Episodio 5.9

Episodio 5.9

Le speranze destate dall’introduzione di Internet a volte hanno assunto le sembianze di una vera e propria utopia. Due opere pubblicate nel 2000 sono particolarmente rappresentative di questa tendenza: La Planète des esprits di Philippe Quéau e World philosophie di Pierre Lévy. Quéau è uno dei maggiori esperti europei di multimedialità, già membro di comitati ministeriali sulla comunicazione e Direttore della divisione Informazione e Informatica presso l’Unesco, nel 1981 ideò IMAGINA (Monte Carlo International Forum on New Images) che fino al 2011 è stato il principale evento europeo dedicato a immagini computerizzate, realtà virtuale e ciberspazio. Invece Lévy, filosofo e docente universitario già allievo alla Sorbona di Michel Serres e Cornelius Castoriadis, è uno dei principali rappresentanti francesi del pensiero cyber, autore di vari libri e studi sul concetto di intelligenza collettiva intesa come la particolare intelligenza multidimensionale distribuita ovunque e in simultanea grazie alla sinergia tra gli esseri umani e le nuove tecnologie.

Senza volerli per forza amalgamare, è possibile tracciare un parallelo tra i due libri e autori. Innanzitutto, entrambi presentano Internet come il compimento della cultura umana, come l’ultima strada verso una pacificazione del mondo. Si concede così alla Rete, considerata molto più che un semplice strumento, il potere di risolvere la maggior parte dei mali che opprimono l’umanità. Quel che ci viene promesso è nientemeno che un’unificazione spirituale delle menti. Tanto in Quéau quanto in Lévy, la visione del ciberspazio si ispira apertamente a Teilhard de Chardin. Quéau non ha alcun dubbio: «la “noosfera” annunciata da Teilhard comincia a prendere forme tangibili, come il ciberspazio». Mentre Lévy sostiene che «l’evoluzione cosmica e culturale culmina oggi nel mondo virtuale del ciberspazio».

Questo riferimento alla “noosfera” è indice di uno spiritualismo pro-tecnologico che lascia assai poco spazio al pensiero critico, per lo meno quando c’è in gioco il progresso. Se su questo punto Pierre Lévy è fin troppo chiaro quando afferma che «il mondo non ha bisogno di critica, il mondo ha bisogno d’amore» (World philosophie, p. 182) nemmeno Philippe Quéau dimostra di avere alcun dubbio quando scrive che quelli che credono al progresso sono «gli uomini di buona volontà», dato che il progresso va necessariamente nella direzione di una «sintesi dello spirito». (La Planète des esprits, pp. 303-304) Il tono, come si può capire, è più prossimo alla profezia che all’analisi sociologica. Altra caratteristica in comune da segnalare, l’idea che ogni restrizione alla libera circolazione delle informazioni è socialmente nefasta. Qui si tocca il nòcciolo duro del modello informatico. Abbiamo già sottolineato più volte, riprendendo l’analisi di Philippe Breton, che il progetto presentato da Wiener puntava proprio a porre fine al segreto (politico e militare) al fine di istituire una società giusta e trasparente, dove il carattere inclusivo sarebbe la garanzia di un mondo finalmente pacificato. (Vedi Philippe Breton, L’Utopie de la communication. Le mythe du “village planétaire”, 2004)

È questa stessa speranza che si ritrova in Quéau e Lévy quando difendono la collettivizzazione degli spiriti nel ciberspazio. Bisogna ammettere che la libertà dell’informazione che rivendicano va nella direzione di una de-soggettivizzazione del pensiero, che secondo Pierre Lévy non è altro che una «idiozia», una separazione artificiale da un flusso cosmico che attraversa gli individui da parte a parte. Secondo questo autore, l’io è un’illusione, «un trucco della selezione naturale, molto utile alla riproduzione della nostra specie», che tuttavia la riunificazione tecnologica rende obsoleto. (World philosophie, p. 201) La definizione di inconscio in Lévy d’altronde è molto più onnicomprensiva rispetto a un Lacan o un Derrida: «L’inconscio straripa enormemente dai complessi emotivi familiari repressi. Ingloba l’immenso processo cosmico vivente e culturale che si esprime soltanto parzialmente e momentaneamente nelle coscienze individuali (…) L’inconscio è il virtuale.» (World philosophie, p. 140) Voltando definitivamente le spalle alle rappresentazioni politiche moderne, Lévy propone una definizione apolitica di un mondo in cui l’umano è considerato secondo la logica dell’adattamento evolutivo.

 

 

Sommario 5.9

  • Introduzione
  • Neuralink sperimentazione umana
  • COSI È: COPROGETTAZIONE (SENZA SE E SENZA PARE) O della “legalizzazione” del centro sociale Askatasuna (con intervento del Sindaco di Torino Stefano Lorusso del 31/1/2024 ed estratti da rappresentazioni teatrali di Così è, se vi pare, di Luigi Pirandello) – TESTO
  • VIVA LA VERA AGRICOLTURA (Volantino distribuito il 26/1/2024 a Trento) TESTO
  • Il ciberspazio tra Reale e Virtuale: intervista a Philippe Quéau (1996)
  • Barbara Gavallotti, AI – Il futuro dell’intelligenza artificiale (La7, 3/12/2023) – con Giuseppe Curigliano (Istituto Europeo di Oncologia)
  • PREVEDIBILE, QUASI PROGRAMMABILE (Sul sito di previsioni influenzali RespiCast) – TESTO

 

Riferimenti 5.9

  • Jean-Claude Risset, Flight And Countdown + Fall + Contra-Apotheosis (Computer Suite From Little Boy, 1968)
  • Decibel, Il lavaggio del cervello (Punk, 1978)
  • Da Capo Zirkus, Gankino Horo + La Danse Freilach (Entre, 2002)
  • Vasco Rossi, Cosa succede in città (Cosa succede in città, 1985)
  • Nuova Compagnia Di Canto Popolare, La Voce del Grano (La Voce Del Grano, 2001)
  • Vito Iervasi e la sua fisarmonica, Tarantella della mietitura / Tarantella della vendemmia (Canta Calabria, il meglio delle Tarantelle)
  • Stefano De Meo e Pino Iodice, Danza del Campo (Profumo di caffè, 2019)
  • Max Mathews, Masqueradas (1963)
  • Max Mathews, Numerology (1960)
  • Max Mathews, The Second Law (1961)
  • Guy Lefranc, Knock ovvero il trionfo della medicina (1951)
  • Quella vecchia locanda, Prologo + Immagini sfocate + Sogno, risveglio e… (Quella Vecchia Locanda, 1972)

Episodio 5.8

Episodio 5.8

Intensificando le nostre percezioni sensoriali, i media elettronici ci riportano, secondo McLuhan, all’eterogeneità del mondo tribale. Il riferimento al tribalismo è in questo caso essenziale, poiché gli si deve la celebre formula del “villaggio globale”. Agli occhi del pensatore canadese, la contrazione elettrica delle frontiere permette, per il tramite di una diffusione costante e diretta di informazioni, l’unificazione del pianeta in un immenso villaggio. Prolungando il sistema nervoso all’esterno dei corpi, il computer e i nuovi media trasformano, a suo avviso, la società in una vasta rete informatica. «Dopo essere esploso per tremila anni con mezzi tecnologici frammentari e puramente meccanici, il mondo occidentale è ormai entrato in una fase di implosione. Nelle ere della meccanica, avevamo operato un’estensione del nostro corpo in senso spaziale. Oggi, dopo oltre un secolo d’impiego tecnologico dell’elettricità, abbiamo esteso il nostro stesso sistema nervoso centrale in un abbraccio globale che, almeno per quanto concerne il nostro pianeta, abolisce tanto il tempo quanto lo spazio. Ci stiamo rapidamente avvicinando alla fase finale dell’estensione dell’uomo: quella, cioè, in cui, attraverso la simulazione tecnologica, il processo creativo di conoscenza verrà collettivamente esteso all’intera società umana, proprio come, tramite i vari media abbiamo esteso i nostri sensi e i nostri nervi.» (Marshall McLuhan, Gli strumenti del comunicare, Il Saggiatore, Milano 1967, p. 19)

Le tecnologie elettroniche sono così percepite come strumenti per aumentare il potenziale di adattamento degli esseri umani abolendo nella fattispecie le antiche divisioni sociali a vantaggio di un’organizzazione che ingloba l’insieme delle sfere di attività: «Nell’era elettronica dell’informazione istantanea spariscono sia il tempo (in quanto misurato visivamente e segmentalmente) sia lo spazio (in quanto uniforme, pittorico e chiuso). E l’uomo pone fine al suo compito di specialista frammentario per assumere la funzione del raccoglitore d’informazione. Ricupera così il concetto inclusivo di “cultura” esattamente come il raccoglitore di cibo primitivo che lavorava in pieno equilibrio con tutto il suo ambiente. In questo nuovo mondo nomade e “senza lavoro” la nostra preda è la conoscenza e la comprensione dei processi creativi della vita e della società. Gli uomini abbandonarono il mondo chiuso della tribù per la “società aperta”, scambiando l’orecchio con l’occhio per mezzo della tecnologia della scrittura.» (Ibid., p. 157)

L’ottimismo profetico di McLuhan riguardo lo sviluppo tecnologico ci riporta alle radici religiose del concetto di noosfera da cui ha tratto, in larga parte, la sua idea di villaggio globale. Benché possa sembrare strano, il riferimento a Teilhard de Chardin non è affatto in contraddizione con il sogno del tribalismo; entrambi vanno nella direzione di una collettivizzazione delle coscienze e di una religiosità tecnoscientifica. Ciò spiega perché l’influenza di McLuhan continui a essere forte tra i pensatori del ciberspazio, come dimostra il numero speciale che gli è stato dedicato nel gennaio 1996 dalla rivista Wired, che peraltro fin dal primo numero ha eletto il teorico canadese come suo “santo patrono”.

 

 

Sommario 5.8

  • Introduzione
  • Barbara Gavallotti, AI – Il futuro dell’intelligenza artificiale (La7, 3/12/2023) – con Fabrizio Antonelli (EU AgriFood TEF, Fondazione Bruno Kessler, Trento)
  • Estratto da “Ballata del rovescio del mondo” – Testo di Umberto Fiori Musica di Luca Francesconi
  • Barbara Gavallotti, AI – Il futuro dell’intelligenza artificiale (La7, 3/12/2023) – con Sergio Matteo Savaresi (Progetto 1000 Miglia Autonomous Drive, Politecnico di Milano)
  • Omaggio di Brassens ad Armand Robin – TESTO
  • Armand Robin – La falsa parola, 1952 (Seconda parte – trad. italiana di Andrea Chersi, l’Affranchi, Salorino 1995) (TESTO introduzione)
  • La falsa parola oggi – Il dito medio è il messaggio: WuMing1 & Radio Blackout

 

Riferimenti 5.8

  • Estratti da Jerome Agel & Quentin Fiore & Marshall McLuhan, The Medium Is The Massage: With Marshall McLuhan (1967)
  • McLuhan, The Monster Bride (Anomaly, 1972)
  • George Brassens, Bécassine (La religieuse o Misogynie à part, 1969)
  • Don Cherry, Malkauns + Brown Rice + Chenrezig (Brown Rice, 1975)
  • WuMingZero, Artificialità Intelligente (STULTIFERA NAVIS – Volume 1, 2021)
  • Akira The Don & Marshall McLuhan, Medium Is the Message (Meaningwave Masterpiece, 2022)

Episodio 5.7

Episodio 5.7

Dal villaggio globale alla planetarizzazione degli spiriti

Convertitosi a venticinque anni dall’anglicanesimo al cattolicesimo, il teorico canadese Marshall McLuhan è stato uno dei primi a vedere nella comparsa dei media elettronici la realizzazione delle profezie di Teilhard de Chardin. Attraverso il prolungamento e l’esteriorizzazione dei sensi, secondo lui i nuovi media partecipano all’unificazione tecnologica delle coscienze concretizzando così l’idea di noosfera, cara allo scienziato gesuita: «Questa esteriorizzazione dei sensi crea quello che de Chardin chiama la “noosfera”, vale a dire un cervello tecnologico mondiale. Invece di tendere a diventare una gigantesca biblioteca di Alessandria, il mondo è diventato un computer, un cervello elettronico molto simile a quello di un racconto di fantascienza per bambini.» (Marshall McLuhan, La galassia Gutenberg. Nascita dell’uomo tipografico [1962], Armando, Roma 1981 p. 60). Sempre nel paragrafo intitolato “La nuova interdipendenza elettronica ricrea il mondo a immagine di un villaggio planetario”, McLuhan continua: «Così, se non riusciremo a renderci conto di questa dinamica, ci ritroveremo improvvisamente in una fase di terrori panici, assolutamente appropriata ad un piccolo mondo di tamburi tribali di totale interdipendenza e di coesistenza imposta dall’alto.»

La tesi, assai nota, di McLuhan si può riassumere nell’idea secondo cui i mezzi tecnici adoperati dall’essere umano per comunicare determinano il modo con cui concepisce e organizza il mondo. In La galassia Gutenberg, presenta la società moderna sotto l’angolo del passaggio dalla scrittura manoscritta alla stampa. La comparsa della stampa nel XV secolo sarebbe, attraverso l’imporsi del senso della vista a scapito degli altri sensi quali l’udito, all’origine della visione lineare del tempo e della razionalità scientifica. L’omogeneità tipografica avrebbe dato vita alla prospettiva lineare, alla scienza, allo Stato e all’individualismo; insomma, tutte le istituzioni moderne sarebbero, secondo quest’ottica, prodotti della cultura della stampa. Scollegandolo dai suoi sensi, la linearità della cultura della stampa avrebbe fortemente indebolito l’esperienza esistenziale dell’individuo moderno, provocando la «frammentazione della psiche umana». (La galassia Gutenberg, p. 60)

L’invenzione dell’elettricità e dei nuovi mezzi di comunicazione di massa mettono fine, secondo McLuhan, a questa omogeneità fredda della cultura “gutenberghiana”. Nell’epoca in cui scrive, gli anni Sessanta, la televisione costituisce l’esempio tipico della nuova cultura elettronica. Detto per inciso, molto prima dell’era elettronica, l’energia elettrica è stata fonte di diversi tipi di credenze e religiosità, tra cui lo spiritualismo di Mesmer rimane uno dei movimenti più noti, come descritto nel capitolo “Fuoco alchemico” dell’opera di Erik Davis, Techgnosis: Myth, Magic + Mysticism in the Age of Information (Three Rivers Press, 1999).

 

Sommario 5.7

  • Introduzione
  • Sam Altman a Davos – IA: Qualcosa potrebbe andare storto ma… (18/1/2024)
  • Barbara Gavallotti, AI – Il futuro dell’intelligenza artificiale (La7, 3/12/2023) – con Davide Scaramuzzi (Progetto droni autonomi, Robotic and Perception Group, Università di Zurigo)
  • Caterpillar, Non è successo niente (Prima che ancora e altri versi, Nautilus 2023)
  • Festival Salute 2023 (Gruppo Gedi) – Francesco Vaia (direttore generale prevenzione sanitaria del Ministero della salute): “Il vaccino deve diventare uno stile di vita” (25/10/2023)
  • Armand Robin – La falsa parola, 1952 (Prima parte – trad. italiana di Andrea Chersi, l’Affranchi, Salorino 1995) (TESTO introduzione)

 

Riferimenti 5.7

  • Jerome Agel & Quentin Fiore & Marshall McLuhan, The Medium Is The Massage: With Marshall McLuhan (1967)
  • Umberto Scipione, Si accettano miracoli (Si Accettano Miracoli, 2015)
  • Zoltan Kocsis, da Bela Bartok, Three Etudes op. 18 (1° studio)
  • Chris Andrews, da Bela Bartok, Allegro Barbaro (Sz. 49)
  • Christafari, Pandemic (Quarantine Anthem) (Under God, 2021)
  • Krzysztof Penderecki & Don Cherry, Actions for Free Jazz Orchestra + Humus – The Life Exploring Force (Actions, 1971)

Episodio 5.6

Episodio 5.6

Nell’età della cibernetica l’opposizione tra scienza e religione inizia a svanire e a convergere verso una medesima “terra promessa”, come ha dimostrato l’opera pionieristica del gesuita Pierre Teilhard de Chardin che, uscita dall’oscurità poco dopo la sua morte, a partire dagli anni Sessanta, e non solo in Francia, comincia a essere apprezzata all’unanimità, da sinistra a destra passando per il centro, cattolico e protestante. Questo teorico amico di Julian Huxley, a cui si deve in larga misura il termine e perfino il concetto di transumanesimo, era riuscito a sposare il diavolo della scienza dell’evoluzione con l’acqua santa della ricerca del punto Omega della divinità cristiana. Tra discipline scientifiche e religione non c’era più contrapposizione, dunque, ma equilibrio, che non si risolveva in una reciproca eliminazione o in una dualità bensì in «una sintesi. Dopo quasi due secoli di lotte appassionate, né la scienza né la fede sono riuscite a diminuirsi l’un l’altra. Al contrario, diventa evidente che l’una non potrebbe normalmente svilupparsi senza l’altra: e ciò per il semplice fatto che una stessa vita le anima entrambe. Infatti, la scienza non può giungere agli estremi limiti del suo slancio e delle sue costruzioni senza colorarsi di mistica e caricarsi di fede.» (Il fenomeno umano, pp. 382-383)

Lo slancio consiste nel credere «che l’universo ha un senso e che può, anzi deve, se noi siamo fedeli, pervenire ad una qualche perfezione. Fede nel progresso»; a cui si aggiunge un’importante costruzione, la possibilità di «prospettare, scientificamente, un miglioramento quasi indefinito dell’organismo umano e della società umana». (Ibid.) Infatti, quando la scienza progredisce e giunge a uno stadio superiore di sintesi «che culmina naturalmente nella realizzazione di un qualche stato superiore dell’umanità –, si trova subito nella necessità di fare anticipazioni e di puntare sul futuro e sul Tutto: ma, di colpo, supera se stessa ed emerge nell’opzione e nell’adorazione.» (Ibid., pp. 383-384)

Eppure, in mezzo al coro di lodi rivolte all’opera di Teilhard si è levata qualche rara voce contraria, come fu il caso del pensatore libertario Bernard Charbonneau che dedicò un libro a quello che considerava un “profeta dell’epoca totalitaria”. (Teilhard de Chardin, prophète d’un âge totalitaire, Denoël, Paris 1963). Infatti nella sua opera sarebbero presenti tutti i temi cari tanto al fascismo quanto al comunismo, cioè il “superamento” dell’individuo a favore della massa rappresentata dall’Umanità, la glorificazione del Lavoro e in particolare quello di Squadra, così come la necessità storica della “socializzazione”, considerata semplicemente inevitabile poiché insita nella fase di sviluppo della massa e della tecnica.

Il padre gesuita, attraverso un percorso assai personale, giunse in questo modo a decretare l’armistizio tra le principali forze belligeranti dell’epoca e vide nel progresso tecnologico l’orizzonte obbligato dello sviluppo di qualsiasi società; chi poi ne uscirà vincitore, poco conta, dato che a trionfare sarà in ogni caso una super-umanità potenziata. «Religione e scienza: i due aspetti o le due fasi connesse di uno stesso stato completo di conoscenza, l’unico che possa abbracciare il passato e il futuro dell’evoluzione, per contemplarli, misurarli, perfezionarli. Nel mutuo rafforzamento di queste due potenze tuttora antagoniste, nel congiungimento di Ragione e di Mistica, lo spirito umano, per la stessa natura del suo sviluppo, è destinato a giungere sino all’estremo della sua penetrazione ed al massimo della sua forza viva.» (Il fenomeno umano, pp. 384-385)

 

 

Sommario 5.6

  • Introduzione
  • Polemiche su Musk, secondo il Wall Street Journal farebbe uso di droghe (Sky tg24, 8/1/2024)
  • Barbara Gavallotti, AI – Il futuro dell’intelligenza artificiale (La7, 3/12/2023) – con Rita Cucchiara (Un. Modena e Reggio Emilia) e Paolo Benanti (Pontificia Università gregoriana)
  • Torre insensata (da Jaime Semprun, L’abisso si ripopola, 1989) – TESTO
  • Canzonissima 1974: Raffaella Carrà e Topo Gigio
  • Barbara Gavallotti, AI – Il futuro dell’intelligenza artificiale – con Giorgio Metta (direttore scientifico IIT Genova)
  • Caterpillar, Caccerai i mercanti dal tempio (Prima che ancora e altri versi, Nautilus 2023)
  • È ARRIVATO IL POST-SMARTPHONE? o il postumano che si fa smartphone (con estratti dalla presentazione di AI Pin di Bethany Bongiorno e Imran Chaudhri) – TESTO

 

Riferimenti 5.6

  • Chrome, Zombie Warfare (Can’t Let You Down) + Mondo Anthem (Half Machine Lip Moves, 1979)
  • The Beatles, Lucy in the Sky with Diamonds (Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, 1967)
  • James Rushford & Joe Talia, Untitled (Manhunter, 2013)
  • Topo Gigio, La canzone del Vaccino (1974)
  • Massimo Coen, Vincenzo Mariozzi, Velia De Vita, da Bela Bartok, Contrasti, trio per violino, clarinetto e pianoforte
  • Spike Jonze, Lei (Her) (2013)
  • Klaus Schulze, Satz Gewitter + Satz Ebene + Satz Exil Sils Maria (Irrlicht, 1972)

Episodio 5.5

Episodio 5.5

Oltre all’apertura a una modificazione genetica della specie umana, le visioni positiviste di Teilhard de Chardin in materia di sviluppo sociale gli hanno riservato severe critiche. Per un credente che non fa alcuna differenza tra “Ricerca e adorazione”, come recita il titolo dell’ultimo scritto di padre Teilhard (Recherche et Adoration, 1955), va da sé che il progresso tecnoscientifico non può che contribuire all’unificazione delle coscienze, quella Noosfera che, realizzando l’unanimità, «tende a costruirsi in un solo sistema chiuso, in cui ciascun elemento vede, sente, desidera, soffre per conto proprio le stesse cose di tutti gli altri insieme. Una collettività di tutte le coscienze, armonizzata ed equivalente a una specie di supercoscienza. La terra che, non solo si ricopre di grani di pensiero a miriadi, ma si avvolge in un solo involucro pensante, sino a costruire, funzionalmente, un unico e vasto grano di pensiero, su scala siderale. La pluralità delle riflessioni individuali che si raggruppa e si rafforza nell’atto di una sola riflessione unanime.» (Il fenomeno umano, p. 337-338)

Rifiutando di tenere conto dei problemi legati al mercato e all’automazione, Teilhard preconizzava così, più di settant’anni fa, un adattamento totale agli imperativi della Macchina: «come non vedere che l’industrializzazione sempre più spinta della terra non è null’altro che la forma umano-collettiva di un processo universale di vitalizzazione che (…) mira unicamente, se sapremo adeguatamente orientarci, a interiorizzarci e a liberarci?» (Il posto dell’uomo nella natura. Il gruppo zoologico umano [1956], p. 161) Grazie alla scienza il cammino dell’umanità si dirige verso la conquista della materia, messa ora a disposizione dello spirito, il che significa «potere di più per agire di più. Ma finalmente e soprattutto, agire di più per essere di più…» (Il fenomeno umano, p. 335)

Se un tempo «i precursori dei nostri chimici si accanivano alla ricerca della pietra filosofale», le ambizioni degli umani adesso sono cresciute, e non gli basta più fabbricare l’oro: «noi vogliamo fabbricare la vita! E vedendo ciò che succede da cinquant’anni a questa parte, chi oserebbe dire che si tratti soltanto di un semplice miraggio? (…) Ora che conosciamo gli ormoni, non siamo di fronte alla vigilia di mettere la mano sullo sviluppo del nostro corpo? E persino del nostro stesso cervello? E con la scoperta dei geni, non saremo forse in grado di controllare il meccanismo delle eredità organiche? (…) non saremo forse capaci un giorno o l’altro di provocare ciò che la terra abbandonata a sé stessa, non sembra poter più realizzare, e cioè una nuova ondata di organismi, una neovita, artificialmente suscitata?» (Ibid.)

 

 

Sommario 5.5

  • Introduzione
  • Coronavirus: fase attuale e futuro (Toni Negri a Radio Onda d’Urto, 21/3/2020)
  • PreCrime
  • Caterpillar, Questo è quello che siamo (Prima che ancora e altri versi, Nautilus 2023)
  • Innanzitutto Stare Comodo (tratto da Roberto Calasso, L’Innominabile Attuale, Adelphi, 2017, pp.63-70)
  • La chiave del crimine: PREVEDERLO (La storia di KeyCrime, con Mario Venturi. Roma, #thinkroma, novembre 2018 / KeyCrime – Predictive Crime Analysis Software)

 

Riferimenti 5.5

  • Campo di Marte, Quinto Tempo + Sesto Tempo (Campo di Marte, 1973)
  • Boogie Belgique, Stairway to the USSR (Blueberry Hill, 2012)
  • Dead Kennedys, Police Truck (1980)
  • Steven Spielberg, Minority Report (2002)
  • Henrik Szeryng e Tasso Janopoulo, Romanian Folk Dances (Bela Bartok, arr. Zoltan Szekely) (Parigi, 27/11/1962)
  • Toki Fuko, Spring Ray – Induction (Spring Ray, 2019)
  • The Clash, Police On My Back (Sandinista!, 1980)
  • DJ Shadow, Stem (Cops ’N’ Robbers Mix) (Stem, 1996)
  • Βαβυλώνα, Policemania (Τερατώδες Mix) (Τα Τέρατα Παίζουν Ακόμα, 2001)

Episodio 5.4

Episodio 5.4

Quanto il “nuovo umanesimo” proposto da Teilhard de Chardin si allontani dall’eredità della modernità cristiana risalta in modo ancor più lampante allorché ci si sofferma sulla nozione di interiorità. Una delle caratteristiche proprie dell’individualismo, secondo un punto di vista umanista, è l’idea di una interiorità soggettiva separata dal resto del mondo. Nella sua prospettiva evoluzionista, invece, il paleontologo gesuita vede l’interiorità piuttosto come un dato comune all’insieme della materia, di cui è possibile misurarne il livello. Così, secondo la formula del teologo Gaston Isaye, «il grado di interiorità corrisponde al grado di complessità.» (“La cybernétique et Teilhard de Chardin”, in Actes du 3e Congrès international de cybernétique, 11-15 settembre 1961, Namur) Questa complessificazione della coscienza evolutiva favorisce la progressiva differenziazione degli elementi collegati al tutto. In questo modo, proprio come avevamo analizzato nel caso del modello informatico, la nozione di differenza presuppone una desoggettivizzazione dell’individuo: «In qualunque campo – si tratti delle cellule di un corpo, o dei membri di una società, o degli elementi di una sintesi naturale –, l’unione differenzia. In ogni sistema organizzato, le parti si perfezionano e si compiono.» (Pierre Teilhard de Chardin, Il fenomeno umano [1955], p. 352)

Se l’astrazione dell’idea di coscienza in Teilhard de Chardin assomiglia alla fluidità concettuale della nozione cibernetica di informazione, non si fermano certo qui i possibili accostamenti tra i due pensieri. Forte dell’ottimismo tecnoscientifico, lo scienziato gesuita vedeva nello sviluppo della ricerca un avanzamento verso una «cerebralizzazione collettiva» (Il posto dell’uomo nella natura. Il gruppo zoologico umano [1956], Il saggiatore, Milano 1970, p. 168), un punto di svolta in cui «il pensiero, che perfeziona artificialmente l’organo stesso del pensiero», (Il fenomeno umano, p. 336) giunge a oltrepassare il quadro della sua individualità. «La vita che rimbalza sotto l’azione collettiva della riflessione… Sì: il sogno che alimenta oscuramente la ricerca umana è, in ultima analisi, quello di riuscire a dominare, al di là di ogni affinità atomica o molecolare, l’energia fondamentale che tutte le altre forme di energia non fanno altro che servire; afferrare, tutti uniti, il timone del mondo, per impadronirsi della molla stessa dell’evoluzione.» (p. 336)

Considerata l’ultimo stadio evolutivo dalla coscienza, la noosfera corrisponde all’unificazione degli spiriti per mezzo della scienza e della tecnica. Su questo punto Teilhard de Chardin è alquanto esplicito. In Il posto dell’uomo nella natura redatto nel 1949, ovvero un anno dopo la pubblicazione di Cybernetics da parte di Wiener, fa direttamente riferimento a questa disciplina nascente. Vedendo nelle macchine cibernetiche la possibilità di “completare” il processo di cerebralizzazione, Teilhard accarezza il progetto di «perfezionare anatomicamente il cervello di ogni individuo.» (Ibid., p. 169) Come precisa a tal proposito Jean Onimus nella prefazione all’edizione francese de Il fenomeno umano, «Teilhard non è ostile a un certo eugenismo» che andrebbe nella direzione del processo evolutivo della coscienza. Questa idea di ottenere tecnicamente l’ominazione non preannuncia forse l’abbozzo di quel che diventerà un pensiero del postumano?

«Grazie al brusco pullulare dei mezzi ultrarapidi di viaggio e di trasmissione del pensiero, non si stanno forse moltiplicando attorno a noi le aree o gli isolotti psichici in cui, con la convergenza dei loro poteri riflessivi su uno stesso problema e con la medesima passione, i nuclei umani si organizzano in modo stabile sotto forma di complessi funzionali in cui è perfettamente legittimo, da un punto di vista schiettamente biologico, individuare una “sostanza grigia” dell’Umanità? E allora si affaccia allo spirito un’eventualità rivoluzionaria resa possibile dallo stesso gioco di questa innervazione sociale […] quella di un rimbalzo sistematico della ricerca sulla stessa intelligenza da cui emana: la cerebralizzazione collettiva (in ambiente convergente) che applica la punta aguzza della sua enorme potenza a completare e perfezionare anatomicamente il cervello di ogni individuo. Dapprima a completare. E a questo proposito, penso alle straordinarie macchine elettroniche (germe e speranza della giovane “cibernetica”) che sostituiscono la nostra capacità mentale di calcolare e di combinare, e la moltiplicano mediante un processo e in proporzioni che annunziano in questa direzione accrescimenti altrettanto meravigliosi di quelli forniti dall’ottica alla nostra visione. E successivamente a perfezionare il cervello. Il che può essere concepito in due modi: o con la messa in circuito di neuroni già pronti a funzionare, ma tuttora inutilizzati (come tenuti in serbo) in certe zone (già reperite) dell’encefalo in cui si tratterebbe solo di svegliarli, oppure (chi sa?) con la provocazione diretta (meccanica, chimica o biologica) di nuove organizzazioni.» (Il posto dell’uomo nella natura, pp. 168-169)

 

 

Sommario 5.4

  • Introduzione
  • Una canna, un vaccino
  • Toni Negri: “Ecco perchè sono ancora comunista”, intervista di Gianluigi Paragone (La Gabbia, La7, 18/01/2017)
  • Pichetto Fratin: Al via Piattaforma per nucleare sostenibile (The European House Ambrosetti, Villa d’Este, Cernobbio, 1-2-3 settembre 2023)
  • Fantozzi Negrista (Reset_Fest – Istituzioni del comune. Autogoverno in tempi di guerra: Toni Negri 2/10/2022)
  • Nautilus – NUCLEARE, NO GRAZIE (10/12/2023)
  • Fantozzi Negrista 2
  • Radio-Attivismo (Greta Thunberg Supporting Nuclear, ottobre 2022 / Ignazio La Russa, dicembre 2023 / Pichetto Fratin al Senato: L’obiettivo della Piattaforma per il Nucleare Sostenibile, 23/9/2023)

 

Riferimenti 5.4

Episodio 5.3

Episodio 5.3

La Coscienza come processo evolutivo

Leggendo alcune delle opere scritte a proposito di Internet, si sarebbe portati a credere che lo spirito di Teilhard de Chardin si sia reincarnato tra gli adepti del ciberspazio. Se l’influenza dello scienziato gesuita è chiaramente marcata in un Philippe Quéau o in un Pierre Lévy, si sbaglierebbe nel trarne la conclusione che questa si limiti alla sfera intellettuale francese. La rivista americana molto alla moda Wired, per esempio, ha dedicato nel 1995 un articolo che sottolinea come sia stato Pierre Teilhard de Chardin ad aver stabilito, cinquant’anni fa, il quadro filosofico di una coscienza planetaria fondata sulla logica delle reti. (Jennifer Cobb Kreisberg, “A Globe, Clothing Itself With a Brain”, Wired, giugno 1995) C’è da dire che i pionieri delle nuove tecnologie non hanno atteso la messa in campo della “rete delle reti” per riconoscere il loro debito nei confronti di Teilhard. Già negli anni ’60 il teorico dei media Marshall McLuhan lo citava esplicitamente nella sua definizione di «villaggio globale» che dava in La galassia Gutenberg.

Curioso personaggio, questo religioso paleontologo, i cui scritti sono stati lasciati ai margini dal suo stesso ordine, la Compagnia di Gesù. Il “neoumanesimo” a cui si richiamava aveva di che rendere sospette le sue idee agli occhi delle autorità cattoliche poiché, lungi dal rispettare i dogmi della Chiesa, il suo evoluzionismo ottimista oltrepassava perfino il dualismo cristiano da cui è scaturito l’umanesimo. Scorgendo nel processo cosmico dell’evoluzione «una ascesa di coscienza», Teilhard de Chardin considerava l’individualità umana come una tappa cruciale verso un’unificazione totale degli spiriti. Da centro e misura di tutte le cose, sotto la sua penna l’Uomo diventa «freccia ascendente della grande sintesi biologica». (Il fenomeno umano [1955], Il saggiatore, Milano 1968, p. 300)

Desideroso di far coincidere gli avanzamenti scientifici della sua epoca con i principi della sua fede, lo scienziato gesuita sviluppa una teoria dell’evoluzione che si dirige verso una crescente spiritualizzazione della materia. Dalla formazione dell’Universo fino alla riunificazione degli spiriti, il principio della coscienza passa per tre grandi stadi di evoluzione: cosmogenesi, biogenesi e noogenesi. Il fenomeno sociale appare così come «culmine, e non attenuazione del fenomeno biologico» (Ibid., p. 298). Detto in altri termini la società umana è, allo stesso titolo degli esseri viventi, pensata in continuità con la catena cosmica dell’evoluzione, cosa che non può essere concepita senza un forte accento etnocentrico, come testimonia questo passaggio: «tutti i popoli, per restare umani, o per divenirlo di più, sono indotti invincibilmente a porsi nei termini stessi in cui l’Occidente è riuscito a formularseli, le speranze e i problemi della terra moderna.» (Ibid., p. 283) Quel che colpisce in questa frase è l’idea secondo cui l’essere umano non è dato in sé, ma è piuttosto chiamato a modificarsi per diventare più umano, se non addirittura ultra-umano. Ciò risulta ancora più chiaro sapendo che, per Teilhard de Chardin, il processo di ominazione non sarà compiuto fintanto che l’Uomo non arriverà a prendere il testimone dalla Natura nella prosecuzione dell’unificazione delle coscienze.

Allontanandosi dall’ortodossia cristiana, Teilhard de Chardin concepisce la vita umana come uno stadio del processo evolutivo attraverso il quale la coscienza raggiunge un livello più alto di complessità. In tal modo l’essere umano, tramite il suo continuo adattamento e perfezionamento, diventa il motore di una catena evolutiva di cui non è né l’origine né la finalità: «Dunque non era sufficiente affermare, come abbiamo fatto, che diventando cosciente di sé, nell’intimo di noi stessi, l’evoluzione non aveva altro da fare se non osservarsi nello specchio per vedersi sin nelle sue estreme profondità, e per decifrarsi. Essa diventa inoltre libera di darsi o di rifiutarsi. Non solo siamo in grado di leggere nei nostri minimi atti il segreto dei suoi processi, ma, per una parte elementare, la teniamo nelle nostre mani: siamo responsabili del suo passato di fronte al suo avvenire.» (Ibid., p. 302)

 

 

Sommario 5.3

  • Introduzione
  • Più ricoveri per Covid e cresce l’influenza. “Vaccinarsi” (ANSA, 17/12/2023)
  • Lo smart clan dei siciliani (Presentazione della Palermo Smart Control Room: Palermo Today intervista Giuseppe Lo Re, assistente del sindaco per l’Innovazione digitale, 8/9/2023)
  • BENVENUTI A CIBERNOPOLI – Terza parte (TESTO)
  • Lo smart clan dei siciliani BIS (Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi / Roberto Lagalla, Sindaco di Palermo / Leopoldo Laricchia, Questore di Palermo / Renato Schifani Presidente Regione Sicilia)
  • È arrivata Flurona, doppio contagio Covid e influenza. Ecco cosa fare (TV2000, 14/12/2023)

 

Riferimenti 5.3

Episodio 5.2

Episodio 5.2

Il ciberspazio, terra promessa: è questo il prossimo territorio che esploreremo durante il nostro viaggio attraverso l’Impero cibernetico, per scoprire quanto sono profondi i legami che uniscono il discorso tecnoscientifico a quello religioso, dopo la discesa in terra del nuovo messia, il computer che tutto ordina, calcola e controlla. Come ogni dottrina che si rispetti, anche l’idolatria informatica traccia al suo passaggio il solco di una nuova era, come annuncia Philippe Quéau: «Non è forse un nuovo Rinascimento quello che si prepara, un rinascimento mondiale? Come avvenne più di cinque secoli fa, assistiamo all’invenzione simultanea di una nuova stampa, di una nuova America e di una nuova Riforma. (…) La nuova stampa, è il digitale e il virtuale. (…) La nuova America, è il ciberspazio e il “nuovo mondo” dell’astrazione finanziaria e tecnologica. La nuova Riforma emerge. È quella del “bene comune mondiale”. Manca solo un nuovo Lutero per incarnarla.» (La Planète des esprits. Pour une politique du cyberespace, Odile Jacob, Paris 2000, p. 9)

Nuovo Rinascimento, nuovo mondo, nuovo umanesimo, le metafore che accompagnano lo sviluppo di Internet e del suo ciberspazio riprendono, con gli stessi termini, quelle adoperate settant’anni fa per parlare della nascente cibernetica. Quando Philippe Quéau, responsabile della sezione informatica dell’Unesco, parla di un “nuovo Rinascimento”, non si sente l’eco entusiasta dei Congressi di Namur, da dove la cibernetica che era appena stata formulata si è poi largamente diffusa? Tuttavia niente ci autorizza a pensare che questa strana condordanza di spirito tra l’accoglienza riservata dai suoi promotori alla cibernetica e il trionfalismo manifestato da chi fa l’apologia del ciberspazio derivi da un prestito esplicito e volontario. Non bisognerebbe perdere di vista il fatto che, malgrado la forte influenza del modello informatico, gli obiettivi iniziali della cibernetica rimangono sostanzialmente ignoti. Infatti, soltanto l’ipotesi di una continuità paradigmatica permette di spiegare il risorgere di temi formulati alla fine della guerra adoperati adesso per presentare gli strumenti tecnologici destinati a spalancarci le porte del Ventunesimo secolo. Se la continuità storica tra l’apparizione delle cibernetica e l’avvento di Internet è lampante, esistono tuttavia differenze importanti per quanto riguarda il contesto politico in cui hanno avuto origine.

La fine della Seconda guerra mondiale, come abbiamo visto, è stata segnata da un forte ottimismo tecnoscientifico che coincideva con un profondo pessimismo politico. È in questo contesto, che preannunciava la Guerra fredda, che prende piede il progetto cibernetico di costruire una “macchina intelligente”. L’idea di una macchina che poteva supplire razionalmente al potere politico degli uomini si addiceva perfettamente a un’epoca in cui gli ideali umanisti si erano dimostrati inadatti a contenere la follia omicida della guerra e del nazismo. Abbiamo già sottolineato come, elebarando il modello informatico, Wiener cercasse un modo per garantire un controllo razionale delle decisioni politiche e porre fine al segreto e all’esclusione sociale. Perciò il “nuovo umanesimo” promosso dalla cibernetica è profondamente apolitico, poiché ha lo scopo di combattere l’entropia sociale attraverso un migliore adattamento della comunicazione.

Dalla cibernetica al ciberspazio, la Guerra fredda ha lasciato il posto all’imperialismo neo-liberale delle democrazie occidentali, con l’America alla sua testa. Bisogna dire che Internet e le nuove tecnologie dell’informazione sono strettamente legate al trionfo dell’economia di mercato su scala planetaria. Senza condividere necessariamente i valori neo-liberisti, i cantori del ciberspazio si dimostrano ardenti difensori della globalizzazione. L’ondata del tutto-Internet – concetto spiegato bene da Philippe Breton ne “Il culto di internet: una minaccia per il legame sociale?” (Le Culte de l’Internet : une menace pour le lien social ?, La Découverte, Paris 2000) – spinge fino ai suoi limiti estremi il carattere apolitico e antiumanista del paradigma cibernetico. Anche se, dovendosi confrontare oggi con il terrorismo e la guerra, i promotori del ciberspazio si sono fatti più discreti, le rappresentazioni e le pratiche culturali scaturite da questo movimento tendono a installarsi nelle nostre società.

È come se i fautori del ciberspazio avessero definitivamente abbandonato il quadro delle rappresentazioni politiche moderne per immergersi in un universo scientifico-religioso in cui l’umano si dà come missione quella di proseguire, attraverso il suo stesso superamento, la catena evolutiva da cui proviene. Il legame tracciato da David F. Noble in “La religione della tecnologia” tra l’evoluzione tecnologica avvenuta in Occidente e il desiderio cristiano di accedere alla trascendenza divina, è molto utile a comprendere l’immaginario che accompagna le ricerche in intelligenza artificiale o ingegneria genetica. (La religione della tecnologia. Divinità dell’uomo e spirito d’invenzione, Edizioni di Comunità, Milano 2000)

Questa tendenza appare molto chiaramente negli scritti di Pierre Lévy e di Kevin Kelly, dove i discorsi neo-liberisti e le credenze religiose convergono verso un evoluzionismo decisamente apolitico. (Pierre Lévy, World philosophie: Le marché, le cyberespace et la conscience, Odile Jacob, Paris 2000, e Kevin Kelly, Out of Control. The New Biology of Machines, Social Systems and the Economic World, Perseus Books, New York 1995) Che il neo-liberismo possa integrarsi a un universo di rappresentazioni scientifico-religiose non dovrebbe sorprenderci più di tanto, se ci ricordiamo del carattere globalizzante del paradigma informatico. Le tendenze religiose che si possono facilmente individuare tra i conquistadores del ciberspazio si collocano nel prolungamento diretto di questo paradigma. Se di religiosità si tratta, questa è comunque, come ha dimostrato Philippe Breton, essenzialmente di carattere non deista, piuttosto proviene da una cosmogonia della complessità.

Per comprendere quel che si profila dietro queste nuove correnti di pensiero, non è inutile ritornare brevemente sull’opera di Teilhard de Chardin, dato che Internet e il ciberspazio sono pieni zeppi di riferimenti a costui. Da McLuhan à Lévy, l’idea del “villaggio globale” si è largamente ispirata alle teorie dello scienziato gesuita. Tuttavia le influenze religiose che attraversano il pensiero cyber non si fermano qui. Dal neo-buddismo alla trance tribale, passando per l’ipotesi Gaia e fino alle eccentricità della setta raeliana, è sotto il segno del meticciato che prendono forma queste nuove religiosità tecnoscientifiche.

 

 

Sommario 5.2

  • Introduzione
  • Venezia e la sua Smart Control Room (Simone Venturini, assessore al Turismo del Comune di Venezia / Paolo Bettio, Amministratore Unico Venis S.p.A / Luca Battistella, Consigliere delegato Innovazione e Smart City / Spot TIM con Luigi Brugnaro, Sindaco di Venezia / Alessandro de Sanctis, responsabile Sales public sector nord est TIM)
  • Mika, prima amministratore delegato robotico (TG1, settembre 2023)
  • VaSSaSSini – Dr Peter McCullough al Parlamento Europeo il 20/9/2023
  • BENVENUTI A CIBERNOPOLI – Seconda parte (TESTO)

 

Riferimenti 5.2

  • Arti e Mestieri, Gravità, Positivo/Negativo, Corrosione, Farenheit (Tilt – Immagini per un orecchio, 1974)
  • Paolo Conte, Tua Cugina Prima (Tutti a Venezia) (Paolo Conte, 1974)
  • Ennio Morricone, Città violenta (Città violenta, 1970)
  • Ennio Morricone, Tema per Le Goff (Il Clan Dei Siciliani, 1969)
  • Arti e Mestieri, Tilt (Tilt – Immagini per un orecchio, 1974)
  • CCCP, Curami (Affinità-divergenze fra il compagno Togliatti e noi – Del conseguimento della maggiore età, 1986)
  • Kali, Darkness (50 Goa Trance Anthems, 2015)
  • Dust In Face, Vaccino (Goaland, 2008)
  • Kosmose, The Eighth Untitled Track (KS) (Kosmic Music from the Black Country (1973-1978), 2015)

Episodio 5.1

Episodio 5.1

Senza un vero faro né fanfare
senza paura degli abissi del mare
Senza grandi discorsoni
né colpi di cannoni
Mette in acqua la chiglia
Dei mozzi la quadriglia

Per la quinta regata si alzano le vele
Che la fortuna ci sia da faro
Alziamo questo, un calice amaro
Lasciando agli altri il fiele

Mentre ancor ci ronza in testa
L’ultimo urlo gridato nella tempesta
A tentar di naufragar si va
Questa infame e sozza tecno-società

 

 

Sommario 5.1

  • Introduzione
  • Evgenij Ivanovič Zamjátin, da “Appunto 7”, Noi (1924)
  • SUPERCLASSIFICA SMART – Il campionato italiano delle smart city (ICityRanking23)
  • A caccia di sperma No Vax (Daily Mail, 5/11/2023)
  • Firenze città più digitale d’Italia (Cecilia Del Re, ormai ex Assessora Urbanistica, dicembre 2022)
  • BENVENUTI A CIBERNOPOLI – Prima parte (TESTO)

 

Riferimenti 5.1

  • Volruptus, Human Control (Pyrolatry, 2022)
  • Mythospheric, Brain Control (Birthright, 2023)
  • Accept, Pandemic (Live In Saarbrücken 2015) (Restless And Live, 2017)
  • Grateful Dead, Fire In The City (con Jon Hendricks) (Birth Of The Dead, 2003)
  • Kosmose, The Second Untitled Track (B.93.1) + The Fifth Untitled Track (B.40.9) + The Third Untitled Track (B.30.4) + The Tenth Untitled Track (30.2) (Kosmic Music from the Black Country (1973-1978), 2015)
  • IBM Smarter Cities Commercial (2011)
  • Canzoniere Internazionale, Contrasto tra cittadino e contadino (Cittadini e contadini, 1972)

LA RADIOTECA DEI FOLLI – Scavando negli archivi – 2

In attesa della prossima stagione, il meglio e il peggio della Nave dei Folli tratto dalla radioteca della Nave dei folli… Seconda parte

 

 

Sommario

  • THE DARK SIDE OF ECOLOGY: Viaggio alla scoperta del lato oscuro del pianeta Verde – La ribellione estinta – Seconda parte – TESTO (Episodio 3.23)
  • STORIE DALLA CATACOMBA MOLUSSICA (Günther Anders, 1933) – 2a puntata (Episodio 3.27)
  • IL QUIZ della Nave dei Folli – INDOVINA CHI (Episodio 3.36)
  • DADAUMPA – Varietà di intrattenimento politico groucho-marxista, a cura della sezione italiana dell’Internazionale DadaUmpista (Deuxième épisode – con la star italiota del post-umano, Rosy Braidotti (Episodio 2.39)

Riferimenti

  • Sergio Endrigo, Ci vuole un fiore (1974)
  • Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp, A Take Away Show (2020)
  • Faust, Mamie Is Blue + Picnic On A Frozen River (So Far, 1972)
  • Faust, Picnic on a Frozen River, Deuxieme Tableaux (Faust IV, 1973)
  • Ennio Morricone, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (colonna sonora, 1970)
  • Ennio Morricone, L’umanoide (colonna sonora, 1979)
  • Kessler Sisters, Da-da-un-pa (1961)
  • Kessler Sisters, Pollo & champagne (1961)
  • Casadidadi Ens., Dadaumpa BigBeat RMX (2004)
  • Hans Reichel, Le bal (Gravikords, Whirlies & Pyrophones, 2002)