l’idea di presenza propria del logos occidentale.

Ostile al sostanzialismo, Derrida respinge ogni velleità filosofica di pronunciarsi sulla natura stessa del reale. Il concetto di scrittura si avvicina alla nozione cibernetica di informazione per il suo carattere primordiale e a-soggettivo. Questo legame non è sfuggito a Derrida, che vedeva nella formulazione matematica della teoria dell’informazione l’apertura verso una scrittura finalmente affrancata dal fonocentrismo.

Secondo la teorica Katherine Hayles, è chiaro come la codifica binaria del linguaggio informatico favorisca la scomparsa dell’autore a vantaggio di una completa esteriorità del codice rispetto all’utilizzatore. In questo senso, puntando a una radicale esteriorità della scrittura, alla sua natura a-soggettiva, si può dire che «la decostruzione è figlia di un’età dell’informazione» (Hayles).

 

 

Sommario 4.4

  • Introduzione
  • FANCULO AL VOSTRO MONDO
  • Burioneide – Canto Primo (Che tempo che fa, 9/10/2022)
  • RES APPllication per smartphone dall’Australia: tossisci al telefono e saprai se hai il COVID (Pfizer offre 100 mila dollari per acquisire la compagnia di BrisbaneABC News, 2022)
  • Burioneide – Canto Secondo
  • ROBOT COP a San Francisco SI? (30/11/2022)
  • Il nuovo Centro di Biotecnologie Molecolari dell’Università di Torino e i suoi simpatici amici roboticiTESTO
  • ROBOT COP a San Francisco NO? (6/12/2022)
  • BUGIARDONI BUGIARDINI E TRANSIZIONE IMMUNITARIA – Parte 3 – Burioni, Pregliasco & Sinistro della SSalute Show di Natale2022-23 (FONTI: Dichiarazioni Burioni a Che tempo che fa / Propaganda vaccinazioni inverno 2022-23 / Notizie e interviste da Visione TV, Teleregione canale 77 / Confronto Frajese-Pregliasco sulle modificazioni DNA da vaccino covid a Non è l’Arena)
  • Vieni anche tu nel metaverso

 

Riferimenti 4.4

  • New Trolls, Suite Disco (Aldebaran, 1978)
  • PRINZEUGEN/ETIKTRUPPEN, Fanculo al vostro mondo (Ship of Fools Records, 2022)
  • Universe Zero, Civic Circus (The Hard Quest, 1999)
  • Marco Zurzolo Band, …E sta bene (7 e mezzo, 2005)
  • Il Piemonte Ti Vaccina – spot della Regione
  • Anonimo Mozzo Alpino, Libertà (Ship of Fools Records, 2022)
  • Onda Rossa Posse, Categorie a rischio (Batti il tuo tempo, 1990)
  • Uochi Toki, Ecce robot (Idioti, 2012)
  • Psychic TV & Genesis P-Orridge, Splinter Test (Sugarmorphoses, 1994)
  • Alva Noto, Untitled (Time Examined, 2009)
  • DJ Spooky, In The Valley Of The Shadows (Songs Of A Dead Dreamer, Reissue 2002)
  • Benedetto Ghiglia, La Metropoli Inquieta (Pier Paolo Pasolini, 2008)
  • Mr. Bungle, None Of Them Knew They Were Robots (California, 1999)
  • Spot di Stato Cinese, Vaccinate Already (2021)
  • Spot di Stato Italiano, Influenza + Covid (2022)
  • Vaccine, Breathless / Side Effects (2007)
  • “V” (The Visitors), It’s Only the Beginning (Serie tv, 2009)
  • Let’s test let’s trace let’s vaccinate! – Singapore verso una nuova normalità (2021)
  • META, campagna pubblicitaria, L’impatto sarà reale (2022)
  • Anonimo Mozzo Alpino, Fidatevi (Ship of Fools Records, 2022)