Episodio 5.5

Episodio 5.5

Oltre all’apertura a una modificazione genetica della specie umana, le visioni positiviste di Teilhard de Chardin in materia di sviluppo sociale gli hanno riservato severe critiche. Per un credente che non fa alcuna differenza tra “Ricerca e adorazione”, come recita il titolo dell’ultimo scritto di padre Teilhard (Recherche et Adoration, 1955), va da sé che il progresso tecnoscientifico non può che contribuire all’unificazione delle coscienze, quella Noosfera che, realizzando l’unanimità, «tende a costruirsi in un solo sistema chiuso, in cui ciascun elemento vede, sente, desidera, soffre per conto proprio le stesse cose di tutti gli altri insieme. Una collettività di tutte le coscienze, armonizzata ed equivalente a una specie di supercoscienza. La terra che, non solo si ricopre di grani di pensiero a miriadi, ma si avvolge in un solo involucro pensante, sino a costruire, funzionalmente, un unico e vasto grano di pensiero, su scala siderale. La pluralità delle riflessioni individuali che si raggruppa e si rafforza nell’atto di una sola riflessione unanime.» (Il fenomeno umano, p. 337-338)

Rifiutando di tenere conto dei problemi legati al mercato e all’automazione, Teilhard preconizzava così, più di settant’anni fa, un adattamento totale agli imperativi della Macchina: «come non vedere che l’industrializzazione sempre più spinta della terra non è null’altro che la forma umano-collettiva di un processo universale di vitalizzazione che (…) mira unicamente, se sapremo adeguatamente orientarci, a interiorizzarci e a liberarci?» (Il posto dell’uomo nella natura. Il gruppo zoologico umano [1956], p. 161) Grazie alla scienza il cammino dell’umanità si dirige verso la conquista della materia, messa ora a disposizione dello spirito, il che significa «potere di più per agire di più. Ma finalmente e soprattutto, agire di più per essere di più…» (Il fenomeno umano, p. 335)

Se un tempo «i precursori dei nostri chimici si accanivano alla ricerca della pietra filosofale», le ambizioni degli umani adesso sono cresciute, e non gli basta più fabbricare l’oro: «noi vogliamo fabbricare la vita! E vedendo ciò che succede da cinquant’anni a questa parte, chi oserebbe dire che si tratti soltanto di un semplice miraggio? (…) Ora che conosciamo gli ormoni, non siamo di fronte alla vigilia di mettere la mano sullo sviluppo del nostro corpo? E persino del nostro stesso cervello? E con la scoperta dei geni, non saremo forse in grado di controllare il meccanismo delle eredità organiche? (…) non saremo forse capaci un giorno o l’altro di provocare ciò che la terra abbandonata a sé stessa, non sembra poter più realizzare, e cioè una nuova ondata di organismi, una neovita, artificialmente suscitata?» (Ibid.)

 

 

Sommario 5.5

  • Introduzione
  • Coronavirus: fase attuale e futuro (Toni Negri a Radio Onda d’Urto, 21/3/2020)
  • PreCrime
  • Caterpillar, Questo è quello che siamo (Prima che ancora e altri versi, Nautilus 2023)
  • Innanzitutto Stare Comodo (tratto da Roberto Calasso, L’Innominabile Attuale, Adelphi, 2017, pp.63-70)
  • La chiave del crimine: PREVEDERLO (La storia di KeyCrime, con Mario Venturi. Roma, #thinkroma, novembre 2018 / KeyCrime – Predictive Crime Analysis Software)

 

Riferimenti 5.5

  • Campo di Marte, Quinto Tempo + Sesto Tempo (Campo di Marte, 1973)
  • Boogie Belgique, Stairway to the USSR (Blueberry Hill, 2012)
  • Dead Kennedys, Police Truck (1980)
  • Steven Spielberg, Minority Report (2002)
  • Henrik Szeryng e Tasso Janopoulo, Romanian Folk Dances (Bela Bartok, arr. Zoltan Szekely) (Parigi, 27/11/1962)
  • Toki Fuko, Spring Ray – Induction (Spring Ray, 2019)
  • The Clash, Police On My Back (Sandinista!, 1980)
  • DJ Shadow, Stem (Cops ’N’ Robbers Mix) (Stem, 1996)
  • Βαβυλώνα, Policemania (Τερατώδες Mix) (Τα Τέρατα Παίζουν Ακόμα, 2001)