Episodio 5.5

Episodio 5.5

Oltre all’apertura a una modificazione genetica della specie umana, le visioni positiviste di Teilhard de Chardin in materia di sviluppo sociale gli hanno riservato severe critiche. Per un credente che non fa alcuna differenza tra “Ricerca e adorazione”, come recita il titolo dell’ultimo scritto di padre Teilhard (Recherche et Adoration, 1955), va da sé che il progresso tecnoscientifico non può che contribuire all’unificazione delle coscienze, quella Noosfera che, realizzando l’unanimità, «tende a costruirsi in un solo sistema chiuso, in cui ciascun elemento vede, sente, desidera, soffre per conto proprio le stesse cose di tutti gli altri insieme. Una collettività di tutte le coscienze, armonizzata ed equivalente a una specie di supercoscienza. La terra che, non solo si ricopre di grani di pensiero a miriadi, ma si avvolge in un solo involucro pensante, sino a costruire, funzionalmente, un unico e vasto grano di pensiero, su scala siderale. La pluralità delle riflessioni individuali che si raggruppa e si rafforza nell’atto di una sola riflessione unanime.» (Il fenomeno umano, p. 337-338)

Rifiutando di tenere conto dei problemi legati al mercato e all’automazione, Teilhard preconizzava così, più di settant’anni fa, un adattamento totale agli imperativi della Macchina: «come non vedere che l’industrializzazione sempre più spinta della terra non è null’altro che la forma umano-collettiva di un processo universale di vitalizzazione che (…) mira unicamente, se sapremo adeguatamente orientarci, a interiorizzarci e a liberarci?» (Il posto dell’uomo nella natura. Il gruppo zoologico umano [1956], p. 161) Grazie alla scienza il cammino dell’umanità si dirige verso la conquista della materia, messa ora a disposizione dello spirito, il che significa «potere di più per agire di più. Ma finalmente e soprattutto, agire di più per essere di più…» (Il fenomeno umano, p. 335)

Se un tempo «i precursori dei nostri chimici si accanivano alla ricerca della pietra filosofale», le ambizioni degli umani adesso sono cresciute, e non gli basta più fabbricare l’oro: «noi vogliamo fabbricare la vita! E vedendo ciò che succede da cinquant’anni a questa parte, chi oserebbe dire che si tratti soltanto di un semplice miraggio? (…) Ora che conosciamo gli ormoni, non siamo di fronte alla vigilia di mettere la mano sullo sviluppo del nostro corpo? E persino del nostro stesso cervello? E con la scoperta dei geni, non saremo forse in grado di controllare il meccanismo delle eredità organiche? (…) non saremo forse capaci un giorno o l’altro di provocare ciò che la terra abbandonata a sé stessa, non sembra poter più realizzare, e cioè una nuova ondata di organismi, una neovita, artificialmente suscitata?» (Ibid.)

 

 

Sommario 5.5

  • Introduzione
  • Coronavirus: fase attuale e futuro (Toni Negri a Radio Onda d’Urto, 21/3/2020)
  • PreCrime
  • Caterpillar, Questo è quello che siamo (Prima che ancora e altri versi, Nautilus 2023)
  • Innanzitutto Stare Comodo (tratto da Roberto Calasso, L’Innominabile Attuale, Adelphi, 2017, pp.63-70)
  • La chiave del crimine: PREVEDERLO (La storia di KeyCrime, con Mario Venturi. Roma, #thinkroma, novembre 2018 / KeyCrime – Predictive Crime Analysis Software)

 

Riferimenti 5.5

  • Campo di Marte, Quinto Tempo + Sesto Tempo (Campo di Marte, 1973)
  • Boogie Belgique, Stairway to the USSR (Blueberry Hill, 2012)
  • Dead Kennedys, Police Truck (1980)
  • Steven Spielberg, Minority Report (2002)
  • Henrik Szeryng e Tasso Janopoulo, Romanian Folk Dances (Bela Bartok, arr. Zoltan Szekely) (Parigi, 27/11/1962)
  • Toki Fuko, Spring Ray – Induction (Spring Ray, 2019)
  • The Clash, Police On My Back (Sandinista!, 1980)
  • DJ Shadow, Stem (Cops ’N’ Robbers Mix) (Stem, 1996)
  • Βαβυλώνα, Policemania (Τερατώδες Mix) (Τα Τέρατα Παίζουν Ακόμα, 2001)

Episodio 5.4

Episodio 5.4

Quanto il “nuovo umanesimo” proposto da Teilhard de Chardin si allontani dall’eredità della modernità cristiana risalta in modo ancor più lampante allorché ci si sofferma sulla nozione di interiorità. Una delle caratteristiche proprie dell’individualismo, secondo un punto di vista umanista, è l’idea di una interiorità soggettiva separata dal resto del mondo. Nella sua prospettiva evoluzionista, invece, il paleontologo gesuita vede l’interiorità piuttosto come un dato comune all’insieme della materia, di cui è possibile misurarne il livello. Così, secondo la formula del teologo Gaston Isaye, «il grado di interiorità corrisponde al grado di complessità.» (“La cybernétique et Teilhard de Chardin”, in Actes du 3e Congrès international de cybernétique, 11-15 settembre 1961, Namur) Questa complessificazione della coscienza evolutiva favorisce la progressiva differenziazione degli elementi collegati al tutto. In questo modo, proprio come avevamo analizzato nel caso del modello informatico, la nozione di differenza presuppone una desoggettivizzazione dell’individuo: «In qualunque campo – si tratti delle cellule di un corpo, o dei membri di una società, o degli elementi di una sintesi naturale –, l’unione differenzia. In ogni sistema organizzato, le parti si perfezionano e si compiono.» (Pierre Teilhard de Chardin, Il fenomeno umano [1955], p. 352)

Se l’astrazione dell’idea di coscienza in Teilhard de Chardin assomiglia alla fluidità concettuale della nozione cibernetica di informazione, non si fermano certo qui i possibili accostamenti tra i due pensieri. Forte dell’ottimismo tecnoscientifico, lo scienziato gesuita vedeva nello sviluppo della ricerca un avanzamento verso una «cerebralizzazione collettiva» (Il posto dell’uomo nella natura. Il gruppo zoologico umano [1956], Il saggiatore, Milano 1970, p. 168), un punto di svolta in cui «il pensiero, che perfeziona artificialmente l’organo stesso del pensiero», (Il fenomeno umano, p. 336) giunge a oltrepassare il quadro della sua individualità. «La vita che rimbalza sotto l’azione collettiva della riflessione… Sì: il sogno che alimenta oscuramente la ricerca umana è, in ultima analisi, quello di riuscire a dominare, al di là di ogni affinità atomica o molecolare, l’energia fondamentale che tutte le altre forme di energia non fanno altro che servire; afferrare, tutti uniti, il timone del mondo, per impadronirsi della molla stessa dell’evoluzione.» (p. 336)

Considerata l’ultimo stadio evolutivo dalla coscienza, la noosfera corrisponde all’unificazione degli spiriti per mezzo della scienza e della tecnica. Su questo punto Teilhard de Chardin è alquanto esplicito. In Il posto dell’uomo nella natura redatto nel 1949, ovvero un anno dopo la pubblicazione di Cybernetics da parte di Wiener, fa direttamente riferimento a questa disciplina nascente. Vedendo nelle macchine cibernetiche la possibilità di “completare” il processo di cerebralizzazione, Teilhard accarezza il progetto di «perfezionare anatomicamente il cervello di ogni individuo.» (Ibid., p. 169) Come precisa a tal proposito Jean Onimus nella prefazione all’edizione francese de Il fenomeno umano, «Teilhard non è ostile a un certo eugenismo» che andrebbe nella direzione del processo evolutivo della coscienza. Questa idea di ottenere tecnicamente l’ominazione non preannuncia forse l’abbozzo di quel che diventerà un pensiero del postumano?

«Grazie al brusco pullulare dei mezzi ultrarapidi di viaggio e di trasmissione del pensiero, non si stanno forse moltiplicando attorno a noi le aree o gli isolotti psichici in cui, con la convergenza dei loro poteri riflessivi su uno stesso problema e con la medesima passione, i nuclei umani si organizzano in modo stabile sotto forma di complessi funzionali in cui è perfettamente legittimo, da un punto di vista schiettamente biologico, individuare una “sostanza grigia” dell’Umanità? E allora si affaccia allo spirito un’eventualità rivoluzionaria resa possibile dallo stesso gioco di questa innervazione sociale […] quella di un rimbalzo sistematico della ricerca sulla stessa intelligenza da cui emana: la cerebralizzazione collettiva (in ambiente convergente) che applica la punta aguzza della sua enorme potenza a completare e perfezionare anatomicamente il cervello di ogni individuo. Dapprima a completare. E a questo proposito, penso alle straordinarie macchine elettroniche (germe e speranza della giovane “cibernetica”) che sostituiscono la nostra capacità mentale di calcolare e di combinare, e la moltiplicano mediante un processo e in proporzioni che annunziano in questa direzione accrescimenti altrettanto meravigliosi di quelli forniti dall’ottica alla nostra visione. E successivamente a perfezionare il cervello. Il che può essere concepito in due modi: o con la messa in circuito di neuroni già pronti a funzionare, ma tuttora inutilizzati (come tenuti in serbo) in certe zone (già reperite) dell’encefalo in cui si tratterebbe solo di svegliarli, oppure (chi sa?) con la provocazione diretta (meccanica, chimica o biologica) di nuove organizzazioni.» (Il posto dell’uomo nella natura, pp. 168-169)

 

 

Sommario 5.4

  • Introduzione
  • Una canna, un vaccino
  • Toni Negri: “Ecco perchè sono ancora comunista”, intervista di Gianluigi Paragone (La Gabbia, La7, 18/01/2017)
  • Pichetto Fratin: Al via Piattaforma per nucleare sostenibile (The European House Ambrosetti, Villa d’Este, Cernobbio, 1-2-3 settembre 2023)
  • Fantozzi Negrista (Reset_Fest – Istituzioni del comune. Autogoverno in tempi di guerra: Toni Negri 2/10/2022)
  • Nautilus – NUCLEARE, NO GRAZIE (10/12/2023)
  • Fantozzi Negrista 2
  • Radio-Attivismo (Greta Thunberg Supporting Nuclear, ottobre 2022 / Ignazio La Russa, dicembre 2023 / Pichetto Fratin al Senato: L’obiettivo della Piattaforma per il Nucleare Sostenibile, 23/9/2023)

 

Riferimenti 5.4

Episodio 5.3

Episodio 5.3

La Coscienza come processo evolutivo

Leggendo alcune delle opere scritte a proposito di Internet, si sarebbe portati a credere che lo spirito di Teilhard de Chardin si sia reincarnato tra gli adepti del ciberspazio. Se l’influenza dello scienziato gesuita è chiaramente marcata in un Philippe Quéau o in un Pierre Lévy, si sbaglierebbe nel trarne la conclusione che questa si limiti alla sfera intellettuale francese. La rivista americana molto alla moda Wired, per esempio, ha dedicato nel 1995 un articolo che sottolinea come sia stato Pierre Teilhard de Chardin ad aver stabilito, cinquant’anni fa, il quadro filosofico di una coscienza planetaria fondata sulla logica delle reti. (Jennifer Cobb Kreisberg, “A Globe, Clothing Itself With a Brain”, Wired, giugno 1995) C’è da dire che i pionieri delle nuove tecnologie non hanno atteso la messa in campo della “rete delle reti” per riconoscere il loro debito nei confronti di Teilhard. Già negli anni ’60 il teorico dei media Marshall McLuhan lo citava esplicitamente nella sua definizione di «villaggio globale» che dava in La galassia Gutenberg.

Curioso personaggio, questo religioso paleontologo, i cui scritti sono stati lasciati ai margini dal suo stesso ordine, la Compagnia di Gesù. Il “neoumanesimo” a cui si richiamava aveva di che rendere sospette le sue idee agli occhi delle autorità cattoliche poiché, lungi dal rispettare i dogmi della Chiesa, il suo evoluzionismo ottimista oltrepassava perfino il dualismo cristiano da cui è scaturito l’umanesimo. Scorgendo nel processo cosmico dell’evoluzione «una ascesa di coscienza», Teilhard de Chardin considerava l’individualità umana come una tappa cruciale verso un’unificazione totale degli spiriti. Da centro e misura di tutte le cose, sotto la sua penna l’Uomo diventa «freccia ascendente della grande sintesi biologica». (Il fenomeno umano [1955], Il saggiatore, Milano 1968, p. 300)

Desideroso di far coincidere gli avanzamenti scientifici della sua epoca con i principi della sua fede, lo scienziato gesuita sviluppa una teoria dell’evoluzione che si dirige verso una crescente spiritualizzazione della materia. Dalla formazione dell’Universo fino alla riunificazione degli spiriti, il principio della coscienza passa per tre grandi stadi di evoluzione: cosmogenesi, biogenesi e noogenesi. Il fenomeno sociale appare così come «culmine, e non attenuazione del fenomeno biologico» (Ibid., p. 298). Detto in altri termini la società umana è, allo stesso titolo degli esseri viventi, pensata in continuità con la catena cosmica dell’evoluzione, cosa che non può essere concepita senza un forte accento etnocentrico, come testimonia questo passaggio: «tutti i popoli, per restare umani, o per divenirlo di più, sono indotti invincibilmente a porsi nei termini stessi in cui l’Occidente è riuscito a formularseli, le speranze e i problemi della terra moderna.» (Ibid., p. 283) Quel che colpisce in questa frase è l’idea secondo cui l’essere umano non è dato in sé, ma è piuttosto chiamato a modificarsi per diventare più umano, se non addirittura ultra-umano. Ciò risulta ancora più chiaro sapendo che, per Teilhard de Chardin, il processo di ominazione non sarà compiuto fintanto che l’Uomo non arriverà a prendere il testimone dalla Natura nella prosecuzione dell’unificazione delle coscienze.

Allontanandosi dall’ortodossia cristiana, Teilhard de Chardin concepisce la vita umana come uno stadio del processo evolutivo attraverso il quale la coscienza raggiunge un livello più alto di complessità. In tal modo l’essere umano, tramite il suo continuo adattamento e perfezionamento, diventa il motore di una catena evolutiva di cui non è né l’origine né la finalità: «Dunque non era sufficiente affermare, come abbiamo fatto, che diventando cosciente di sé, nell’intimo di noi stessi, l’evoluzione non aveva altro da fare se non osservarsi nello specchio per vedersi sin nelle sue estreme profondità, e per decifrarsi. Essa diventa inoltre libera di darsi o di rifiutarsi. Non solo siamo in grado di leggere nei nostri minimi atti il segreto dei suoi processi, ma, per una parte elementare, la teniamo nelle nostre mani: siamo responsabili del suo passato di fronte al suo avvenire.» (Ibid., p. 302)

 

 

Sommario 5.3

  • Introduzione
  • Più ricoveri per Covid e cresce l’influenza. “Vaccinarsi” (ANSA, 17/12/2023)
  • Lo smart clan dei siciliani (Presentazione della Palermo Smart Control Room: Palermo Today intervista Giuseppe Lo Re, assistente del sindaco per l’Innovazione digitale, 8/9/2023)
  • BENVENUTI A CIBERNOPOLI – Terza parte (TESTO)
  • Lo smart clan dei siciliani BIS (Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi / Roberto Lagalla, Sindaco di Palermo / Leopoldo Laricchia, Questore di Palermo / Renato Schifani Presidente Regione Sicilia)
  • È arrivata Flurona, doppio contagio Covid e influenza. Ecco cosa fare (TV2000, 14/12/2023)

 

Riferimenti 5.3

Episodio 5.2

Episodio 5.2

Il ciberspazio, terra promessa: è questo il prossimo territorio che esploreremo durante il nostro viaggio attraverso l’Impero cibernetico, per scoprire quanto sono profondi i legami che uniscono il discorso tecnoscientifico a quello religioso, dopo la discesa in terra del nuovo messia, il computer che tutto ordina, calcola e controlla. Come ogni dottrina che si rispetti, anche l’idolatria informatica traccia al suo passaggio il solco di una nuova era, come annuncia Philippe Quéau: «Non è forse un nuovo Rinascimento quello che si prepara, un rinascimento mondiale? Come avvenne più di cinque secoli fa, assistiamo all’invenzione simultanea di una nuova stampa, di una nuova America e di una nuova Riforma. (…) La nuova stampa, è il digitale e il virtuale. (…) La nuova America, è il ciberspazio e il “nuovo mondo” dell’astrazione finanziaria e tecnologica. La nuova Riforma emerge. È quella del “bene comune mondiale”. Manca solo un nuovo Lutero per incarnarla.» (La Planète des esprits. Pour une politique du cyberespace, Odile Jacob, Paris 2000, p. 9)

Nuovo Rinascimento, nuovo mondo, nuovo umanesimo, le metafore che accompagnano lo sviluppo di Internet e del suo ciberspazio riprendono, con gli stessi termini, quelle adoperate settant’anni fa per parlare della nascente cibernetica. Quando Philippe Quéau, responsabile della sezione informatica dell’Unesco, parla di un “nuovo Rinascimento”, non si sente l’eco entusiasta dei Congressi di Namur, da dove la cibernetica che era appena stata formulata si è poi largamente diffusa? Tuttavia niente ci autorizza a pensare che questa strana condordanza di spirito tra l’accoglienza riservata dai suoi promotori alla cibernetica e il trionfalismo manifestato da chi fa l’apologia del ciberspazio derivi da un prestito esplicito e volontario. Non bisognerebbe perdere di vista il fatto che, malgrado la forte influenza del modello informatico, gli obiettivi iniziali della cibernetica rimangono sostanzialmente ignoti. Infatti, soltanto l’ipotesi di una continuità paradigmatica permette di spiegare il risorgere di temi formulati alla fine della guerra adoperati adesso per presentare gli strumenti tecnologici destinati a spalancarci le porte del Ventunesimo secolo. Se la continuità storica tra l’apparizione delle cibernetica e l’avvento di Internet è lampante, esistono tuttavia differenze importanti per quanto riguarda il contesto politico in cui hanno avuto origine.

La fine della Seconda guerra mondiale, come abbiamo visto, è stata segnata da un forte ottimismo tecnoscientifico che coincideva con un profondo pessimismo politico. È in questo contesto, che preannunciava la Guerra fredda, che prende piede il progetto cibernetico di costruire una “macchina intelligente”. L’idea di una macchina che poteva supplire razionalmente al potere politico degli uomini si addiceva perfettamente a un’epoca in cui gli ideali umanisti si erano dimostrati inadatti a contenere la follia omicida della guerra e del nazismo. Abbiamo già sottolineato come, elebarando il modello informatico, Wiener cercasse un modo per garantire un controllo razionale delle decisioni politiche e porre fine al segreto e all’esclusione sociale. Perciò il “nuovo umanesimo” promosso dalla cibernetica è profondamente apolitico, poiché ha lo scopo di combattere l’entropia sociale attraverso un migliore adattamento della comunicazione.

Dalla cibernetica al ciberspazio, la Guerra fredda ha lasciato il posto all’imperialismo neo-liberale delle democrazie occidentali, con l’America alla sua testa. Bisogna dire che Internet e le nuove tecnologie dell’informazione sono strettamente legate al trionfo dell’economia di mercato su scala planetaria. Senza condividere necessariamente i valori neo-liberisti, i cantori del ciberspazio si dimostrano ardenti difensori della globalizzazione. L’ondata del tutto-Internet – concetto spiegato bene da Philippe Breton ne “Il culto di internet: una minaccia per il legame sociale?” (Le Culte de l’Internet : une menace pour le lien social ?, La Découverte, Paris 2000) – spinge fino ai suoi limiti estremi il carattere apolitico e antiumanista del paradigma cibernetico. Anche se, dovendosi confrontare oggi con il terrorismo e la guerra, i promotori del ciberspazio si sono fatti più discreti, le rappresentazioni e le pratiche culturali scaturite da questo movimento tendono a installarsi nelle nostre società.

È come se i fautori del ciberspazio avessero definitivamente abbandonato il quadro delle rappresentazioni politiche moderne per immergersi in un universo scientifico-religioso in cui l’umano si dà come missione quella di proseguire, attraverso il suo stesso superamento, la catena evolutiva da cui proviene. Il legame tracciato da David F. Noble in “La religione della tecnologia” tra l’evoluzione tecnologica avvenuta in Occidente e il desiderio cristiano di accedere alla trascendenza divina, è molto utile a comprendere l’immaginario che accompagna le ricerche in intelligenza artificiale o ingegneria genetica. (La religione della tecnologia. Divinità dell’uomo e spirito d’invenzione, Edizioni di Comunità, Milano 2000)

Questa tendenza appare molto chiaramente negli scritti di Pierre Lévy e di Kevin Kelly, dove i discorsi neo-liberisti e le credenze religiose convergono verso un evoluzionismo decisamente apolitico. (Pierre Lévy, World philosophie: Le marché, le cyberespace et la conscience, Odile Jacob, Paris 2000, e Kevin Kelly, Out of Control. The New Biology of Machines, Social Systems and the Economic World, Perseus Books, New York 1995) Che il neo-liberismo possa integrarsi a un universo di rappresentazioni scientifico-religiose non dovrebbe sorprenderci più di tanto, se ci ricordiamo del carattere globalizzante del paradigma informatico. Le tendenze religiose che si possono facilmente individuare tra i conquistadores del ciberspazio si collocano nel prolungamento diretto di questo paradigma. Se di religiosità si tratta, questa è comunque, come ha dimostrato Philippe Breton, essenzialmente di carattere non deista, piuttosto proviene da una cosmogonia della complessità.

Per comprendere quel che si profila dietro queste nuove correnti di pensiero, non è inutile ritornare brevemente sull’opera di Teilhard de Chardin, dato che Internet e il ciberspazio sono pieni zeppi di riferimenti a costui. Da McLuhan à Lévy, l’idea del “villaggio globale” si è largamente ispirata alle teorie dello scienziato gesuita. Tuttavia le influenze religiose che attraversano il pensiero cyber non si fermano qui. Dal neo-buddismo alla trance tribale, passando per l’ipotesi Gaia e fino alle eccentricità della setta raeliana, è sotto il segno del meticciato che prendono forma queste nuove religiosità tecnoscientifiche.

 

 

Sommario 5.2

  • Introduzione
  • Venezia e la sua Smart Control Room (Simone Venturini, assessore al Turismo del Comune di Venezia / Paolo Bettio, Amministratore Unico Venis S.p.A / Luca Battistella, Consigliere delegato Innovazione e Smart City / Spot TIM con Luigi Brugnaro, Sindaco di Venezia / Alessandro de Sanctis, responsabile Sales public sector nord est TIM)
  • Mika, prima amministratore delegato robotico (TG1, settembre 2023)
  • VaSSaSSini – Dr Peter McCullough al Parlamento Europeo il 20/9/2023
  • BENVENUTI A CIBERNOPOLI – Seconda parte (TESTO)

 

Riferimenti 5.2

  • Arti e Mestieri, Gravità, Positivo/Negativo, Corrosione, Farenheit (Tilt – Immagini per un orecchio, 1974)
  • Paolo Conte, Tua Cugina Prima (Tutti a Venezia) (Paolo Conte, 1974)
  • Ennio Morricone, Città violenta (Città violenta, 1970)
  • Ennio Morricone, Tema per Le Goff (Il Clan Dei Siciliani, 1969)
  • Arti e Mestieri, Tilt (Tilt – Immagini per un orecchio, 1974)
  • CCCP, Curami (Affinità-divergenze fra il compagno Togliatti e noi – Del conseguimento della maggiore età, 1986)
  • Kali, Darkness (50 Goa Trance Anthems, 2015)
  • Dust In Face, Vaccino (Goaland, 2008)
  • Kosmose, The Eighth Untitled Track (KS) (Kosmic Music from the Black Country (1973-1978), 2015)

Episodio 5.1

Episodio 5.1

Senza un vero faro né fanfare
senza paura degli abissi del mare
Senza grandi discorsoni
né colpi di cannoni
Mette in acqua la chiglia
Dei mozzi la quadriglia

Per la quinta regata si alzano le vele
Che la fortuna ci sia da faro
Alziamo questo, un calice amaro
Lasciando agli altri il fiele

Mentre ancor ci ronza in testa
L’ultimo urlo gridato nella tempesta
A tentar di naufragar si va
Questa infame e sozza tecno-società

 

 

Sommario 5.1

  • Introduzione
  • Evgenij Ivanovič Zamjátin, da “Appunto 7”, Noi (1924)
  • SUPERCLASSIFICA SMART – Il campionato italiano delle smart city (ICityRanking23)
  • A caccia di sperma No Vax (Daily Mail, 5/11/2023)
  • Firenze città più digitale d’Italia (Cecilia Del Re, ormai ex Assessora Urbanistica, dicembre 2022)
  • BENVENUTI A CIBERNOPOLI – Prima parte (TESTO)

 

Riferimenti 5.1

  • Volruptus, Human Control (Pyrolatry, 2022)
  • Mythospheric, Brain Control (Birthright, 2023)
  • Accept, Pandemic (Live In Saarbrücken 2015) (Restless And Live, 2017)
  • Grateful Dead, Fire In The City (con Jon Hendricks) (Birth Of The Dead, 2003)
  • Kosmose, The Second Untitled Track (B.93.1) + The Fifth Untitled Track (B.40.9) + The Third Untitled Track (B.30.4) + The Tenth Untitled Track (30.2) (Kosmic Music from the Black Country (1973-1978), 2015)
  • IBM Smarter Cities Commercial (2011)
  • Canzoniere Internazionale, Contrasto tra cittadino e contadino (Cittadini e contadini, 1972)

LA RADIOTECA DEI FOLLI – Scavando negli archivi – 2

In attesa della prossima stagione, il meglio e il peggio della Nave dei Folli tratto dalla radioteca della Nave dei folli… Seconda parte

 

 

Sommario

  • THE DARK SIDE OF ECOLOGY: Viaggio alla scoperta del lato oscuro del pianeta Verde – La ribellione estinta – Seconda parte – TESTO (Episodio 3.23)
  • STORIE DALLA CATACOMBA MOLUSSICA (Günther Anders, 1933) – 2a puntata (Episodio 3.27)
  • IL QUIZ della Nave dei Folli – INDOVINA CHI (Episodio 3.36)
  • DADAUMPA – Varietà di intrattenimento politico groucho-marxista, a cura della sezione italiana dell’Internazionale DadaUmpista (Deuxième épisode – con la star italiota del post-umano, Rosy Braidotti (Episodio 2.39)

Riferimenti

  • Sergio Endrigo, Ci vuole un fiore (1974)
  • Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp, A Take Away Show (2020)
  • Faust, Mamie Is Blue + Picnic On A Frozen River (So Far, 1972)
  • Faust, Picnic on a Frozen River, Deuxieme Tableaux (Faust IV, 1973)
  • Ennio Morricone, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (colonna sonora, 1970)
  • Ennio Morricone, L’umanoide (colonna sonora, 1979)
  • Kessler Sisters, Da-da-un-pa (1961)
  • Kessler Sisters, Pollo & champagne (1961)
  • Casadidadi Ens., Dadaumpa BigBeat RMX (2004)
  • Hans Reichel, Le bal (Gravikords, Whirlies & Pyrophones, 2002)

LA RADIOTECA DEI FOLLI – Scavando negli archivi – 1

In attesa della prossima stagione, il meglio e il peggio della Nave dei Folli tratto dalla radioteca della Nave dei Folli…

 

 

Sommario

  • THE DARK SIDE OF ECOLOGY: Viaggio alla scoperta del lato oscuro del pianeta Verde – Prima parte: La ribellione estintaTESTO (Episodio 3.22)
  • STORIE DALLA CATACOMBA MOLUSSICA (Günther Anders, 1933) – 1a puntata (Episodio 3.12)
  • DADAUMPA – Varietà di intrattenimento politico groucho-marxista, a cura della sezione italiana dell’Internazionale DadaUmpista (Première épisode – in anteprima nazionale i primi due singoli mixati dal trapper disobbediente Wumings 0: Artificialità intelligente e Il Sistema sec’èRN) (Episodio 2.27)

 

Riferimenti

  • Sergio Endrigo, Ci vuole un fiore (1974)
  • CCC CNC NCN, I piedi ben saldi per terra e la testa alta tra le nuvole dell’utopia (Miniature Suite, 1985-2018)
  • Jeremy Steig, Testimonium (Lend Me Your Ears, 1978)
  • Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp, So Many Things (To Feel Guilty About) (Live, 2020)
  • Göksel Baktagir e Ceyhun Çelikten, Hayal Gibi (Enstrumental Türk Müziği, 1999)
  • Carlos Varela, Una palabra (Nubes, 2000) TESTO
  • Can, Unfinished (Landed, 1975)
  • Kramer/Kessler, Pollo e Champagne + Da-da-um-pa (1961)
  • Nendo_Ani, slant-input (Micromusic, Micro_Superstarz, 2000)
  • EPN101, beefing (Micromusic, Micro_Superstarz, 2000)
  • Casadidadi Ens., Dadaumpa BigBeat RMX (2004)

I RACCONTI NELLA BOTTIGLIA – Robert Sheckley – LA MONTAGNA SENZA NOME

Il settimo Racconto nella  bottiglia è di Robert Sheckley:

LA MONTAGNA SENZA NOME

Titolo originale: The Mountain Without a Name, 1955

Tratto da Robert Sheckley, Mai toccato da mani umane, traduzione di Daniella Selvatico Estense, Urania n° 285, Arnoldo Mondadori Editore, 1962.

Riferimenti

  • SETI (Savvas Ysatis e Taylor808), varie tracce dai due dischi Arecibo e Phoenix (Pharos, 2008)

I RACCONTI NELLA BOTTIGLIA – Thomas Ligotti – TEATRO GROTTESCO

Prosegue il ciclo de “I racconti nella bottiglia”, giunti alla loro sesta tappa

TEATRO GROTTESCO

tratto da Thomas Ligotti, Racconti (Il Saggiatore, 2015)

 

 

Riferimenti

  • Elm, Arboreal Lace (Bxogonas, 2008)
  • Elm, Guaguy (Bxogonas, 2008)
  • Bohren & Der Club Of Gore, Zeigefinger (Geisterfaust, 2005)
  • BLNDR, The Castle In The Sky (L’Observatoire, 2018)
  • Loren Connors, Part Two (The Hymn Of The North Star, 2007)
  • Barn Owl, Incantation (Ancestral Star, 2010)
  • Lino Capra Vaccina, Canti Delle Sfere (Antico Adagio, 1978)
  • Porter Ricks, Prismatic Error (Anguilla Electrica, 2017)
  • Markus Suckut, Vary – Lucy Tool (Alkitran/Vary, 2010)
  • Joseph Nechvatal, Ego Masher – 1983 (An Anthology Of Noise & Electronic Music, 1921-2001)
  • Vladimir Ussachevsky, Incantation For Tape (An Anthology Of Noise & Electronic Music, 1936-2003)
  • Thomas Köner, Kanon – Part One: Brohuk (Ambient 4 – Isolationism, 1994)
  • Nick Kuepfer, Vampyro (Avestruz, 2010)