Fin dalle epoche più lontane gli esseri umani riuniti in gruppi hanno organizzato momenti specifici della vita collettiva, dai rituali alle riunioni in vista di decisioni importanti, adoperando altrettanto specifiche oltreché svariate modalità di discussione, scelta, deliberazione, che secondo una certa prospettiva costituirebbero gli antecedenti delle moderne tecniche di moderazione e facilitazione. Così, Dale Hunter fa risalire le origini dei moderni processi decisionali ad antiche comunità e, per quanto riguarda il mondo anglosassone, ai Quaccheri (“Mapping the Field of Facilitation” in Dale Hunter, The Art of Facilitation: The Essentials for Leading Great Meetings and Creating Group Synergy, John Wiley & Sons, New York 2009), mentre secondo Gary Rush (uno dei presidenti dell’IAF – Associazione internazionale facilitatori) nella stesura della Costituzione americana George Washington avrebbe agito da “facilitatore” (“We, the People”, in https://mgrconsulting.com/index.php/facilitator-enewsletters/42-focused-enewsletters-gary-rush-facilitation/history-of-facilitation-by-gary-rush-iaf-cpf/214-we-the-people). Punti di vista che, sebbene contengano brandelli di verità, assomigliano a quei tentativi di far accettare come ineluttabile il fatto compiuto della modernità: secondo questa stessa logica, gli OGM sarebbero la prosecuzione di un processo iniziato con la fermentazione di vini e birre, la clonazione l’esito di manipolazioni iniziate con la selezione e domesticazione di animali e piante, i computer la versione aggiornata dell’abaco eccetera.
Questo tipo di giustificazione, oltre a manipolare la storia a proprio piacimento e renderla una freccia inesorabilmente diretta al futuro – cioè al nostro presente – naturalizzando il progresso e certificando la società dell’Occidente tecno-industriale come logica e legittima erede dell’umanità primordiale, contribuisce a celare la distanza abissale che divide le odierne riunioni aziendali, istituzionali, dei collettivi politici come parrocchiali, le sedute terapeutiche di gruppo o le cerimonie new age, dalle assemblee delle comunità originarie dei popoli cosiddetti primitivi, dove più che leggi non scritte e metodi di comportamento il fulcro ruotava attorno a una disponibilità pressoché illimitata a partecipare a quella che non era una fase separata, alienata della loro esistenza ma vi faceva parte integrante. Infatti, quando bisogna decidere questioni importanti per la vita del villaggio, le comunità del Centroamerica – per fare un esempio – si riuniscono mentre la vita prosegue tra pianti e strilli dei piccoli, giochi dei bimbi, risa e urla, parlandosi addosso e senza rispettare alcun cerimoniale, e si confrontano finché non si riesce a ottenere il consenso di ognuno, anche a costo di dedicarvi giorni, perfino settimane.
Chiaramente, con il progredire della civiltà e aumentando il numero dei membri dei villaggi che diventano città e nazioni, oltre che con lo stratificarsi sociale in caste e poi in classi – cosa impensabile per i popoli originari privi di gerarchie – le assemblee orizzontali scompaiono, o quantomeno si ridimensionano e riguardano unicamente questioni secondarie. In seguito, a partire dalla democrazia ateniese e poi da quella romana, iniziano a formarsi ambiti decisionali che non riguardano più solamente i sovrani ma tendono a coinvolgere numeri più o meno ampi di cittadini aventi diritto, il che ovviamente se da lato significa una maggiore partecipazione alla vita pubblica e la possibilità di incidervi, dall’altro bisogna pur sempre tener conto che questo privilegio non era riservato a chiunque, essendo tassativamente escluse le donne (cosa che continuerà fino a un’epoca recentissima) così come esclusi sono gli stranieri, gli schiavi e coloro che non possiedono terre o attività produttive e commerciali, ovvero i poveri. È nel corso dell’Ottocento, con il pieno sviluppo della società industriale, della sua burocrazia e della sua complessità, che si manifesta la necessità di redigere regolamenti per gestire gruppi e assemblee che si fanno sempre più numerose e articolate, e che riguardano una società il cui funzionamento si fa altrettanto complicato. Nel 1876 viene pubblicata negli Stati Uniti quella che è considerata la prima guida per le procedure di riunione, il Robert’s Rules of Order (le cui ristampe continuano ai giorni nostri, quasi fosse la Bibbia – https://robertsrules.com/our-history/), redatta da un maggiore dell’esercito che, chiamato un giorno a presiedere un incontro pubblico, si trovò in grande imbarazzo di fronte all’assenza di regole e decise di porvi rimedio prendendo spunto dalle procedure parlamentari: «Quando non c’è alcuna legge, ma ognuno fa quello che crede giusto ai propri occhi, c’è il minimo di libertà».
Sommario 7.6
- Introduzione
- IOA – Spot 11
- MERDOCENE (tratto da Benvenuti nel merdocene di Jennifer Guerra – thevision.com)
- Il primo studio medico a Intelligenza Artificiale
- IOA – Spot 12
- ACCELERAZIONISMO, tra lusso e fantascienza (Prima parte)
- IOA – Spot 13
- IOA – Spot 14
Riferimenti 7.6
- Jud’s Gallery, Catch The Fly + Inspiration (SWF Sessions Volume 1, 1972-74)
- Skiantos, Merda d’artista (Dio ci deve delle spiegazioni, 2009)
- Ricky Gianco, Cavallina Rock (Liquirizia, 1979)
- Duilio Del Prete, Dove Correte! (Dove Correte!, 1968)
- Goldie, Manslaughter (INCredible Sound Of Drum’n’Bass Mixed By Goldie, 1999)
- Splash, Babylon (1995)
- Renegade Legion, Dark Forces (1996)
- The Mover, Burning Universe (Frontal Frustration, 2002)
- Pilldriver, Apocalypse Never (1997)
- Ultravox, Maximum Acceleration (Systems Of Romance, 1978)

