Episodio 4.37
Alla fine di questa lunga immersione nell’universo filosofico post-strutturalista e postmoderno, ci si ritrova faccia a faccia con il postumanesimo. Molti limiti sono stati infranti e quelli che fino a pochi anni prima erano scheletri nascosti nell’armadio, assieme alle altre nefandezze del Novecento, ora vengono rispolverati senza più alcun tabù, come dimostra questa entusiastica previsione di Sloterdijk: «Se poi lo sviluppo a lungo termine condurrà anche alla riforma genetica dei caratteri della specie, se una futura antropotecnologia giungerà fino a un’esplicita pianificazione delle caratteristiche umane, e se l’umanità, dal punto di vista della specie, potrà compiere il sovvertimento dal fatalismo della nascita in una nascita opzionale e in una selezione prenatale, tutte queste sono questioni nelle quali inizia ad albeggiare l’orizzonte dell’evoluzione, anche se in modo ancora confuso e inquietante.» (Peter Sloterdijk, “Regole per il parco umano”, in Non siamo ancora stati salvati. Saggi dopo Heidegger, 2004, p. 260)
Da creature a prodotti: questo il destino dell’uomo post, e forse non è un caso che la psico-pandemia ne sia stato un micidiale amplificatore di potenza. In accordo al delirio di fusione di ogni elemento spirituale e materiale, postulata la fine della distinzione tra natura e cultura, e come risposta al paradosso di una fragilità umana che in effetti striderebbe con il suo strapotere elettronico, ecco che gli umanoidi postumi hanno preso la palla virale al balzo per ribadire la fondatezza delle loro analisi oltre alla necessità di compiere il salto definitivo nell’avvenire virtuale e digitalizzato.
Già Haraway aveva teorizzato in tempi di AIDS di legami con virus e altre forme microscopiche di vita, e della necessità di una difesa immunitaria tecno-biologica per la protezione degli oncotopi che stiamo diventando. A sua volta Sloterdijk invoca un co-immunismo planetario (concetto dalla stana assonanza, stile “proletari di tutto il mondo, immunizzatevi”) che deriverebbe dalla fine dell’illusione di crederci, noi umani, al di sopra e al di fuori del regno globale della natura che abbiamo erroneamente creduto di padroneggiare. A differenza dello sfrenato ottimismo dei transumanisti, i postumani si radicano nelle debolezze e mostruosità, e il loro avvenire consisterà in una nuova Grande Opera dove anziché dominare il mondo bio-tecnologico ne verremo completamente assorbiti, giungendo a un incrocio tra tutti i piani della realtà vegetale, animale e minerale. Un cosmico tutto interconnesso è alle porte, e forse ad aprirle è stato proprio il tempestivo Covid-19.
«Ciò che sta dimostrando la nostra risposta al coronavirus è che la globalizzazione attraverso i media è un progetto quasi realizzato. (…) conferma la mia ipotesi che la razza umana abbia raggiunto una situazione di sincronicità sulla base di un flusso di informazioni. Siamo veramente connessi a livello globale e viviamo sempre più nella stessa dimensione temporale. C’è qualcosa come l’eterna presenza della globalizzazione, e questa è stata una caratteristica importante di questa crisi. Tutto accade più o meno allo stesso tempo. E le uniche differenze che vediamo sono i ritardi tra i diversi punti focali degli eventi. Ma, nel complesso, esiste una grande catena di eventi e connessione.» (“Planetary Co-Immunism Is On the Way”, uscpublicdiplomacy.org, 24/3/2020)
Sommario 4.37
- Introduzione
- Ba.2.86, Pirola: la nuova variante del Covid (IlSole24Ore, 25/8/2023)
- OUTBREAK 2024 – Una simulazione di pandemia (TESTO)
- Piemonte, corsa alle nuove miniere (La Stampa, 6/8/2023)
- Videogioco Outbreak Epidemic
- Ecotecnocrati NoTav… il Sindaco di Grenoble Eric Piolle al Festival Alta Felicità 2023 – VIDEO
Riferimenti 4.37
- Captain Beefheart & His Magic Band, Hair Pie: Bake 1 + Hair Pie: Bake 2 (Trout Mask Replica, 1969)
- Eduardo Antonello, The Black Plague Dance (2021)
- The Heliocentrics, Feedback (Intro) + Wrecking Ball + Ethnicity + Mysterious Ways + Path Of The Black Sun + Vibrations Of The Fallen Angels Edit (Outro) (13 Degrees of Reality, 2013)
- Glädja Quatuor, da album sconosciuto
- Mike Inc, 5 Years On Acid (1993)
- Captain Beefheart & His Magic Band, Mirror Man (Mirror Man, 1971)