Episodio 5.3

Episodio 5.3

La Coscienza come processo evolutivo

Leggendo alcune delle opere scritte a proposito di Internet, si sarebbe portati a credere che lo spirito di Teilhard de Chardin si sia reincarnato tra gli adepti del ciberspazio. Se l’influenza dello scienziato gesuita è chiaramente marcata in un Philippe Quéau o in un Pierre Lévy, si sbaglierebbe nel trarne la conclusione che questa si limiti alla sfera intellettuale francese. La rivista americana molto alla moda Wired, per esempio, ha dedicato nel 1995 un articolo che sottolinea come sia stato Pierre Teilhard de Chardin ad aver stabilito, cinquant’anni fa, il quadro filosofico di una coscienza planetaria fondata sulla logica delle reti. (Jennifer Cobb Kreisberg, “A Globe, Clothing Itself With a Brain”, Wired, giugno 1995) C’è da dire che i pionieri delle nuove tecnologie non hanno atteso la messa in campo della “rete delle reti” per riconoscere il loro debito nei confronti di Teilhard. Già negli anni ’60 il teorico dei media Marshall McLuhan lo citava esplicitamente nella sua definizione di «villaggio globale» che dava in La galassia Gutenberg.

Curioso personaggio, questo religioso paleontologo, i cui scritti sono stati lasciati ai margini dal suo stesso ordine, la Compagnia di Gesù. Il “neoumanesimo” a cui si richiamava aveva di che rendere sospette le sue idee agli occhi delle autorità cattoliche poiché, lungi dal rispettare i dogmi della Chiesa, il suo evoluzionismo ottimista oltrepassava perfino il dualismo cristiano da cui è scaturito l’umanesimo. Scorgendo nel processo cosmico dell’evoluzione «una ascesa di coscienza», Teilhard de Chardin considerava l’individualità umana come una tappa cruciale verso un’unificazione totale degli spiriti. Da centro e misura di tutte le cose, sotto la sua penna l’Uomo diventa «freccia ascendente della grande sintesi biologica». (Il fenomeno umano [1955], Il saggiatore, Milano 1968, p. 300)

Desideroso di far coincidere gli avanzamenti scientifici della sua epoca con i principi della sua fede, lo scienziato gesuita sviluppa una teoria dell’evoluzione che si dirige verso una crescente spiritualizzazione della materia. Dalla formazione dell’Universo fino alla riunificazione degli spiriti, il principio della coscienza passa per tre grandi stadi di evoluzione: cosmogenesi, biogenesi e noogenesi. Il fenomeno sociale appare così come «culmine, e non attenuazione del fenomeno biologico» (Ibid., p. 298). Detto in altri termini la società umana è, allo stesso titolo degli esseri viventi, pensata in continuità con la catena cosmica dell’evoluzione, cosa che non può essere concepita senza un forte accento etnocentrico, come testimonia questo passaggio: «tutti i popoli, per restare umani, o per divenirlo di più, sono indotti invincibilmente a porsi nei termini stessi in cui l’Occidente è riuscito a formularseli, le speranze e i problemi della terra moderna.» (Ibid., p. 283) Quel che colpisce in questa frase è l’idea secondo cui l’essere umano non è dato in sé, ma è piuttosto chiamato a modificarsi per diventare più umano, se non addirittura ultra-umano. Ciò risulta ancora più chiaro sapendo che, per Teilhard de Chardin, il processo di ominazione non sarà compiuto fintanto che l’Uomo non arriverà a prendere il testimone dalla Natura nella prosecuzione dell’unificazione delle coscienze.

Allontanandosi dall’ortodossia cristiana, Teilhard de Chardin concepisce la vita umana come uno stadio del processo evolutivo attraverso il quale la coscienza raggiunge un livello più alto di complessità. In tal modo l’essere umano, tramite il suo continuo adattamento e perfezionamento, diventa il motore di una catena evolutiva di cui non è né l’origine né la finalità: «Dunque non era sufficiente affermare, come abbiamo fatto, che diventando cosciente di sé, nell’intimo di noi stessi, l’evoluzione non aveva altro da fare se non osservarsi nello specchio per vedersi sin nelle sue estreme profondità, e per decifrarsi. Essa diventa inoltre libera di darsi o di rifiutarsi. Non solo siamo in grado di leggere nei nostri minimi atti il segreto dei suoi processi, ma, per una parte elementare, la teniamo nelle nostre mani: siamo responsabili del suo passato di fronte al suo avvenire.» (Ibid., p. 302)

 

 

Sommario 5.3

  • Introduzione
  • Più ricoveri per Covid e cresce l’influenza. “Vaccinarsi” (ANSA, 17/12/2023)
  • Lo smart clan dei siciliani (Presentazione della Palermo Smart Control Room: Palermo Today intervista Giuseppe Lo Re, assistente del sindaco per l’Innovazione digitale, 8/9/2023)
  • BENVENUTI A CIBERNOPOLI – Terza parte (TESTO)
  • Lo smart clan dei siciliani BIS (Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi / Roberto Lagalla, Sindaco di Palermo / Leopoldo Laricchia, Questore di Palermo / Renato Schifani Presidente Regione Sicilia)
  • È arrivata Flurona, doppio contagio Covid e influenza. Ecco cosa fare (TV2000, 14/12/2023)

 

Riferimenti 5.3