Episodio 6.3

Episodio 6.3

Il 20 settembre 1940 Norbert Wiener scrive al coordinatore scientifico delle ricerche militari degli Stati Uniti, Vannevar Bush: «Spero tu possa trovare qualche ambito di attività in cui io possa essere utile durante l’emergenza.» Siamo nei mesi in cui l’aviazione nazista sta colpendo duramente l’Inghilterra, e Wiener ha delle idee su come adoperare l’apparecchiatura computazionale di Bush, il cosiddetto analizzatore differenziale (differential analyzer), per progettare più velocemente materiale bellico, dalle ali degli aerei alle bombe, e più nello specifico reitera la sua proposta di arma contraerea che consiste nel far detonare in quota dei contenitori di gas liquido come etilene, propano o acetilene. Sarà proprio dall’idea di costruire un’arma antiaerea che, negli anni seguenti, lavorerà alla messa a punto di quel dispositivo che chiamerà “antiaircraft (AA) predictor”, nella doppia accezione di puntatore per contraerea e di strumento di previsione della posizione dell’aeroplano nemico. Ma infine Wiener andrà ben oltre la concezione di un’arma da guerra: passo dopo passo, giungerà non soltanto a considerare il predictor come il prototipo della mente tanto del pilota dell’Asse nemico quanto di quella dell’artigliere alleato, ma più generale a includere nel suo modello la vasta gamma dei sistemi di retroazione umani presenti nella cinestesia e in ambito elettrofisiologico. Queste idee nel dopoguerra diventeranno la scienza da lui battezzata cibernetica che, inglobando intenzionalità, apprendimento e molto altro di quanto presente nella mente umana, lo porteranno a credere di capire il funzionamento della totalità degli animali, delle macchine, dell’universo stesso.

Se la cibernetica fu battezzata adoperando l’immagine pittoresca e romantica del timoniere (che in greco è kubernetes), il suo modello era in realtà quello molto più prosaico e moderno del pilota nemico di cacciabombardieri. In quegli anni si delineano, soprattutto nei paesi anglosassoni, due modi di concepire il nemico. Innanzitutto c’è la sua degradazione ad animale da schiacciare, pidocchio, formica, verme; il generale inglese Thomas Blamey, nel 1942, rivolgendosi a Port Moresby ai suoi uomini parlava così del soldato giapponese: «è una bestia subumana, che ha riportato l’arte della guerra a un’epoca primordiale, che segue le regole della giungla combattendo con le unghie e con i denti, e che bisognerà sconfiggere con le sue stesse regole della giungla… Uccidetelo o vi ucciderà.» Un anno dopo sul campo di battaglia di Buna-Gona, sempre nell’isola di Papua, dirà: «combattere contro i giapponesi non è come combattere contro normali esseri umani. (…) Il giapponese è un piccolo barbaro. (…) Non siamo di fronte a essere umani così come li conosciamo. Siamo di fronte a qualcosa di primitivo. Le nostre truppe hanno la giusta opinione dei giapponesi. Li considerano dei parassiti.»

Ma al tempo stesso comincia a farsi strada un’altra versione del nemico, meno razzista e più anonima, quella dello sconosciuto vittima dei raid aerei, in cui la distanza fisica è anche morale e le persone uccise diventano invisibili. Lo metterà bene in luce anni dopo Günther Anders, nella sua prima lettera scritta nel 1959 a uno dei piloti della squadriglia aerea che bombardò Hiroshima, Claude Eatherly, che si era pentito ed era quasi uscito di senno, a differenza di altri come il radarista dell’Enola Gay Joe Stiborik, secondo cui era solo una bomba più grossa delle altre, o di un ex capo di stato che, «rovesciando ingenuamente ogni morale (…), ha dichiarato (…) di non sentire i minimi “rimorsi di coscienza”, che sarebbe una prova lampante della sua innocenza.» (Günther Anders, Diario di Hiroshima e Nagasaki, p. 195) Anders, a differenza di Wiener, capisce che la «tecnicizzazione dell’esistenza» trasforma la morale dell’essere umano: «il fatto che, indirettamente e senza saperlo, come le rotelle di una macchina, possiamo essere inseriti in azioni di cui non prevediamo gli effetti, e che, se ne prevedessimo gli effetti, non potremmo approvare (…). La tecnica ha fatto sì che si possa diventare “incolpevolmente colpevoli”, in un modo che era ancora ignoto al mondo tecnicamente meno avanzato dei nostri padri», e questo è dovuto principalmente al fatto «che siamo in grado di produrre più di quanto siamo in grado di immaginare; e che gli effetti provocati dagli attrezzi che costruiamo sono così enormi che non siamo più attrezzati per concepirli.» (Ibid., pp. 191 e 194)

Durante la guerra mondiale si fa strada una terza immagine del nemico, molto diversa sia dal soldato stanato dalle trincee ma anche dall’invisibile abitante dei palazzi bombardati dall’alto: quella di un avversario meccanico, spietato e dal sangue freddo, prodotto dai laboratori di ricerca bellica del MIT così come di molte altre università dei paesi sia Alleati sia dell’Asse. In campo americano, nel calcolo di questo nemico convergevano tre scienze strettamente legate: la ricerca operativa, che si concentrava sul massimizzare l’efficienza nel localizzare e distruggere i sommergibili tedeschi; la teoria dei giochi, quella ideata da John von Neumann e Oscar Morgenstern (Theory of Games and Economic Behavior, 1944) in cui gli strateghi militari prendono spunto dalla tecniche di gioco per analizzare ciò che dovrebbero fare due forze opposte allorché si aspettano che l’altra agisca nella maniera più razionale possibile, ma ignorando entrambe sia le specifiche intenzioni dell’avversario sia la sua scelta di dove, come e quando bluffare. Infine, nella sua visione cibernetica, Wiener divideva il nemico in due categorie: da una parte il “diavolo Manicheo”, «che essendo determinato a vincere adopererà ogni stratagemma di astuzia o dissimulazione per ottenere il successo» e che può dunque cambiare strategia per fregarci, e dall’altra il “diavolo Agostiniano”, tra cui annoverava le forze della natura, la cui caratteristica è la “malvagità” del caso e del disordine ma che non può cambiare le regole. (The Human Use of Human Beings; Cybernetics and Society [1950], Free Association Books, London 1989, pp. 34-35). Wiener pensava che l’irrazionalità del comportamento umano fosse della stessa natura del caso nel mondo fisico: «Questo elemento di casualità, questa incompiutezza organica, senza adoperare un’immagine troppo violenta la possiamo considerare come il male; il male negativo che S. Agostino caratterizza come incompiuto, rispetto al male positivamente maligno dei manichei. (…) Ho già indicato che il diavolo che gli scienziati stanno combattendo è il demone della confusione, non della malvagità intenzionale.» (Ibid., pp. 11 e 190)

Peter Galison, newyorkese, professore di storia della scienza ad Harvard, che nell’autunno 1994 ha pubblicato sulla rivista Critical Inquiry un testo intitolato “L’ontologia del nemico: Norbert Wiener e la visione della cibernetica” (The Ontology of the Enemy: Norbert Wiener and the Cybernetic Vision) su cui ci stiamo basando per questa parte del racconto, definisce questa triade come scienze Manichee, sebbene secondo lui la distinzione tra antagonisti attivi e passivi non farà parte della visione del mondo cibernetica. Secondo Wiener c’è una stretta continuità tra la strategia di autoregolazione anti-entropica finalizzata al controllo e alla distruzione del nemico, da una parte, e il controllo del mondo che ci circonda, dall’altra, ed è lo stesso Wiener a sostenere che la posizione agostiniana facilmente si degrada in quella manichea. (The Human Use of Human Beings, p. 191)

Sempre secondo Galison, però, di queste tre scienze sarà la cibernetica a essere centrale nell’indagine dei sistemi uomo-macchina. Posto di fronte alla difficoltà di colpire con la contraerea di terra cacciabombardieri facilmente manovrabili, Wiener mette in campo il suo interesse già consolidato nei meccanismi di retroazione, nelle tecnologie di comunicazione e nei processi non lineari. È qui che si fonda un’ulteriore immagine del nemico, che sui campi di battaglia meccanizzati non è più quello invisibile o irrazionale, ma che è a proprio agio nel mondo della strategia, delle tattiche e delle manovre, e al tempo stesso del tutto inaccessibile perché separato da un abisso fatto di distanza, velocità e metallo. Si tratta di una visione in cui il pilota nemico è talmente immerso in meccanismi e macchinari che non si capisce dove finisce l’umano e dove inizia il non umano e, inoltre, in questo quadro operativo il soldato che manovra gli strumenti antiaerei comincia ad assomigliare al suo avversario. Tra l’abbattimento delle frontiere tra umano e non umano, sia nel nemico sia nell’alleato, e nella scomparsa del confine tra umano e macchina in generale, il passo sarà breve. Come sostiene Galison, «nella visione cibernetica degli anni ’40, il nemico servomeccanico diventa il prototipo per la fisiologia umana e, in definitiva, per la natura umana nel suo insieme. A quel punto, con un movimento finale verso la totalizzazione, Wiener catapulta la cibernetica a filosofia della natura, in cui la natura stessa diventa un avversario inconoscibile ma passivo – il male agostiniano.» (The Ontology of the Enemy, p. 233)

 

 

Sommario 6.3

  • Introduzione con Vannevar Bush (Looking Back on the Bomb, 1963)
  • HARA(RI)KIRI – Alien Intelligence
  • Annullamento multe No-Vax è una vergona per l’Italia: Vincenzo De Luca, a Scampia per inaugurare il presidio ospedaliero “Sciuti” dell’ASL Napoli 1, il primo ‘Punto di facilitazione digitale previsto dal PNRR (SìComunicazione, 12/12/2024)
  • Deny, Defend, Depose – Luigi Mangione For President (1a parte) – Con intermezzi pubblicitari della UnitedHealthcare
  • Le parole di Luigi Mangione ritrovate in un taccuino al momento dell’arresto – TESTO
  • Fabrizio Pregliasco e il misterioso virus in Congo (TG2 Italia Europa)
  • Deny, Defend, Depose – Luigi Mangione For President (2a parte) / RaiNews24, 11/12/2024

Riferimenti 6.3

  • Deutsch Nepal, Dead Dogs Entertainment + Take U Out of Control + Amygdala + The Carnivors Cave + A Swinging View From the Gallows (Amygdala, 2011)
  • The Dead Brothers, Ship of Fools (Black Moose, 2014) – TESTO
  • Carl Craig, Mind of A Machine (Landcruising, 1995)
  • Napoli Centrale, Viecchie, mugliere, muorte e criaturi + Campagna + Vico primo Parise n. 8 (Napoli Centrale, 1975)
  • American Murder Song, Murder! Murder! (Murder Ballads of 1816: The Year Without a Summer, 2017)
  • Ebo Taylor Jnr., Children Don’t Cry (Afrobeat Airways 2: Return Flight to Ghana 1974-1983, 2013)
  • The Residents, Search for Truth (I Murdered Mommy, 2004)
  • Nico, Segui la fila (1967)

Episodio 6.2

Episodio 6.2

Con l’inizio della sesta stagione riparte il viaggio alla scoperta dei territori inesplorati del continente cibernetico. Dopo aver descritto le tappe principali dello sviluppo di questa nuova scienza nella seconda metà del Ventesimo secolo, ripercorreremo alcune delle sue traiettorie per verificare quale sia stato il contributo che hanno dato all’edificazione dell’attuale Quarta rivoluzione industriale.

Nata come studio del controllo e della comunicazione nell’animale e nella macchina, la cibernetica non si è limitata a essere la scienza che ha fornito la spinta principale alla creazione dell’informatica, al dilagare dei computer e di tutte le apparecchiature che oggi funzionano all’unisono nella “rete” che ci sta definitivamente catturando. Sebbene, in modo speculare all’emergere dell’energia atomica, lo sforzo bellico degli alleati per contrastare l’avanzata dell’Asse nazifascista (senza dimenticare l’impero nipponico) sia l’ambito in cui ha mosso i suoi primi passi, a differenza di molte altre discipline scientifiche la cibernetica si è distinta innanzitutto per il suo carattere interdisciplinare.

Uno dei principali limiti interpretativi è stato quello di far coincidere la cibernetica unicamente con la robotica, i calcolatori, l’intelligenza artificiale; a immaginarsi la sua incarnazione, il fantomatico cyborg – l’organismo cibernetico – principalmente in un soldato sovrumano o in un supereroe dotato di forza straordinaria, grazie all’unione della plasticità biologica con le prestazioni aumentate delle tecno-scienze.  Tuttavia, come mise in luce Günther Anders analizzando le epoche della Seconda e Terza rivoluzione industriale, quel che stava succedendo agli esseri umani e che continua inesorabilmente a succedere, è qualcosa di più profondo e che riguarda quel che si è soliti chiamare anima. Il lato oscuro e nascosto dell’individuo, quello strato irraggiungibile, indescrivibile e dunque inspiegabile, che esita a piegarsi ai calcoli probabilistici e ancora resiste all’operazione magica di prestidigitalizzazione: la sua scomposizione in quanti di informazione.

La diffusione delle teorie cibernetiche in tutti gli ambiti delle scienze umane non è stata di secondaria importanza, tutt’altro. Nel tentativo di comprendere come sia possibile che miliardi di persone stiano accettando – più o meno docilmente – di vivere sotto il governo di una macchina planetaria, proveremo innanzitutto ad analizzare le fondamenta su cui sorge, dalle ceneri dei primi due conflitti mondiali, l’essere che minaccia di sostituirsi al sapiens: il cibernantropo.

 

 

Sommario 6.2

Riferimenti 6.2

  • A Verbal Equinox, Interlude (A Verbal Equinox, 2011)
  • Caravan of Thieves, Zu Zu’s Petals (Bouquet, 2008)
  • Eduardo Niebla, Calle De La Tiña (I Can Fly Now, 1996)
  • Herbie Hancock, Quasar + Water Torture (Crossings, 1972)
  • Arandel, Hysope (InBach, 2020)
  • The Caretaker, Place In The World Fades Away (Everywhere At The End Of Time: Stage 6, 2016)
  • Les Claypool’s Duo De Twang, Stayin’ Alive (Four Foot Shack, 2014)
  • Gangpol Und Mit, Le Sorbet Cassis (Disque Compact, Pièces Détachées, 2004)
  • R-Zac, Nazi Europe Fuck Off (Trailer Trax, 2022)

Episodio 6.1

Episodio 6.1

Ladies and gentlemen, signore e signori, mesdames et messieurs, cyborg e posthuman all’ascolto, ben ritrovati sulle onde perigliose della Nave dei Folli.

Per la sesta stagione ritorna, implacabile come un’influenza invernale o come un nuovo obbligo vaccinale, l’impertinente ciurma dei mozzi a tenervi compagnia, col consueto bollettino settimanale, sul sito di Noblogs, sul canale Telegram e ogni lunedì in replica dalle 16 alle 17 su Radio Bandito.

Anche quest’anno si tenta l’arrembaggio alla società cibernetica, sotto tutte le sue forme: sia quelle materializzate delle appendici tecno-scientifiche in continua espansione nella pace sociale come nella guerra globale; sia quelle meno visibili ma forse più subdole e insidiose, della gestione del parco umano nei suoi comportamenti, pensieri ed emozioni.

Proveremo ad approfondire le nostre considerazioni sull’anima nell’epoca della quarta rivoluzione industriale, sull’obsolescenza dell’essere umano che rischia di esser soppiantato dal suo fantasmatico sdoppiamento robotico, sull’intelligenza artificiale ai tempi dell’istupidimento generalizzato dell’homo ignorans, sulla continua medicalizzazione di corpi e spiriti nel tentativo di migliorarne prestazioni, adattabilità e funzionamento.

Con questi e molti altri propositi ci lanciamo tanto nell’oscurità quanto nel bagliore accecante dei mari del presente. Navigando come sempre a vista, chissà dove ci condurrà il nostro viaggio, e forse poco ci interessa saperlo.

Perciò, senza promesse né proclami, che si drizzino le vele, che Eolo ci sia propizio, che Talassa e Nettuno ci proteggano!

 

 

Sommario 6.1

Riferimenti 6.1

  • Maksym Chumakov, A Lucky Pirate in Ireland + Happy Pirat + Happy Pirat 2 + Happy Pirat 3 (Pirat, 2024)
  • Campagna contro l’influenza stagionale 2024-25
  • Watcha Clan, Gypsy Dust (Radio Babel, 2011)
  • Jose Manuel, Vampyros In Love (Discodromo Remix) (Cocktail d’Amore Sampler 01, 2011)
  • Cabaret Voltaire, Brutal but Clean (The Conversation, 1994)
  • Idiot Flesh, Puppet Theatre (The Nothing Show, 1994)
  • Balkan Hotsteppers, Let’s Go Trippin (Klezmer circus Stylee) (2010)
  • Balkan Hotsteppers, TypsyGypsyMyxy (2012)
  • Biznaga, Todas Las Pandemias De Mañana (Bremen No Existe, 2022) – TESTO
  • Jose Manuel, Vampyros In Love (Discodromo Remix) (Cocktail d’Amore Sampler 01, 2011)

I CANTI DELLA TAVERNA – Volume 5

Aspettando che salpi la Nave dei Folli, continuano i canti dall’oscurità della taverna.

 

 

Riferimenti Canti della Taverna – Vol. 5

  • Martin Carthy & The UK Group, The Mermaid (Rogue’s Gallery – Pirate Ballads, Sea Songs, and Chanteys, 2006)
  • Kultur Shock, Build A Wall (Integration, 2009)
  • Gogol Bordello vs. Tamir Muskat, Balkanization Of Amerikanization (J.U.F., 2004)
  • Balkan Beat Box, La Bush Resistance (Balkan Beat Box, 2005)
  • Memphis Slim, Big Bill Broonzy & Sonny Boy Williamson, Life is Like That (Land Where the Blues Began / 1933-59, 1970)
  • Canray Fontenot, Blues De La Prison (Alan Lomax Blues Songbook, 2003)
  • David Page, Gapu/Celebration (The Rough Guide to Australian Aboriginal Music, 2000)
  • Asto Pituak, Food & Bombs (Garrasiak Iluntasunean, 2007)
  • Los Muertos de Cristo, Ni Dios Ni Amo (Los Olvidados, 1997)
  • Dodi Moscati, La tua bocca (In Blues, 1995)
  • Maria Monti, Il figlio del poliziotto (Maria Monti e i Contrautori, 1972)
  • Piero Ciampi, Don Chisciotte (Dentro e Fuori, 1976)
  • Tom Waits, Road To Peace (Orphans/Brawlers, 2006)
  • The Beatnigs, Television (Remix) (Television, 1988)

I CANTI DELLA TAVERNA – Volume 4

Aspettando che salpi la Nave dei Folli, continuano i canti dall’oscurità della taverna.

 

 

Riferimenti Canti della Taverna – Vol. 4

  • Eliza Carthy, Rolling Sea (Wayward Daughter, 2013)
  • Henri Cow, War (in Praise of Learning, 1975)
  • Ramzi Aburedwan & Ensemble Dal’ouna, Et Nous, Nous Aimons La Vie (The Rough Guide to Arabic Revolution, 2013)
  • Ballo delle Castagne, Il pianto di Cristo su Gerusalemme (Ballo delle Castagne, 2009)
  • Maurizio Monti, Il diavolo (Diavolo custode, 1976)
  • Varlin, Desertion (Split Collectif Mary Read, 2010)
  • Serpe in Seno, Kill The Rich Or Die Tryin’ parte 2 feat. Pugni in Tasca (Carne, 2013)
  • Dino Sarti, Professore, mi dà una pastiglia (p. interr.) (Omonimo, 1977)
  • Watcha Clan, On Est Pas Là Pour Rigoler (Le Bastion, 2005)
  • Rona Hartner, Nationalité Vagabonde (Nationalité Vagabonde, 2008)
  • Asian Dub Foundation, Rebel Warrior (Facts and Fictions, 1995)
  • Mad Manoush, Gipsy R-Evolution (The Gipsy R-Evolution, 2008)
  • Jean Mereu/Jean-Luc Cappozo/Lucie Recio & La Marmite Infernale, A las barricadas (Buenaventura Durruti, 1996)

PRELIMINARI PER UNA DEFINIZIONE DI TECNOLOGIE DEL RECUPERO – 2 parte

Lettura della seconda metà dell’opuscolo PRELIMINARI PER UNA DEFINIZIONE DI TECNOLOGIE DEL RECUPERO, contributo alla presentazione di UN FUTURO SENZA AVVENIRE (Nautilus, 2024) a Pisa presso il GARAGE ANARCHICO, 12 ottobre 2024.

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PRELIMINARI PER UNA DEFINIZIONE DI TECNOLOGIE DEL RECUPERO

 

 

Riferimenti Preliminari per una definizione di tecnologie del recupero (2 parte)

  • Kieran Hebden and Steve Reid, Lyman Place (NYC, 2008)
  • Nurse With Wound, (I Don’t Want To Have) Easy Listening Nightmares (Alice The Goon (Funeral Music For Perez Prado), 2003)
  • Kieran Hebden and Steve Reid, Departure (NYC, 2008)
  • Stereophonic Space Sound Unlimited, Dragon City + Project QX 5 (The Fluid Soundbox, 1998)
  • Neu!, Isi (Neu! 75, 1975)
  • Kieran Hebden and Steve Reid, Soul Oscillations (The Exchange Session, Volume 1, 2006)
  • Vladimir Bozar ‘N’ Ze Sheraf Orkestär, Thermostat 7 + Guignette (Universal Sprache, 2010)
  • Squarepusher, Iambic 5 Poetry (Budakhan Mindphone, 1999)
  • Kieran Hebden and Steve Reid, Morning Prayer (The Exchange Session, Volume 1, 2006
  • Squarepusher, Telluric Piece (Ultravisitor, 2004)
  • Jorge Reyes, Ofrenda de Muertos (Viento de Navajas, 1987)
  • Jorge Reyes, La Casa Obscura (Nierika/Ek-Tunkul, 1989)
  • Jorge Reyes, Improvisation (Mort aux vaches, 1996)

PRELIMINARI PER UNA DEFINIZIONE DI TECNOLOGIE DEL RECUPERO – 1 parte

Lettura della prima metà dell’opuscolo PRELIMINARI PER UNA DEFINIZIONE DI TECNOLOGIE DEL RECUPERO, contributo alla presentazione di UN FUTURO SENZA AVVENIRE a Pisa presso il GARAGE ANARCHICO, 12 ottobre 2024.

 

 

Riferimenti Preliminari per una definizione di tecnologie del recupero

  • Kieran Hebden and Steve Reid, Lyman Place (NYC, 2008)
  • Kieran Hebden and Steve Reid, Our Time + Greensleeves (Tongues, 2007)
  • Four Tet, Twenty Three + You Could Ruin My Day (Pause, 2001)
  • Felix Kubin & Ensemble Integrales, Smiling Buddha (Echohaus, 2010)
  • Richard H. Kirk (Blacworld), Cyber War (Subduing Demons (in South Yorkshire), 2000)
  • Dieter Moebius, Conny Plank & Mani Neumeier, Speed Display (Zero Set, 1983)
  • Klaus Schulze & Solar Moon, What You Deserve (instrumental) (Ultimate Docking, 2017)
  • Populäre Mechanik, Schlagt Die Weissen Mit Dem Roten keil No 1 (Populäre Mechanik No 2, 1983)
  • Conrad Schnitzler, Fabrik + Auf Dem Schwarzen Kanal (Auf Dem Schwarzen Kanal, 1981)
  • Populäre Mechanik, Fabrik (Slight Return) + Der Kreis Kleinster Verwirrung (Populäre Mechanik No 2, 1983)
  • Kieran Hebden and Steve Reid, Hold Down the Rhythms, Hold Down the Machines (The Exchange Session, Volume 2, 2006)

I CANTI DELLA TAVERNA – Volume 3

Aspettando che salpi la Nave dei Folli, ancora un’ora di canti dall’oscurità di una taverna nascosta tra i vicoli del porto.

 

 

Riferimenti Canti della Taverna – Vol. 3

  • John C. Reilly, My Son John (Rogue’s Gallery – Pirate Ballads, Sea Songs, and Chanteys, 2006)
  • Nai Barghouti, Raj’een (2021)
  • 47Soul, دبكة سيستم (Dabke System) (Semitics, 2020)
  • Asian Dub Foundation feat. 47Soul, HUMAN47 (Access Denied, 2020)
  • Zion Train, Freedom (Love Revolutionaries, 1999)
  • MC Abdul, Palestine (2021)
  • Collectif Mary Read, Sous Contrôle Remix (II, 2008)
  • Folie À Trois, Busco La Paz Y El Conflicto (Folie À Trois, 2005)
  • Juri Camisasca, Un galantuomo (La Finestra Dentro, 1974)
  • Amon Düül II, Apocalyptic Bore (Vive la Trance, 1974)
  • Rolling Stones, Mother’s Little Helper (Aftermath, 1966)
  • Mister Paperrock Orchestra, Il processo (Il brutto anatroccolo, 1978)
  • Richie Havens, Freedom (Live a Woodstock, 1969)
  • Canned Heat, On The Road Again (Boogie With Canned Heat, 1968)