Episodio 2.17

Episodio 2.17

Come per Bateson e colleghi la terapia sistemica punta a ristabilire nel paziente il buon funzionamento del sistema di comunicazione, secondo Jacques Lacan la psicanalisi ha come missione far tornare il soggetto nel girone del simbolico: lo psicanalista, come lo sciamano di Levi-Strauss, ha il compito di arginare la frattura esistente tra l’individuo e l’ordine simbolico. Basandosi sull’arbitrarietà del segno, la psicanalisi lacaniana cerca di rimettere in scena il soggetto all’interno del mito moderno della scienza, basandosi principalmente sulla struttura linguistica dell’inconscio. Come ricorda Borch-Jacobsen in Lacan, le maître absolu, «la differenza tra Lacan e gli psicanalisti americani fustigati per il loro human engineering (…) risiede unicamente nel fatto che questi ultimi concepiscono la società come una realtà a cui l’ego deve conformarsi, mentre Lacan la concepisce, come Levi-Strauss, nella sua natura simbolica: ciò a cui il soggetto deve conformarsi è una pura convenzione arbitraria, un puro e semplice contratto linguistico».

Eppure la cura proposta da Lacan ricorda sotto molti aspetti il percorso terapeutico portato avanti dal gruppo di Palo Alto. Nella misura in cui entrambi presuppongono un intervento nell’ordine del discorso, è possibile avvicinare le tecniche di manipolazione linguistica preconizzate dagli americani e la punteggiatura analitica proposta da Lacan. Si può rintracciare una certa vicinanza di spirito tra il concetto lacaniano di “parola piena”, o parola simbolica, e la nozione batesoniana di metacomunicazione. Dirà Lacan: «Anche se non si comunica nulla, il discorso rappresenta l’esistenza della comunicazione; anche se nega l’evidenza, afferma che la parola costituisce verità; anche se è destinato ad ingannare, specula sulla fede nella testimonianza». (“Funzione e campo della parola e del linguaggio in psicoanalisi”, Relazione del Congresso di Roma tenutosi presso l’Istituto di Psicologia dell’università di Roma il 26 e 27 settembre 1953).

Lacan si era già avvicinato a Bateson nel seminario dell’anno 1953-54, interamente sotto il segno della cibernetica e delle macchine calcolatrici, e aveva esposto le sue idee nella famosa Conferenza di Roma del 1953, quando aveva dato il via alla rifondazione del freudismo sulla base della triade immaginario-simbolico-reale, oltre ad esporre la sua idea secondo cui l’inconscio è strutturato come un linguaggio. Ed è qui che appare più chiaramente l’impronta informatica del suo pensiero: «la funzione simbolica costituisce un universo all’interno del quale tutto ciò che è umano deve ordinarsi», a cui aggiunge che «il mondo simbolico, è il mondo della macchina». Adoperando come esempio le macchine cibernetiche, Lacan riconduce, né più né meno, la parola al codice informatico, e così descrive la soggettività: «è per il fatto di essere impegnato in un gioco di simboli (…) che l’uomo è un soggetto decentrato. Ed è proprio sulla base di questo stesso gioco, questo mondo, che la macchina è costruita. Le macchine più complicate non sono fatte che di parole.»

 

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Sommario Ep. 2.17

  • Addio, Ivan…
  • Introduzione
  • Giornata europea della protezione dei dati 2021 – Convegno “Privacy e neurodiritti: la persona al tempo delle neuroscienze” , 28 gennaio 2021. Intervento di Pasquale Stanzione, Presidente del Garante per la protezione dei dati personali
  • Alex Fusaro, Lezioni on line
  • Il futuro dei ristortanti
  • I PERICOLI DEI NEGAZIONISTI – Miniserie che promuove Progresso e Verità – 4

Riferimenti Ep 2.17

  • Fabrizio de Andrè, Quello che non ho (Fabrizio de Andrè, 1981)
  • Sun Ra and his Arkestra, Blues At Midnight (Jazz In Silhouette, 1958)
  • Andrej Tarkovskij, Stalker (1979)
  • John Cage, Quietly Flowing Along – Estate (String Quartet in Four Parts, 1950)
  • Les Anarchistes, The mask of anarchy (Figli di origine oscura, 2002)
Link alla puntata su Radio Blackout