Episodio 6.13

Episodio 6.13

Dopo la scoperta dei meccanismi di retroazione e i nuovi sviluppi nel campo della neurologia, la terza spinta che condurrà alle Conferenze Macy viene dall’ambito ancora in incubazione delle macchine calcolatrici. Il 6 e 7 gennaio 1945 si incontra la cosiddetta “Società Teleologica” creata da Wiener, Aiken e von Neumann, cui abbiamo già accennato, e la riunione, vera e propria prova generale dei futuri raduni dei cibernetici, si svolge all’Istituto per gli studi avanzati di Princeton. Il primo giorno intervengono von Neumann, sullo stato delle ricerche sui calcolatori, e Wiener, su quello dell’ingegneria della comunicazione, a cui seguì un dibattito animato; il secondo McCulloch affianca Lorente de Nó, come ricorderà Wiener, «nella convincente presentazione dell’attuale stato del problema dell’organizzazione del cervello» e delle potenziali applicazioni neurologiche della nuova tecnologia ancora senza nome.

McCulloch ha colto l’atmosfera dell’incontro, ricordando la giostra di von Neumann e Wiener intorno a un annoso problema di tecnologia elettronica, la questione della scatola nera nel contesto bellico: «A Lorente de Nó e a me (…) fu chiesto di considerare (…) due ipotetiche scatole nere rinvenute dagli Alleati presso i tedeschi. (…) Nessuno sapeva a cosa servissero, (ma entrambe le scatole nere) recavano indicazione di un ingresso e di un’uscita. (…) Norbert stava russando a pieni polmoni e la cenere del sigaro gli cadeva sulla pancia. Ma quando Lorente e io cercammo di rispondere, Norbert si alzò di scatto e disse: “Naturalmente potreste immettere una dopo l’altra tutte le possibili frequenze sinusoidali e registrare l’uscita, ma sarebbe meglio immettere un rumore, diciamo un rumore bianco”. Vidi la scintilla negli occhi di Johnny von Neumann. (…) Sapeva che uno stimolo, per un uomo o una macchina, deve essere conforme alla configurazione (…) dei suoi filtri (d’ingresso), e che il rumore bianco non avrebbe aiutato. Seguì un meraviglioso duello: Norbert inseguiva Johnny con un enorme bastone, e Johnny danzava intorno a Norbert con una spada: alla fine se ne andarono a pranzo sottobraccio.» (Flo Conway e Jim Siegelman, L’eroe oscuro dell’età dell’informazione, p. 218)

Wiener uscì molto gasato dal congresso: lo reputava un grande successo e pensava fosse giunta l’ora di creare un istituto apposito per lo sviluppo della nuova avventura interdisciplinare. Come ricorderà nella sua autobiografia: «In breve scoprimmo che persone attive in tutti quei campi cominciavano a parlare la stessa lingua, con un vocabolario di espressioni proprie dell’ingegnere della comunicazione, il servomeccanismo uomo, il calcolatore uomo, e del neurofisiologo. (…) Tutti loro erano interessati all’immagazzinamento delle informazioni. (…) Tutti trovarono che il termine retroazione (…) fosse un modo appropriato per descrivere fenomeni degli organismi viventi come delle macchine.» (Wiener, I Am a Matematician. The Later Life of a Prodigy, p. 269)

Per tutta la prima metà del 1945 Wiener e von Neumann rimangono in contatto, e Wiener cerca di convincere l’ungherese a trasferirsi al MIT dove sarebbe stato a capo del dipartimento di matematica e avrebbe avuto a disposizione un laboratorio tutto suo. Ma von Neumann aveva altri programmi. Infatti a giugno, proprio mentre veniva inaugurato l’ENIAC – il più grande agglomerato di circuiti elettronici mai assemblato prima di allora – von Neumann presentava, dapprima solamente nei canali segreti militari, la sua “Prima bozza di rapporto” sulla costruzione di una nuova, grandiosa macchina calcolatrice, l’EDVAC (Electronic Discrete Variable Automatic Computer), il cui progetto conteneva importanti innovazioni tra cui una struttura più logica delle macchine precedenti, un’unità di calcolo singola e centralizzata e una nuova capacità di “immagazzinare programmi” che sarebbero passati alla storia come “architettura di von Neumann” – la stessa presente tutt’oggi.

La nuova macchina progettata era più piccola e molto più flessibile di tutte le antesignane. Sarebbe stata la prima macchina davvero universale nel senso di Turing, capace di eseguire qualunque sequenza appropriatamente prescritta di operazioni, e nella descrizione fornita da Gentleman Johnny avrebbe posseduto tratti umani e «organi specializzati»: un’unità di elaborazione centrale o organo aritmetico, un «organo di controllo» logico, una «considerevole memoria» oltre a «organi di ingresso e uscita» specializzati. Nel suo rapporto l’unico documento citato era quello di McCulloch-Pitts del ’43 sulle connessioni neuronali, e fece ampiamente uso dell’analogia dei neuroni per giustificare «un uso coerente del sistema binario» dell’aritmetica, che rifletteva il carattere «tutto o niente» delle segnalazioni neuronali, gli «aggregati di tubi a vuoto», che fungevano da reti neurali e riverberi sinaptici dell’EDVAC, la sua memoria che corrispondeva ai «neuroni associativi del sistema nervoso umano», e infine gli organi di ingresso e uscita, ovvero «l’equivalente dei neuroni sensori o afferenti e motori o efferenti.» (“First Draft Report on the EDVAC, 1945)

Sebbene il progetto iniziale fosse opera di Mauchly e Eckert, la descrizione fatta quasi per intero da von Neumann adoperava per la prima volta un simile linguaggio per descrivere il funzionamento di una macchina, e le immagini evocate riecheggiavano – pur senza citarlo apertamente – il testo di Wiener-Bigelow-Rosenblueth. L’EDVAC così descritto era il primo calcolatore a combinare in un unico progetto tutti e cinque i suggerimenti che cinque anni prima Wiener aveva sottoposto all’attenzione di Vannevar Bush, oltre a comprendere anche elementi chiave del puntatore analogico antiaereo come i meccanismi di correzione degli errori operanti in base a principi di retroazione negativa. Bush non aveva seguito le proposte di Wiener né mai fatto circolare il suo memorandum, e probabilmente Norbert passò le sue osservazioni direttamente a von Neumann nel corso di uno dei loro tanti scambi informali. Wiener, che sognava una scienza per nulla segreta e al servizio dell’umanità e non degli interessi privati, aveva già subito qualche smacco e altri ne subirà, anche a causa del suo carattere, opposto a quello di von Neumann che era decisamente più in linea con lo spirito aggressivo del capitalismo tecnoscientifico e militare di allora. Sia il segreto militare, sia la diversità di vedute rispetto alla maggior parte degli scienziati, avevano provocato un rallentamento della circolazione delle nuove idee di Wiener, che si diffonderanno solamente grazie alle conferenze Macy; inoltre, ci fu una sorta di appropriazione indebita delle scoperte del matematico, che forse anche grazie al suo carattere particolare, all’epoca non si vide riconosciuti i giusti meriti: infatti sarebbe stato più corretto parlare della “macchina di Wiener-von Neumann”.

Nell’estate Wiener si intestardì nel suo tentativo di portare von Neumann a Cambridge, ignorando nel frattempo sia quale fosse il ruolo del matematico ungherese nel progetto atomico sia il rapporto presentato sul nuovo computer, dato che da alcuni mesi non riceveva più documenti secretati. Ma a fine novembre il matematico ungherese gli comunicò che aveva intenzione di rimanere a Princeton e che l’Istituto gli aveva concesso di farsi costruire il “suo” calcolatore EDVAC in collaborazione con una grande società elettronica, la RCA, nascondendogli che sarebbe servito per effettuare i futuri studi sulle nuove testate nucleari e che come soci nel progetto c’erano l’Esercito, la Marina e, più avanti, l’Aviazione e la nuova Commissione per l’Energia Atomica. Come se non bastasse, e proprio su suggerimento dello stesso Wiener, gli portò via il suo ingegnere Julian Bigelow, che divenne la figura chiave nello sforzo di far calare l’architettura di von Neumann in una macchina funzionante.

 

 

Sommario 6.13

 

Riferimenti 6.13

  • Felix Kubin, Musik für neue Büromaschinen + Martial Arts + Uhren (Takt der Arbeit, 2017)
  • Perigeo, (In) Vino Veritas (Genealogia, 1974)
  • Shanna, Il est interdit (2020 Radio Edit)
  • Peppe Barra, Vino drogato (La cantata dei pastori, 2004)
  • Bal des Crepidules, Poisson Volant (Featuring Yves-Marie Berthou) + Poisson-Flûte (Featuring René Lacaille) (Altavoz, 2019)
  • Palais Schaumburg, Stan Kenton (Hockey, 1983)
  • Dirty Granny Tales, Inversed World (Inversed World, 2008)