Episodio 2.20
A questo punto delle cronache dall’Impero cibernetico è necessaria una breve pausa, le acque si fanno più agitate e qualcosa si muove all’orizzonte. Dopo aver ripercorso le principali tappe delle cibernetica, al di là dell’Atlantico prima, in Europa e soprattutto in area francofona poi, giunti agli anni ’60 del Novecento dobbiamo introdurre un paio di novità decisamente rilevanti.
Dalle torri d’avorio della pura teoria, degli specialisti rinchiusi nei propri ambiti limitati, un po’ alla volta la cibernetica comincia a permeare la cultura, la società, la politica, anche laddove – per sincera ignoranza o per calcolo strategico – la discendenza dalle idee di Wiener and company non veniva palesemente ammessa. È proprio nella prima metà degli anni ’60 che la cibernetica fa capolino tanto nella teoria socio-politica quanto nella critica radicale che le viene rivolta, e i due protagonisti di questa fase sono entrambi francesi, il filosofo Michel Foucault e il sociologo Henri Lefebvre.
Sebbene complessa e non del tutto riducibile a esso, l’opera di Foucault partecipa al paradigma informatico nella misura in cui, a suo avviso, l’intrecciarsi dei discorsi diventa il fondamento stesso dell’ordine sociale. Sebbene non parli mai apertamente di cibernetica, il suo debito nei confronti dello strutturalismo è manifesto, come ammette lo stesso Foucault in un’intervista del 1966: «Il punto di rottura è da collocare il giorno in cui Lévi-Strauss per le società e Lacan per l’inconscio ci hanno dimostrato che il senso è soltanto un effetto di superficie, un luccichio, una schiuma; e che ciò che ci attraversa profondamente, ciò che ci preesiste, ciò che ci sostiene nel tempo e nello spazio, è il sistema».
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Sommario Ep. 2.20
- Introduzione
- VacciniMegamix7
- Silvia Ribeiro, “Le oscure origine del virus” – Prima parte
- L’ASTRONAVE DEI FOLLI (III PUNTATA)
Riferimenti Ep 2.20
- Jean Barraqué, Séquence (1950-1955) (Soprano: Joséphine Nendrick)
- Light bearer, Primum Movens, (Lapsus, 2011)
- ASTRONAVE: Coro dell’Armata Rossa “Aleksandrov”, Kalinka / Riadattamento di Ivan Baranov, ЕСТЬ у революции начало (YEST’ u revolyutsii nachalo – “C’è una rivoluzione in corso”) di Vano Muradeli, 1967 / Remix 1917-2017, И вновь продолжается бой, (I vnov’ prodolzhayetsya boy, “La battaglia continua ancora”) conosciuta anche come “Lenin è di nuovo giovane”, musica di Aleksandra Pakhmutova e testo di Nikolai Dobronravov, 1974 / Clara Rockmore (con Nadia Reisenberg), The Swan, di Camille Saint-Saëns (Theremin, 1977) / La battaglia continua ancora, versione metal / Vladimir Majakovski, Vladimir Il’itch Lenin
Link alla puntata su Radio Blackout