Episodio 4.15

Episodio 4.15

Secondo Lyotard, le micro narrazioni che ormai tessono il legame sociale sono sempre parziali e localizzate. Lungi dall’essere marginale, questa concezione è condivisa e talvolta perfino accentuata da un buon numero di filosofi che si richiamano al postmodernismo. È il caso del filosofo italiano Gianni Vattimo secondo il quale «non ha certo senso negare puramente e semplicemente una “realtà unitaria” del mondo (…) Ma ha più senso riconoscere che ciò che chiamiamo “realtà del mondo” è qualcosa che si costituisce come “contesto” delle molteplici fabulazioni – e tematizzare il mondo in questi termini è proprio il compito e il significato delle scienze umane.» (Gianni Vattimo, La società trasparente, Garzanti, Milano 1989 (2° edizione 2000), pp. 38-39)

L’accento posto sul contesto comunicativo porta dritto al relativismo culturale, di cui l’americano Richard Rorty resta uno dei rappresentanti più illustri. (Objectivity, Relativism and Truth – “Oggettività, relativismo e verità” – del 1991, non tradotto in italiano) Come fa notare Jean-Claude Guillebaud, questo relativismo radicale non è incompatibile con la logica di mercato portata avanti dalla tecnoscienza. (Le Principe d’humanité, 2001) Si potrebbe aggiungere che ne è infatti una delle sue riproduzioni più paradigmatiche.

Senza essere tra loro assimilabili, le teorie che si iscrivono nella corrente postmoderna provengono da una definizione del legame sociale secondo cui la possibilità di partecipare a un numero crescente di contesti legati alla comunicazione favorisce l’espressione delle differenze. Parola d’ordine del pensiero postmoderno, la differenza è diventata in pratica sinonimo di soggettività. Invece di essere confinati in identità stabilite e chiuse, i soggetti postmoderni veleggerebbero così da un’appartenenza all’altra a seconda del loro posizionamento all’interno della comunicazione sociale. Infatti per Lyotard le relazioni multiple e cangianti tessute grazie ai giochi del linguaggio offrono a tutti e a ciascuno la possibilità di integrarsi socialmente. In altri termini, l’apertura alle differenze conferisce alla società postmoderna una capacità di integrazione illimitata, senza dimenticarsi di evocare il carattere totalmente inclusivo che già Wiener, alla fine della guerra, assegnava alla comunicazione.

Inoltre, se ci si ricorda del ruolo che occupa la “differenza” in Bateson e del suo legame con l’interpretazione cibernetica della prima legge della termodinamica, si può affermare di diritto che il pensiero postmoderno vi fonda in larga parte la sua rappresentazione del mondo. Il soggetto postmoderno si presenta come un essere dall’identità plurale e frammentaria, modellata dai flussi comunicativi che l’attraversano. In tal senso, il concetto di pensiero debole elaborato da Vattimo, assieme a quello di soggetto debole di Aldo Rovatti, o ancora quello di nomadismo identitario proprio della sociologia delle “tribù urbane” di Michel Maffesoli, riflettono questo nuovo modo di pensare la soggettività.

 

 

Sommario 4.15

  • Introduzione
  • LA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE – VII parte – L’organizzazione mondiale delle serpi e dei NATO morto – FONTI
  • Jean Renoir, Picnic sull’erba (Le Déjeuner sur l’herbe), 1959 – Terza parte
  • Gianni Vattimo: Postmodernità  e Pensiero debole (RAI, senza data)
  • Stalin o Spiderman?

 

Riferimenti 4.15

  • Dj Shadow, Monosilabik (The Private Press, 2002)
  • SPK, Genetic Transmission + Maladia Europa + Cry From The Sanatorium (Leichenschrei, 1982)
  • SPK, Agony of the Plasma (From Science to Ritual, 1983)
  • Posthuman Tantra, The Transgenic Dark Pope’s Visions Trauma + ID Suicide (Asylum Of Slaves. 2007)
  • Ennio Morricone, Primo deserto (Il morso del serpente) (La Resa Dei Conti, 1966)
  • Shuh Tou, Dialectical idealists in transgenic republics (Society of AC-Loving Primitives, 2016)
  • RAKTA, Serpente (2014)
  • DJ Blyatman, Gopnik (Hardkvas, 2017)