Episodio 3.7

Episodio 3.7

Prima di addentraci in questo lungo capitolo sul soggetto sistemico e il sistemismo, ecco come Lefebvre ci presenta il Sistema.

«Non si parla d’altro che di sistema. Tutti aspirano a entrare in un sistema. Denotazioni e connotazioni del termine sono cambiate a suo vantaggio. Un linguista preoccupato dei significati di un gruppo lessicale e che difendesse l’etimologia classica potrebbe trarre qualche conclusione da queste modifiche. La valorizzazione del Sistema è un fenomeno sociologico e la negazione della storia un fenomeno storico. Un’ideologia tende a diventare predominante per molteplici ragioni – economiche, culturali, politiche – che dipendono dalla strategia delle classi dominanti. Questo concetto ottiene una priorità e un primato tali che nessuno o quasi si sogna di contestarlo e di conseguenza di spiegarlo. Va da sé. Il Sistema è chiaro e distinto: è ciò che si comunica e comprende; è ciò che si localizza/individua/scopre, che si ripete e si imita (o riproduce, secondo criteri garantiti dall’intelletto e da esso accettati consapevolmente). Il Sistema è la coerenza e la coesione nella trasparenza. Dunque è l’intellegibile. È anche ciò che è serio. «Prendere sul serio Marx e Freud», frasi come questa pronunciate con l’enfasi che gli si confà, o meglio ancora scritte in un certo rituale di scrittura, esprimono bene ciò che vogliono dire. Non c’è pensiero senza un sistema che si dà per assoluto. «Insieme di relazioni» che persistono «indipendentemente dalle cose che collegano», il Sistema è una forma pura: per coglierlo se ne può eliminare la definizione e perfino la natura dei suoi elementi variabili e deperibili. Bisogna egualmente lasciar perdere la ricerca dell’essenza e del significato. (…)

Insieme di rapporti, la sua analisi e la sua comprensione globale sono completi. Nessun residuo. (…)

Questo feticismo del sistema, accompagnato da un certo linguaggio, da un certo tipo di scrittura – e da un’apologia della scrittura, una sacralizzazione di un rigore esposto e ostentato – definisce una sorta di surrazionalismo, o di ultra razionalismo che cerca ancora la sua formulazione integrale.» (Position: contre les technocrates, 1967)

 

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Riferimenti 3.7